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Laser focale per il trattamento della retina: cos’è e come funziona

Dott. Nicola Leuzzi

Dott. Nicola Leuzzi

OCULISTICA
Medico Chirurgo - Specialista in Oftalmologia

4 Settembre 2020 - Ultima modifica: 11 Marzo 2021

In campo oculistico viene spesso utilizzato il trattamento laser per curare una serie di malattie della retina. Ecco tutto ciò che c'è da sapere

La terapia laser viene spesso utilizzata in varie branche della medicina moderna essendo una tecnologia di altissima precisione capace di garantire ottimi risultati. In ambito oculistico la terapia laser viene spesso impiegata per trattare o, più precisamente, stabilizzare, i processi degenerativi della retina e per prevenirne l'eventuale distacco. Per alcune patologie è necessario semplicemente un trattamento “focale”, che consiste in singole applicazioni del raggio laser solo nelle zone di interesse. Scopri come funziona la procedura laser e in quali casi viene impiegata.

Indice:

  1. Trattamento laser sulla retina: come funziona?
  2. In quali casi viene utilizzato il trattamento laser?
  3. In cosa consiste il trattamento?
  4. Precauzioni pre e post trattamento
  5. Possibili complicazioni ed effetti collaterali

Trattamento laser sulla retina: come funziona?

Il laser è un tipo di trattamento che, in ambito oculistico, può essere sfruttato per diversi scopi. Nello specifico, per il trattamento della retina viene impiegato uno specifico laser retinico chiamato Argon Laser. Questo tipo di apparecchio genera un fascio luminoso grazie proprio al gas nobile Argon e ha un'azione termica che permette di “bruciare” porzioni di retina patologiche generando un fenomeno chiamato fotocoagulazione.

Il raggio prodotto dal laser crea un forte riscaldamento localizzato, coagulando il tessuto, che può essere distrutto o saldato alla struttura sottostante del bulbo oculare chiamata coroide. La radiazione prodotta è compresa nella parte blu/verde dello spettro, una lunghezza d'onda che viene trasmessa in modo ottimale dai mezzi diottrici del bulbo e viene ben assorbita dall'epitelio pigmentato, pigmenti ematici e vasi retinici.

Il laser retinico quindi viene impiegato per "bruciare" alcuni tessuti malati della retina, ma può essere utilizzato anche per rafforzare i punti più delicati della stessa attraverso la creazione di cicatrici, oppure per fissare la retina sana attorno a zone patologiche come fori o lesioni. Lo scopo, in tutti i casi, è quello di stabilizzare la lesione e impedire che questa si aggravi portando all’insorgere del distacco della retina.

Le degenerazioni retiniche non sono ereditarie e possono presentarsi a qualunque età, soprattutto nei soggetti che soffrono di miopia o che praticano attività sportiva o eseguono attività lavorative piuttosto pesanti, o ancora negli anziani. Vediamo di seguito quali sono le patologie retiniche che possono essere trattate con la fotocoagulazione laser.

In quali casi viene utilizzato il trattamento laser?

Il trattamento laser può essere efficace per molte patologie della retina. Ecco un elenco di quelle più comuni:

  • Retinopatia diabetica: questa è la complicanza oculare più comune del diabete mellito. Colpisce la retina alterandone la funzionalità dell’albero vascolare provocando ridotto apporto di sangue e sviluppo di nuovi vasi sanguigni patologici fino ad arrivare a conseguenze gravi quali emorragie e distacco della retina con perdita della vista. La procedura eseguita col laser in questo caso ha lo scopo di distruggere le porzioni di retina patologiche e prevenire lo sviluppo di conseguenze più gravi. È importante precisare però che questo tipo di intervento serve solamente a stabilizzare le condizioni della retina per evitare la degenerazione, ma non può portare miglioramenti delle condizioni visive. Proprio per questo è importante agire velocemente, non appena si presentano i primi sintomi della patologia.
  • Edema maculare: una condizione patologica che porta ad una raccolta di liquido sotto la retina a causa di un processo infiammatorio o di alterazione dei vasi sanguigni. In questi casi il laser può essere effettuato in modalità sottosoglia, ovvero cercando di stimolare la retina nel riassorbimento dell’edema. Dal momento che in questo caso non si ottiene una distruzione del tessuto retinico il trattamento può essere anche ripetuto nel tempo.
  • Retinoblastoma: un tumore maligno raro che colpisce la retina. Anche se può colpire soggetti di qualsiasi età, si sviluppa più comunemente nei primi cinque anni di vita. Proprio per questo è considerato tra i tumori maligni più comuni in età pediatrica. Nel caso in cui venga diagnosticato precocemente e sia di piccole dimensioni, si ricorre al laser per distruggere i vasi sanguigni che alimentano il tumore in modo da eliminarlo, lasciandolo privo di nutrimento.
  • Retinopatia del prematuro o fibroplasia retrolentale: una patologia vascolare della retina che può affliggere neonati prematuri. Anche in questo caso lo scopo dell’intervento è quello di distruggere il tessuto retinico malato e immaturo, preservando la capacità funzionale dell'apparato visivo.
  • Degenerazioni retiniche periferiche: sono casi in cui alcune zone della retina presentano delle fragilità strutturali ed è un problema che viene riscontrato soprattutto nei soggetti fortemente miopi. L’assottigliamento retinico nelle zone periferiche portato dall’allungamento del bulbo oculare può favorire le rotture retiniche e il distacco della retina. Il trattamento laser viene qui utilizzato come trattamento preventivo dato che è capace di rinforzare e sigillare le zone più a rischio.
  • Neovascolarizzazione coroideale: una condizione degenerativa che può presentarsi nei soggetti che soffrono di miopia patologica. Nei soggetti under 50 è considerata la principale causa di disabilità visiva. L’Argon laser in questo caso ha lo scopo di bruciare una lesione che possa minacciare la macula, ovvero la porzione retinica deputata alla visione distinta.

In cosa consiste il trattamento laser sulla retina?

Il trattamento focale con l’Argon laser viene eseguito in ambulatorio da un Medico Oculista. Dopo aver firmato il consenso informato, alla persona trattata viene praticata l’anestesia locale attraverso la somministrazione di gocce anestetiche e di un particolare tipo di collirio che serve a dilatare la pupilla. In alcuni casi, viene applicata sull’occhio una lente a contatto con filtri idonei al tipo di trattamento da eseguire. Dopodiché il medico inizierà la procedura vera e propria, utilizzando un puntatore per mirare le zone della retina da trattare. La seduta, in genere, dura dai 15 ai 20 minuti e, una volta conclusa, al paziente verrà applicato un collirio lubrificante e gocce di antinfiammatorio.

Nel corso della seduta il paziente potrebbe avvertire una leggera sensazione di fastidio, paragonabile a piccole punture e avvertire sensazioni di abbagliamento. Questi sintomi però sono di breve durata e del tutto normali. È importante tenere presente che, al termine della seduta, si avranno le pupille molto dilatate per cui è consigliabile portare con sé un paio di occhiali da sole e farsi riaccompagnare a casa da un parente o un amico.

Precauzioni pre e post trattamento

Non sono necessari particolari attenzioni nei giorni precedenti al trattamento mentre per il giorno dell’intervento e nei giorni successivi è consigliabile non affaticarsi troppo. È inoltre raccomandabile bere molta acqua per favorire l’idratazione del corpo vitreo che, essendo composto principalmente da acqua, tende a ridursi dopo il trattamento col laser. In alcuni casi il medico può prescrivere al paziente il riposo assoluto e consigliare l’utilizzo di integratori a base di sali minerali.

Possibili complicazioni ed effetti collaterali

Anche se si tratta di eventi piuttosto rari, il trattamento col laser focale non è esente da alcune complicazioni. Alcuni disturbi possono essere dovuti alla dilatazione della pupilla. Il paziente infatti potrebbe presentare:

  • arrossamento o lacrimazione causate dalla lente a contatto usata durante il trattamento;
  • congiuntivite allergica provocata dal collirio utilizzato per dilatare la pupilla;
  • accidentale fotocoagulazione nel centro della retina che può portare ad un abbassamento dell’acuità visiva;
  • emorragie nel corpo vitreo o retiniche, anche se sono piuttosto rare e si verificano per lo più nei pazienti che soffrono di diabete o di trombosi venose e vengono riassorbite in breve tempo;
  • diminuzione dell’acuità visiva.