PB Salute Logo

Dermatite allergica

Dott. Federico Beretta

Dott. Federico Beretta


Medico Chirurgo

22 Dicembre 2020 - Ultima modifica: 20 Giugno 2021

Indice:

  1. Introduzione
  2. Dermatite allergica: cos’è
  3. Cause
  4. Sintomi
  5. Gli allergeni che la scatenano
  6. Le aree del corpo più colpite
  7. Dermatite allergica da nichel
  8. Dermatite allergica da cromo

Introduzione

La dermatite allergica – conosciuta anche con il nome di eczema allergico – è una malattia infiammatoria della pelle. Non è contagiosa e si presenta sotto forma di infiammazione cutanea non controllata e violenta che provoca una risposta immunitaria immediata dei linfociti in presenza di sostanze che sono estranee e ritenute pericolose per l’organismo. La dermatite è una patologia della pelle piuttosto complessa, con diverse eziologie (infettiva, irritativa, tossica o allergica). In generale, le lesioni della pelle sono spesso associate alla presenza di infezioni batteriche e all’indebolimento delle difese immunitarie che rappresentano fattori di rischio per lo sviluppo di una dermatite allergica. Nei neonati e nei bambini l’eczema allergico è spesso il risultato di una reazione dovuta ad un’allergia alimentare.

Dermatite allergica: che cos’è?

La dermatite allergica è un’infiammazione della pelle che è causata dalla reazione dell’organismo ad alcune sostanze, dette allergeni, chimiche o naturali. Questi elementi vengono percepiti come pericolosi dal corpo che attiva una risposta immunitaria, provocando una irritazione cutanea più o meno grave. l sintomi più comuni sono eritema, gonfiore, prurito o la formazione di piccole bolle e vescicole. La gravità è legata al singolo paziente e alle zone che vengono a contatto con la sostanza. Spesso, però, l’irritazione colpisce tutto il corpo. La dermatite allergica si può curare utilizzando dei rimedi topici, come le creme a base di cortisone, che consentono di ridurre il gonfiore, il prurito e l’infiammazione. In ogni caso, è consigliato evitare totalmente il contatto con l’allergene. Per individuare la sostanza responsabile della patologia sarà necessario effettuare un patch test dal dermatologo.

Cause

La dermatite allergica è causata dal contatto con delle sostanze, chiamate allergeni, che provocano una reazione eccessiva del sistema immunitario. Dopo che è avvenuto il primo contatto fra l’allergene e la pelle, le cellule immunitarie si sensibilizzano. Ciò significa che riconosceranno in futuro la sostanza molto più velocemente. La dermatite allergica si manifesta immediatamente con prurito, gonfiore e arrossamento cutaneo. Dopo la prima esposizione, il paziente di solito manifesta una sintomatologia dopo qualche settimana, mentre al secondo contatto, quando l’organismo è già sensibilizzato, la malattia si manifesta molto più rapidamente. Nei soggetti più sensibili, la dermatite allergica può presentarsi anche in zone che sono molto lontane da quella di contatto.

Sintomi

I sintomi della dermatite allergica sono piuttosto evidenti e comprendono eritema, infiammazione, prurito costante, irritazione, gonfiore, disepitelizzazione e crosticine, accompagnate da vescicole. Le lesioni, il più delle volte, sono circoscritte all’area di contatto, ma possono anche diffondersi in altre zone. Dopo il primo contatto con l’allergene, come già detto, la dermatite allergica può presentarsi dopo qualche giorno. Il primo sintomo è una infiammazione dell’area colpita, seguita da prurito e arrossamento. La patologia progredisce con la comparsa di bolle e vescicole che scoppiano, creano lesioni antiestetiche e crosticine, dolorose e fastidiose. Con il tempo la dermatite allergica può cronicizzare e degenerare portando ad alterazioni della cute che diventa spessa e resistente, coprendosi di squame con una pigmentazione marcata.

Dermatite allergica: diagnosi

La diagnosi di dermatite allergica viene effettuata con un patch test. Questo esame prevede di mettere a contatto con la cute per un periodo di 48 ore le sostanze potenzialmente allergizzanti. L’applicazione avviene con l’uso di dischetti bianchi, tenuti in sede da cerotti, che coprono la pelle. A distanza di due giorni si possono svolgere due letture per valutare lo sviluppo o meno della dermatite allergica. Se l’area presenta prurito, vescicole, gonfiore ed eritema il test è positivo. Ciò significa che il paziente è allergico a quella sostanza. La lettura del test risulta piuttosto complessa, per questo può essere effettuata esclusivamente da uno specialista.

Dermatite allergica: gli allergeni che la scatenano

Esistono moltissimi allergeni che possono scatenare la dermatite allergica. Dai profumi alle sostanze sintetiche che sono presenti all’interno di molti prodotti, come medicinali o cosmetici. Per la maggior parte delle persone queste sostanze risultano innocue ma, quando vengono a contatto con soggetti sensibili, possono causare molti danni. L’organismo, infatti, intercettando un potenziale pericolo, attiva una risposta immunitaria, scatenando la manifestazione allergica. È sufficiente anche una piccola quantità di allergene per causare la dermatite allergica. A differenza dell’intolleranza, la dose a cui è sottoposto il corpo non è importante, ma non sono presenti gli altri sintomi delle allergie alimentari, come nausea, diarrea o vomito.

Fra gli allergeni più comuni troviamo i metalli come il nichel e il cobalto. In particolare, queste sostanze causano frequentemente danni perché si trovano in moltissimi oggetti di uso comune. Il nichel è presente nei gioielli di bigiotteria, negli accessori, negli occhiali e nelle forbici. Il cobalto si può trovare in tinture e vernici, nella carta, nei cosmetici nello shampoo, negli smalti e nei disinfettanti. Un altro metallo legato alla dermatite allergica è il cromo che è presente in grandi quantità nel cemento. Gli allergeni possono essere anche di origine vegetale, come la propoli, gli oli essenziali ed il balsamo del Perù. Si tratta di elementi che si possono trovare in detergenti e cosmetici e che possono scatenare la patologia.

Dermatite allergica: le aree del corpo più colpite

Alcune aree del colpo sono maggiormente soggette a soffrire di dermatite allergica. Il più delle volte questa patologia colpisce il viso, una zona molto sensibile ed esposta per via dell’uso di cosmetici e prodotti di bellezza che possono contenere allergeni. Se il paziente è sensibili ad alcuni metalli, come il nichel, la dermatite allergica potrebbe presentarsi su orecchie, polsi e collo per via dell’uso di gioielli o di profumi. In alcuni soggetti la malattia si presenta a livello delle ascelle, per via della composizione dei deodoranti, oppure sulle mani. Quest’ultima parte del corpo è spesso quella in cui la reazione allergica si manifesta con frequenza maggiore perché è quella che entra in contatto con più oggetti.

Come si cura la dermatite allergica?

La dermatite allergica non presenta una cura specifica. L’unico modo per trattare la malattia è quello di prevenirla. Dopo la prima reazione allergica, che porta alla sensibilizzazione, il paziente dovrebbe evitare il contatto con la sostanza che scatena la patologia. Questa condizione diventa problematica quando è impossibile evitare il contatto con l’allergene. In questo caso è possibile fare ricorso a medicinali ad uso topico, come i corticosteroidi, che garantiscono una potente azione antinfiammatoria grazie alla modulazione della risposta immunitaria. In particolari casi il medico può decidere di prescrivere al paziente una cura a base di corticosteroidi per via orale. I rimedi naturali invece sono considerati poco efficaci.

Dermatite allergica da nichel

Il nichel è un elemento presente in diversi metalli. Si può trovare sia nei gioielli di bigiotteria, sia in oggetti che fanno parte della quotidianità, come chiavi, montature degli occhiali, cerniere lampo o monete. Poiché si trova nel terreno, una certa concentrazione di nichel è riscontrabile anche negli alimenti, come frutta secca, cacao, cereali integrali, frutti di mare e molte verdure. Poiché è impossibile determinare con precisione la quantità di sostanza presente nei cibi, nei soggetti che presentano una dermatite allergica da nichel si procede con una dieta che prevede l’eliminazione successiva dei diversi alimenti. Questo consente di ridurre l’esposizione ed individuare le fonti della reazione allergica. Numerosi studi hanno mostrato come sia in aumento la percentuale di persone allergiche a questa sostanza che rimane la causa più comune di dermatite allergica. Si parla, infatti, di patologia sistemica da nichel. L’esordio può avvenire in 24/36 ore dopo il primo contatto con sintomi quali infiammazione, secchezza della pelle, prurito, bolle, vescicole e piccole lesioni. Quest’ultime vanno trattate da subito utilizzando creme steroide o compresse di antistaminico in base alle indicazioni del medico. Solitamente lo sfogo si risolve evitando il contatto con l’allergene.

Dermatite allergica da cromo

La dermatite allergica da cromo è considerata meno diffusa rispetto a quella da nichel. Nonostante ciò, non va in alcun modo sottovalutata. Il cromo, infatti, è una sostanza che viene usata ampiamente nella lavorazione industriale. Si può trovare negli oggetti in cuoio, nei capi d’abbigliamento in pelle e in molti tessuti poiché viene utilizzato per fissare i colori. Questo metallo è anche una componente del cemento, per questo ne viene fatto largo uso in edilizia, e si può trovare nelle vernici e negli sbiancanti. Il cromo è una sostanza sfruttata anche nel settore della cosmesi: è alla base della colorazione delle tinte per capelli e degli smalti per unghie. Infine, proprio come il nichel, il cromo si può rinvenire in molti alimenti, quali uova, vitello, tacchino, manzo, farina integrale, birra, funghi, patate e cacao. Fra i soggetti più esposti troviamo chi lavora nell’edilizia, ma anche chi ha tatuaggi. Il cromo, infatti, si trova spesso nei pigmenti giallo-verde per tattoo.