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Nistagmo: che cosa è, sintomi, cura

Dott. Biagio Giorgio Gagliano

Dott. Biagio Giorgio Gagliano

OCULISTICA
Medico chirurgo specialista in Oftalmologia, microchirurgia oculare

17 Dicembre 2021

Sono diversi i disturbi legati agli occhi che possono colpire le persone, a tutte le età. Alcuni sono considerati fisiologici, altri possono nascondere patologie che solo la visita oculistica potrà accertare. Il nistagmo, per esempio, può presentarsi per diverse ragioni.

INDICE

Che cos’è il nistagmo

Si chiama nistagmo il movimento involontario dei bulbi oculari. In pratica, gli occhi oscillano, si muovono ritmicamente, su piani diversi: orizzontale, verticale oppure rotatorio. Si tratta solitamente di un movimento bifasico, caratterizzato da una lenta deviazione in un senso e da una rapida nella direzione opposta. Il nistagmo può essere fisiologico, e quindi non essere causato da nessun disturbo o malattia, oppure patologico, quando invece è collegato a un malfunzionamento delle aree del cervello preposte al movimento oculare.

Nistagmo fisiologico

Nel primo caso, il nistagmo è dovuto a movimenti naturali che gli occhi fanno per adattarsi alle immagini visualizzate che, a loro volta, risultano in movimento. Si tratta quindi di scatti involontari che fanno parte del riflesso vestibolo-oculare, capace di stabilizzare le immagini sulla retina. Per esempio, quando siamo in treno e guardiamo fuori dal finestrino, gli occhi seguono rapidamente il susseguirsi di oggetti e per questo i bulbi oscillano. In questo caso, quindi, si tratta di un evento temporaneo che non influisce in nessun modo sulla vista.

Tra i diversi tipi di nistagmo fisiologico troviamo:

  • optocinetico, quando dipende dall’occhio ed è causato da movimenti ripetitivi di un'immagine all’interno del campo visivo, come l’esempio del treno. Si tratta di un nistagmo a scosse, perché la prima fase, quella in cui l’occhio segue l’immagine, è lenta, mentre gli occhi tornano in posizione rapidamente
  • vestibolare, quando è relativo all’orecchio interno, solitamente collegato allo spostamento di endolinfa verso l’ampolla di un lato, come conseguenza di movimenti passivi del corpo o della testa oppure per l’irrigazione dell’orecchio con acqua calda 
  • end point o del punto finale/lateralità, presente in molte persone e suddiviso a sua volta tra nistagmo da affaticamento, da posizione finale non sostenuta o sostenuta

Nistagmo patologico

Quando invece il nistagmo è patologico, ogni movimento dei bulbi allontana l’oggetto che si osserva dal centro della retina, la fovea, di modo che esca dalla zona di visione centrale. Per questo il nistagmo patologico può ridurre notevolmente la vista. Si possono distinguere due tipi di nistagmo patologico: 

  • congenito, quando è presente dalla nascita e in genere è diagnosticato nelle prime settimane di vita
  • acquisito, quando si sviluppa nel corso della vita per motivi legati alla salute

Il nistagmo si differenzia anche per i movimenti che produce, che indicano la direzione

  • pendolare: i movimenti hanno la medesima velocità in entrambe le direzioni 
  • a scosse: i movimenti sono lenti da un lato, poi diventano repentini nel senso opposto (che indica la direzione)

Quando si valuta il nistagmo oculare, oltre a valutare il piano di oscillazione e la direzione, bisogna tenere conto anche dell’ampiezza (fine, media, larga) e della frequenza (bassa, elevata). 

Sintomi associati

Se il sintomo principale è ovviamente il peggioramento della vista a causa dei movimenti repentini dei bulbi oculari che impediscono la visione centrale, ci sono altri segnali che accompagnano l’insorgere di questo disturbo, alcuni oculari, come fotofobia, altri legati all’equilibrio, quindi vertigini, giramenti di testa, nausea, ma anche mal di testa e, in alcuni casi, irritabilità. 

Se il nistagmo è congenito solitamente non tende a peggiorare con il passare degli anni, ma qualora fosse presente una patologia oculare questa potrebbe aggravarsi col tempo.

Molte persone lamentano una percezione della profondità altamente ridotta, fattore che influenza in maniera importante i movimenti del corpo. Anche l’equilibrio può risentirne e alcune operazioni semplici, come salire le scale, possono essere compromesse.

Cause del nistagmo patologico

Le cause del nistagmo patologico possono variare a seconda del tipo di disturbo, che sia quindi congenito oppure acquisito.

Nel primo caso, cioè in presenza di nistagmo congenito, può trattarsi di un disturbo ereditario legato al genere e quasi sempre è accompagnato da una disfunzione del sistema visivo, come strabismo o difetti refrattivi. In ogni caso, solitamente si manifesta nei primi mesi di vita, per questo è molto importante effettuare una visita oculistica già da piccolissimi, per verificare insieme allo specialista che non ci siano anomalie legate all’apparato visivo. 

Se invece il disturbo insorge nel corso della vita, può essere conseguenza di malattie importanti. Solitamente i pazienti si rendono conto che qualcosa non va perché la vista cala drasticamente ma non solo: la percepiscono instabile e oscillante rispetto al campo visivo, lamentando quindi oscillopsia

Il nistagmo oculare acquisito può insorgere in ogni momento e le sue cause possono essere di origine oculare oppure no. 

Tra le ragioni per cui si sviluppa nistagmo riconducibili all’apparato visivo troviamo: 

Allo stesso modo, il nistagmo può essere causato da patologie che interessano il sistema nervoso centrale, come: 

  • ipoplasia del nervo ottico
  • sindrome di Ménière
  • sclerosi multipla
  • amaurosi congenita di Leber
  • sindrome di Down
  • ictus

Un’altra area che, se alterata, può provocare nistagmo oculare è ovviamente quella vestibolare, quindi dell’orecchio interno: infezioni, infiammazioni e altri disturbi possono avere conseguenze sul movimento degli occhi. 

Tra gli altri motivi che possono causare nistagmo oculare ci sono albinismo, tumori cerebrali, l’uso di alcuni farmaci o ancora abuso di alcol e droghe.

Diagnosi del nistagmo

In presenza di nistagmo oculare è bene consultare un medico oculista, che valuterà la situazione complessiva egli occhi. Solitamente lo specialista effettua un’analisi della struttura interna con un oftalmoscopio, oltre all’esame della vista. È importante che vengano analizzati anche i movimenti oculari per stabilire di che tipo di nistagmo si è in presenza. 

Per farlo in genere si analizza il movimento degli occhi mentre il paziente osserva un punto fisso, utilizzando in supporto una lampada a fessura che, ingrandendo l’immagine, cattura anche i movimenti minimi. L’oculista può anche sottoporre a un elettrooculografia, un test che registra, tramite elettrodi, i movimenti oculari.

È utile osservare anche il fondo oculare, la reattività pupillare, l’acuità visiva e la motilità degli occhi. Molte volte gli esami oculistici e ortottici si accompagnano a quelli neurologici o pertinenti all’apparato vestibolare. 

Tra gli strumenti di diagnostica utilizzati per evidenziare il nistagmo ci sono anche risonanza magnetica e tomografia computerizzata dell’encefalo.

Curare il nistagmo oculare

Come succede per molti disturbi dell’apparato visivo, è necessario individuare la causa del problema e, quindi, trattare la patologia stessa.

Se si tratta di cattive abitudini come abuso di alcol e consumo di droghe, o ancora l’uso di determinati farmaci, sarà necessario interrompere per veder scomparire il nistagmo, anche se non sempre si risolve completamente. 

Tra le possibili soluzioni, almeno in parte, del nistagmo oculare troviamo: 

  • farmaci per ridurne la gravità, che però possono avere effetti collaterali anche importanti
  • intervento chirurgico per riposizionare i muscoli che muovono gli occhi, migliorando un po’ la vista
  • occhiali e lenti a contatto, utili in caso di presenza di altri difetti
  • supporti per ipovedenti, come caratteri più grandi o maggiore illuminazione

Se il nistagmo è causato da problematiche non collegate direttamente all’apparato oculare, saranno gli specialisti di competenza, come per esempio neurologo o otorino, a valutare il miglior trattamento.

Il nistagmo oculare è un movimento involontario dei bulbi oculari che può essere fisiologico, quando gli occhi si adeguano all’immagine o quando viene indotto, oppure patologico. Può compromettere la vista ed essere sintomo di disturbi importanti, e quindi è fondamentale rivolgersi in prima istanza al proprio oculista per una visita approfondita.