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Uretrocistoscopia: cos’è, come si esegue e quando viene prescritta

Dott. Federico Beretta

Dott. Federico Beretta


Medico Chirurgo

8 Novembre 2020 - Ultima modifica: 18 Marzo 2021

L'uretrocistoscopia è un esame diagnostico endoscopico che permette di visualizzare dall'interno la vescica e l'uretra, al fine di diagnosticare patologie che possono colpire le vie urinarie.

L'uretrocistoscopia è un esame endoscopico che permette di visualizzare le pareti interne della vescica e dell'uretra. Si tratta di una procedura eseguita a livello ambulatoriale, del tutto sicura e che non comporta alcun rischio per il paziente. Grazie all'utilizzo di un apposito strumento chiamato cistoscopio, la tecnica è mininvasiva ed è generalmente eseguita in anestesia locale, sebbene talvolta la percezione di fastidio possa essere intensa.

Questo test è essenziale per diagnosticare e trattare malattie che colpiscono la vescica e l'uretra, come infezioni alle vie urinarie, cistiti, calcoli, iperplasie prostatiche o tumori.

Indice:

  1. Cos'è l'uretrocistoscopia e come si esegue
  2. Quando si effettua l'uretrocistoscopia
  3. Controindicazioni ed effetti collaterali

Cos'è l'uretrocistoscopia e come si esegue?

L'uretrocistoscopia è una procedura diagnostica finalizzata all'esplorazione visiva delle pareti interne dell'uretra e della vescica al fine di individuare patologie a carico delle vie urinarie; inoltre, la possibilità di inserire appositi strumenti nel cistoscopio consente di effettuare una cistoscopia operatoria per prelevare campioni di tessuto da sottoporre a biopsia al fine di individuare e trattare eventuali anomalie.

Preparazione

Per poter effettuare l'esplorazione, nella settimana che precede l'esame, il paziente dovrà sottoporsi ad un'adeguata preparazione: al momento dell’esame il paziente dovrà presentare delle urine sterili, pertanto dovrà eseguire preventivamente un esame delle urine con urinocoltura e ABG; nei giorni prima dell'esame dovrà inoltre cominciare una profilassi antibiotica da continuare per 4-5 giorni dopo l'uretrocistoscopia.

Nel caso di pazienti sottoposti a terapia anticoagulante o antiaggregante, è opportuno consultare il proprio curante per provvedere alla sostituzione temporanea dei farmaci. Infine, prima dell'esame il paziente dovrà urinare per svuotare completamente la vescica.

Procedura

L'uretrocistoscopia viene eseguita utilizzando un apposito strumento a fibre ottiche denominato cistoscopio, ossia un lungo tubicino rigido o flessibile, dotato di una piccola telecamera all'estremità, che trasmette le immagini su di un monitor.

Il cistoscopio viene inserito attraverso l'uretra e risale fino a raggiungere la vescica, la quale viene distesa con soluzione fisiologica al fine di poter ispezionare meglio la mucosa vescicale; generalmente viene preferito il cistoscopio flessibile in quanto, grazie al suo calibro sottile e alla possibilità di essere curvato, non solo risulta meno invasivo ma consente anche una migliore visione endovescicale.

La cistoscopia transuretrale è nota, soprattutto nell'uomo, per essere particolarmente fastidiosa, per questo, solitamente, viene eseguita applicando un apposito gel lubrificante contenente anestetico; tuttavia, nel caso di dolore più intenso, l'urologo può decidere di procedere con una sedazione locale. A seconda dei casi, l'esame può essere effettuato in regime ambulatoriale oppure, come nel caso di cistoscopia operatoria, in ospedale. L'esame ha una durata variabile che può andare dai 5 ai 30 minuti.

Quando si effettua l'uretrocistoscopia

L'uretrocistoscopia viene prescritta ai pazienti che presentano sintomi urologici come:

  • Ematuria, ossia la presenza di sangue nelle urine
  • Disuria o stranguria, ossia minzione difficoltosa o dolorosa
  • Ritenzione urinaria, ossia l'impossibilità di svuotare la vescica
  • Urgenza minzionale
  • Infezioni ricorrenti alle vie urinarie
  • Cistiti frequenti
  • Calcoli vescicali o renali
  • Stenosi uretrali, ossia il restringimento del canale uretrale
  • Lesioni uretrali
  • Dolore pelvico cronico
  • Ingrossamento della prostata

Questo test diagnostico è utilizzato per individuare, monitorare e trattare malattie che colpiscono la vescica e le vie urinarie. Nello specifico l'esame viene prescritto per indagare patologie come:

  • Cistiti
  • Neoformazioni vescicali
  • Calcolosi
  • Iperplasie prostatiche
  • Polipi
  • Diverticoli

Oltre all'uretrocistoscopia esplorativa è possibile effettuare una cistoscopia con scopo terapeutico: il cistoscopio può infatti essere equipaggiato con strumentazioni chirurgiche per interventi mini-invasi, i quali consentono di trattare i problemi urinari rimuovendo ad esempio calcoli, diverticoli, corpi estranei o altre formazioni anomale.

Controindicazioni ed effetti collaterali

Sebbene non esistano particolari controindicazioni, questo test non può essere eseguito nei pazienti con un'infezione urinaria in corso; in alcuni casi, inoltre, particolari conformazioni anatomiche dell'uretra potrebbero rendere la procedura più difficoltosa.

Dopo la procedura il paziente può riprendere immediatamente le proprie consuete attività, avendo cura di evitare sforzi eccessivi e di assumere molta acqua per alleviare il fastidio e favorire la fuoriuscita di urina. Per quanto riguarda la ripresa dell'attività sessuale si consiglia un periodo di riposo di qualche giorno per scongiurare l'insorgere di infezioni ed infiammazioni. 

L'uretrocistoscopia è un esame del tutto sicuro che non comporta complicazioni, tuttavia dopo l'esecuzione il paziente potrebbe avvertire bruciore durante la minzione o emettere urina rosata; si tratta di disturbi temporanei che tendono a sparire nel giro di pochi giorni. Un altro degli effetti collaterali più comuni è un temporaneo gonfiore uretrale, che può rendere difficoltosa la minzione, ma raramente l'ostacolo assume entità tali da richiedere l'inserimento di un catetere. Un bagno caldo o l'applicazione di un panno umido possono aiutare a lenire il bruciore pelvico.