PB Salute Logo

Prolasso della vescica

Sinonimi: Cistocele

Dott.ssa Francesca Colapietro

Dott.ssa Francesca Colapietro


Medico Chirurgo

18 Dicembre 2020 - Ultima modifica: 5 Luglio 2021

Indice:

  1. Introduzione
  2. Cosa s’intende per prolasso della vescica
  3. Quali sono le cause
  4. I sintomi del prolasso della vescica e le malattie associate
  5. Diagnosi
  6. I rischi
  7. Prevenzione del prolasso della vescica
  8. Come si cura il prolasso della vescica

Introduzione

Le donne che ne soffrono possono lamentare diversi sintomi che vanno da una sensazione di fastidio nella zona pelvica dopo essere state molto tempo in piedi, a disfunzioni vescicali quali l’incontinenza urinaria o la difficoltà allo svuotamento vescicale completo durante la minzione.

Per una corretta diagnosi è necessario rivolgersi al proprio ginecologo.

 Ovviamente non tutti i casi di cistocele sono della stessa gravità, per cui anche la risoluzione del problema può richiedere da semplici esercizi di rinforzo muscolare fino all’intervento chirurgico.

Cosa si intende per prolasso della vescica

Il prolasso della vescica consiste nella dislocazione (scivolamento) della vescica in vagina a causa di un indebolimento delle strutture della parete pelvica ed in particolare della fascia che si interpone tra vescica e vagina (fascia vescico-vaginale). Tale indebolimento si verifica a seguito di traumi significativi, come quello del parto; oppure per variazioni ormonali, come quelle che avvengono in menopausa; oppure a seguito di interventi chirurgici (es. isterectomia). Le donne sono dunque i soggetti più colpiti.

Il cistocele, a seconda della sua gravità, può essere classificato in tre diversi gradi (esistono anche altre classificazioni):

  1. Cistocele lieve o di primo grado. In questo caso solo una piccola parte della vescica prolassa in vagina, pertanto le pazienti sono perlopiù asintomatiche o lamentano sintomi lievi.
  2. Cistocele moderato o di secondo grado. In questo caso la vescica scivola verso la parte inferiore della vagina. I sintomi in tal caso sono più comuni e potrebbero inficiare la qualità della vita della paziente.
  3. Cistocele grave o di terzo grado. È la forma di prolasso più grave ed è sintomatica; in tal caso il danno della fascia vescico-vaginale è tale da consentire alla vescica di protrudere completamente dentro la vagina e sporgere esternamente attraverso le labbra genitali.

Quali sono le cause

Il prolasso vescicale, come già accennato, ha come causa principale l’indebolimento del pavimento pelvico; per pavimento pelvico si intende l’insieme dei muscoli, legamenti e tessuto connettivo che si trovano nello scavo pelvico, inferiormente nella cavità addominale. Queste strutture hanno un ruolo fondamentale, in quanto sostengono gli organi presenti in questa sede anatomica: non solo la vescica ma anche utero, uretra, e il retto.

Potrebbe esserci una certa predisposizione genetica al cistocele, pertanto è più facile soffrirne in presenza di una certa familiarità.

Sono tuttavia i traumi i principali responsabili del deterioramento delle strutture del pavimento pelvico, fino alla loro rottura; tra le cause di traumi troviamo principalmente:

  • Il parto naturale: la muscolatura della zona pelvica, infatti, dopo il parto deve riacquistare tonicità ed elasticità. Pertanto, sono più a rischio le donne che hanno partorito più volte.
  • Gravidanza: il peso del bambino e l’aumento delle dimensioni dell’utero provocano una pressione sulle strutture del pavimento pelvico causandone l’indebolimento.
  • Sollevamento di carichi pesanti: soprattutto quando fatto in modo errato, può esercitare una certa pressione a livello del pavimento pelvico e predisporre al cistocele.
  • Invecchiamento e menopausa: la ridotta produzione di estrogeni che si verifica durante questa fase della vita si associa ad una ridotta resistenza del tessuto connettivo del pavimento pelvico.
  • Stipsi cronica: l’eccesivo sforzo durante le evacuazioni indebolisce muscoli e tessuto connettivo del pavimento pelvico.
  • Isterectomia: l’intervento chirurgico può rendere il pavimento pelvico più fragile contribuire all’aumentato rischio di prolasso vescicale.
  • Obesità o sovrappeso.
  • Tosse nella bronchite cronica.

I sintomi del prolasso della vescica e le malattie associate

I sintomi sono differenti a seconda della gravità del prolasso. Soprattutto le forme lievi, talvolta quelle moderate, non sono associate ad alcun sintomo tanto che molte donne non sanno neanche di soffrirne.

Altre forme moderate, e sempre quelle severe, sono invece associate a disturbi invalidanti ed inficianti la qualità della vita tra cui:

  • Dolore o senso di pressione nella zona pelvica, in particolare quando si sta molte ore in piedi.
  • Difficoltoso o incompleto svuotamento vescicale, con un aumento del numero di minzioni quotidiane.
  • Incontinenza urinaria.
  • Continua urgenza minzionale.
  • Difficoltà ad avere rapporti sessuali e dolore durante il rapporto.
  • Riduzione di sensibilità vaginale, che spesso può arrivare all’impossibilità di raggiungere l’orgasmo.
  • Infezioni delle vie urinarie ricorrenti

In qualsiasi caso, anche in presenza di sintomi lievi, è raccomandato consultare il proprio ginecologo.

La presenza di un pavimento pelvico più debole, inoltre, potrebbe essere associata ad un aumentato rischio di prolasso uterino.

Diagnosi

È sempre raccomandato rivolgersi ad un ginecologo (o ad un urologo) nel caso si sospetti un prolasso vescicale; nessun sintomo va sottovalutato.

Dopo un’attenta anamnesi, il ginecologo passerà all’esame obiettivo con l’esplorazione vaginale, verificando la condizione della vescica della donna sia in clinostatismo che in ortostatismo. Durante la visita, il medico potrebbe chiedere alla paziente di contrarre i muscoli pelvici in modo da controllare la forza della muscolatura stessa.

In aggiunta, a volte possono essere raccomandati degli esami di laboratorio e radiologici, utili alla stadiazione della patologia e all’eventuale esclusione di complicanze. Tra questi:

  • Cistouretrografia minzionale: si tratta di un esame radiografico che fa uso di mezzo di contrasto; consente di osservare la forma della vescica ed eventualmente lo svuotamento incompleto della vescica durante la minzione. La procedura potrebbe essere un pochino fastidiosa per la necessità di introdurre il mezzo di contrasto direttamente in vescica
  • Altre tecniche di imaging: ad esempio ecografia e risonanza, che consentono di fare uno studio anatomico più completo dell’area di interesse.
  • Esame delle urine: richiesto nei casi in cui la paziente riferisca dei sintomi sospetti per infezione delle vie urinarie; il medico potrà inoltre richiedere in associazione all’esame urine una urinocoltura per valutare la prescrizione di farmaci antibiotici adeguati.
  • Questionari appositi: le domande verteranno sulla sensazione di dolore e quanto i sintomi influiscano sulla vita quotidiana della paziente.

I rischi

Le pazienti affette da cistocele non sono assolutamente a rischio di vita, tuttavia la loro qualità di vita è ridotta. Inoltre, in assenza di un corretto trattamento, il prolasso vescicale è destinato a peggiorare significativamente, e quindi anche i sintomi correlati risulteranno più severi, frequenti ed invalidanti.

Prevenzione del prolasso della vescica

Sebbene in alcuni casi, come quello del parto naturale, non sia possibile eliminare i fattori di rischio del prolasso vescicale, un corretto allenamento del pavimento pelvico e alcune sane abitudini quotidiane possono aiutare a prevenirlo. Per rinforzare la muscolatura della zona si possono eseguire gli esercizi di Kegel. Per quanto riguarda la vita di tutti i giorni è bene seguire una dieta ricca di fibre per evitare la stipsi, sollevare i pesi nel modo corretto, evitare il fumo per prevenire tosse cronica e bronchiti e perdere peso nei casi di sovrappeso o obesità.

Come si cura il prolasso della vescica

Il trattamento del cistocele dipende dal suo grado di severità e dalla presenza di condizioni associate- ad esempio, il prolasso uterino.

In caso di cistocele lieve basterà utilizzare le misure preventive descritte: in tal modo si eviterà che il prolasso aumenti andando a inficiare la qualità della vita.

Nel caso la situazione si aggravasse, è opportuno ricorrere alle cure specifiche indicate dal proprio ginecologo o urologo. Tendenzialmente, all’inizio si ricorre a trattamenti non chirurgici, come la terapia a base di estrogeni o il pessario. Quest’ultimo è un anello costituito da materiale flessibile come la gomma o il silicone che va inserito profondamente nella vagina, a livello del fornice posteriore, in modo tale da sostenere in modo meccanico la vescica e prevenirne il prolasso. Ovviamente, sarà il medico a istruire la paziente sul modo giusto di inserirlo e come pulirlo al meglio.

Questi trattamenti potrebbero tuttavia fallire. In questo caso, o laddove il cistocele fosse già di grado severo o associato al prolasso uterino, il medico specialista potrebbe porre indicazione all’intervento chirurgico. L’intervento consiste nel riportare la vescica nella sua normale sede anatomica, andando poi a “riparare” la porzione di tessuto lacerato tramite diverse strategie. L’operazione non è scevra da complicanze e purtroppo il cistocele potrebbe recidivare a distanza di anni.