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Laser panretinico: cos’è, quando serve, controindicazioni

Dott. Nicola Leuzzi

Dott. Nicola Leuzzi

OCULISTICA
Medico Chirurgo - Specialista in Oftalmologia

4 Settembre 2020 - Ultima modifica: 1 Aprile 2021

La fotocoagulazione mediante laser è un trattamento essenziale in molte patologie retiniche. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

Il laser panretinico viene usato generalmente per “bruciare” zone malate della retina funzionalmente inattive. In alcuni casi, invece, viene impiegato per fissare la retina sana intorno a zone patologiche (fori o lesioni) in modo da ottenere delle cicatrici che rinforzino la retina nei suoi punti più delicati. Il laser si impiega in particolare per ostacolare il calo della vista nella retinopatia diabetica: in questo caso la fotocoagulazione panretinica porta una significativa riduzione dell’edema maculare, con conseguente miglioramento del visus.

Indice:

  1. Retinopatia e diabete
  2. Altri casi in cui si impiega il laser retinico
  3. Come viene eseguito il trattamento
  4. Precauzioni prima e dopo il trattamento
  5. Complicanze e controindicazioni

Retinopatia e diabete

La retinopatia è una delle più importanti complicanze del diabete mellito. I processi per cui il diabete sia in grado di provocare una retinopatia e, qualora coinvolga la porzione centrale dell’occhio, una maculopatia sono da ricercarsi nell’esposizione iperglicemica dei tessuti per un tempo prolungato. Il trattamento laser è in grado di ostacolare la progressione della retinopatia diabetica e di ridurre gli edemi maculari preservando o migliorando l’acuità visiva.

Purtroppo, la diagnosi è spesso tardiva, perché i sintomi ad essa correlati compaiono quando le lesioni sono in stato già avanzato e quindi gli effetti di eventuali trattamenti potrebbero essere limitati. Per questo, se si è affetti da diabete è bene fare periodicamente visite oculistiche per indagare al meglio il fondo dell’occhio e la sua condizione.

I principali fattori di rischio associati alla comparsa più precoce e ad un’evoluzione più rapida della retinopatia sono la durata del diabete, lo scompenso glicemico e l’eventuale ipertensione arteriosa concomitante, sia nei pazienti con diabete di tipo 1 che in quelli di tipo 2.

In che modo interviene il laser in caso di retinopatia diabetica? In presenza di questa patologia ci sarà un ridotto apporto sanguigno – e quindi di ossigeno – in certe zone della retina. Per compensazione, l’occhio svilupperà nuovi vasi sanguigni che possono provocare gravi danni (per questo si parla di retinopatia diabetica proliferante): il laser va a “distruggere” queste aree di tessuto malato riportando una condizione di normalità.

Altri casi in cui si impiega il laser retinico

Partendo dal presupposto che sarà comunque un medico dopo accurate visite a stabilire la necessita di sedute con laser, ci sono altre condizioni patologiche dell’occhio che vengono curate con questo trattamento:

  1. Rotture e degenerazioni periferiche della retina. In questo caso c’è un altissimo rischio di distacco della retina, e – attraverso l’azione del laser – si brucia quest’ultima in prossimità di rotture o degenerazioni potenzialmente dannose. La cicatrice che si crea funge da saldatura.
  2. Occlusioni venose dei vasi retinici. In questo caso è possibile che si creino nuovi vasi che vadano ad invadere altre zone, causando una grave forma di glaucoma.
  3. Retinopatia del prematuro. Il laser andrà a distruggere le parti di retina danneggiata e immatura per ridotto apporto di sangue e ossigeno, ovvero le aree ischemiche. 

Come viene eseguito il trattamento con laser retinico?

Il trattamento non è completamente indolore per il paziente, il quale potrebbe avvertire dei fastidi, ma i benefici fanno sì che questo risulti essenziale in alcuni casi per la salvaguardia della vista. Per prima cosa viene anestetizzato l’occhio con gocce di anestetico locale, si posiziona il paziente alla lampada a fessura e e si applica una lente a contatto con idonei filtri al trattamento. Ora il medico utilizzerà un puntatore per mirare le zone della retina da trattare. A questo punto si potrebbe avvertire un leggero dolore, come piccole punture, che varia a seconda dell’energia impiegata dal laser. Finito il trattamento si rimuove la lente, si applica un collirio lubrificante e un antinfiammatorio e si può tornare a casa. In genere sono necessarie più sedute a discrezione del Medico Oculista per completare il trattamento e il loro numero varia in base alla patologia da trattare.

Precauzioni prima e dopo il trattamento

Non sono necessarie particolari precauzioni prima del trattamento, è importante nei 15-20 giorni dopo aver effettuato il laser non fare azioni faticose e rimanere a riposo. Inoltre, è fondamentale una buona idratazione – si deve bere almeno 1,5 litri d’acqua al giorno – e a volte si integra con Sali minerali per idratare al meglio il corpo vitreo.

Complicanze e controindicazioni

Nei casi in cui viene trattata la periferia della retina per un trattamento isolato non si notano problemi della vista associati al trattamento. Diverso è quando in patologie più severe si debba effettuare un trattamento esteso fino quasi alla zona centrale, ovvero il polo posteriore: è possibile che ci sia un calo della visione periferica e notturna. perché una porzione della retina viene bruciata e il tessuto non è più in grado di trasmettere un segnale luminoso. Sebbene ci siano controindicazioni possibili in alcune patologie questo trattamento viene considerato salva vista. L’effetto collaterale più frequente, comunque, è un arrossamento dell’occhio causato dalla lente a contatto che si usa, che generalmente si risolve spontaneamente.