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Dermatite atopica

Dott.ssa Lucrezia Fago

Dott.ssa Lucrezia Fago


Medico Estetico

5 Dicembre 2020 - Ultima modifica: 16 Giugno 2021

Indice:

  1. Introduzione
  2. Cos'è
  3. Le cause
  4. I sintomi
  5. La diagnosi
  6. La cura
  7. L'impatto sulla vita

Introduzione

Spesso abbreviata in DA, e chiamata anche eczema costituzionale, la dermatite atopica è un’infiammazione della pelle che - nei Paesi industrializzati - colpisce il 20% dei bambini e il 2,5-3% degli adulti (fonte). Si tratta dunque di un problema dermatologico piuttosto comune che, seppur non grave, ha un impatto sulla vita di chi ne soffre. Il paziente affetto da dermatite atopica presenta chiazze rosse con vescicole e una pelle secca e pruriginosa in diverse aree del corpo: mani, piedi, polsi, ginocchia, caviglie, viso, collo, torace, gomiti. Arrossamento e prurito sono i sintomi più frequenti, nell’adulto come nel bambino.

Circa il 25% dei bambini affetti da dermatite atopica continuerà ad avere le manifestazioni cliniche tipiche della malattia anche in età adulta, con un impatto complessivo corrispondente al 2-5% della popolazione adulta. Negli adulti, peraltro, la patologia si fa ancor più fastidiosa in quanto l’eczema spesso tende a colpire la zona intorno agli occhi, la testa e gli angoli della bocca, causando gonfiore, secchezza e prurito.

Dermatite atopica: che cos’è?

La dermatite atopica è una patologia non infettiva di tipo infiammatorio di origine allergica. Il suo esordio avviene in genere in età pediatrica, ma è una malattia che tende a cronicizzarsi: il paziente che ne è affetto alterna periodi di remissione e fasi acute, per diverso tempo (fino all’età adulta, e in alcuni casi anche oltre).

Ad esserne colpiti sono prevalentemente i neonati per via della non completa formazione del sistema immunitario. In genere, la dermatite atopica compare entro i primi cinque anni d’età: inizialmente il bambino presenta pelle secca, arrossamento e prurito localizzati su volto, tronco e gambe. Col progredire della crescita, in quelle stesse aree si verifica una desquamazione della cute. Fino all’adolescenza, quando la patologia tende a risolversi spontaneamente.

Dermatite atopica: le cause

Le cause della dermatite atopica sono molteplici, tanto che si parla di disturbo multifattoriale: predisposizione genetica, diatesi allergica, ambiente e stato psicosomatico concorrono nella nascita e nella riacutizzazione della patologia.

Stress, esposizione a sostanze irritanti, sudorazione, allergeni alimentari e inalati: tutte concause, queste, di un’iperattività infiammatoria immunomediata della pelle. La barriera cutanea viene alterata, il metabolismo dei lipidi che l’epidermide contiene si modifica, e la pelle (specialmente quella del viso) si fa secca, ruvida e pruriginosa. In sostanza, l’organismo reagisce in maniera eccessiva alle sostanze irritanti esterne, agli allergeni, all’inquinamento, allo stress, alla sudorazione, ai detergenti aggressivi, al fumo, all’aria secca, ai tessuti in lana o sintetici, che penetrano nella pelle e scatenano manifestazioni cutanee ma anche - talvolta - sindromi respiratorie.

Un soggetto ha più probabilità di soffrire di dermatite atopica se:

  • ne soffrono i suoi genitori;
  • il suo sangue è soggetto ad un aumento dei livelli di anticorpi IgE, che riconoscono l’allergene e stimolano la produzione di istamina (causa di eritemi e di prurito);
  • la sua pelle è tendenzialmente secca;
  • fa largo uso di detergenti aggressivi, capaci di alterare il film lipidico;
  • è affetto da malattie allergiche quali asma, rinite allergica, orticaria o allergie alimentari;
  • soffre di asma o febbre da fieno.

Specialmente nei bambini più grandi e negli adulti, la dermatite atopica ha una larga componente psicosomatica. Ma ci sono anche comportamenti che possono scatenarla o peggiorarne i sintomi:

  • bagni caldi
  • stress
  • rapidi cambi di temperatura
  • tessuti irritanti
  • eccessiva sudorazione
  • fumo di sigaretta
  • elevato inquinamento

Dermatite atopica: con quali sintomi si manifesta?

Tipicamente, chi soffre di dermatite atopica avverte la presenza di pelle secca e arrossata in alcune zone del corpo. In quelle aree, la cute è soggetta a desquamarsi e a screpolarsi, e la persona avverte una sensazione di prurito. L’eczema può manifestarsi in diversi modi: c’è chi presenta solo di un lieve eritema e chi, al contrario, sviluppa una grave lichenificazione (ispessimento cutaneo a cui segue un’accentuazione della trama della cute). Le parti del corpo più spesso interessate sono il viso, le mani e le pieghe flessorie di gomiti e ginocchia nei neonati e nei bambini; le palpebre, il contorno delle labbra e il dorso delle mani negli adulti.

Assieme alla pelle secca, al prurito e alla desquamazione, è possibile che compaiano altri sintomi:

  • ragadi;
  • talloni screpolati;
  • unghie ispessite e opache;
  • insonnia (soprattutto nei bambini, per via del prurito che fa insorgere disturbi del sonno);
  • congiuntivite;
  • eosinofilia (aumento del numero di eosinofili nel sangue periferico);
  • cheratosi pilare (disturbo che causa la formazione di tappi cheratinici, ad occludere gli orifizi da dove fuoriescono i peli).

Dermatite atopica: la diagnosi

Per effettuare la diagnosi, il medico dermatologo si basa essenzialmente sull’analisi dei sintomi riferiti dal paziente e sull’osservazione visiva dell’eczema presente, così da escludere altre patologie dalla sintomatologia per certi versi simile: dermatite seborroica, scabbia, dermatiti allergiche da contatto.

Se sospetta una dermatite atopica, andrà poi ad eseguire un Patch Test. Il Patch Test serve ad identificare quelle sostanze che, una volta a contatto con la pelle, scatenano una reazione infiammatoria a livello locale: l’esame consiste nell’applicazione di appositi cerotti, contenenti ciascuno una o più sostanze con potenziale allergenico, sulla parte alta del dorso. Questi vanno tenuti per 48 ore, dopodiché il dermatologo li rimuove per rilevare l’eventuale presenza di reazioni a quello specifico patch quali arrossamenti, vescicole, edemi o papule. Il Patch Test serve anche a valutare la sensibilizzazione ad allergeni inalati (specialmente gli acari della polvere) in pazienti con dermatite atopica. Altri esami utili per una diagnosi completa di dermatite atopica sono il Prick Test, PRIST e il RAST. Il primo si esegue mediante inoculazione di piccole quantità di allergeni specifici nella pelle per osservarne la reazione, mentre il PRIST e il RAST test consistono nel dosaggio e nel riconoscimento delle IgE specifiche verso determinati allergeni mediante prelievo di sangue venoso dal paziente.

Cure e terapie per la dermatite atopica

Gestire la dermatite atopica, dal punto di vista terapeutico, non è semplicissimo: il suo andamento è infatti di tipo cronico-recidivante, ed è anche fortemente legato allo stato psicologico del paziente. Ciò a cui la terapia mira è dunque ottenere una stabilizzazione a lungo termine, diminuire la sintomatologia e prevenire le riacutizzazioni della malattia.

Il trattamento della dermatite atopica, prima ancora che dai farmaci, comincia dall’igiene della cute: è importante che il paziente (o i suoi genitori, in caso a soffrirne sia un neonato o un bambino) utilizzi solo detergenti ipoallergenici e altamente idratanti, sotto forma di olio o di crema. L’acqua del bagno o della doccia non deve essere né troppo calda né troppo fredda, e bisogna restarvi immersi per non più di cinque minuti asciugandosi poi delicatamente, senza sfregare. Il dermatologo può poi prescrivere una soluzione emolliente: latti, balsami, unguenti o creme scelti sulla base della gravità del disturbo e sulla loro tollerabilità da parte del paziente. Ricchi di ceramidi, acidi grassi polinsaturi e vitamine, gli emollienti aiutano a ridurre l’infiammazione, a riparare la barriera cutanea e a diminuire la sensazione di prurito. Se poi sono presenti delle lesioni, per agire sull’infiammazione il medico prescrive in genere una terapia antinfiammatoria a base di corticosteroidi topici. Spesso, per il controllo della malattia, si associa (in fase non acuta) l’applicazione due giorni alla settimana di corticosteroidi nelle zone più soggette a recidiva all’applicazione quotidiana di creme emollienti: una soluzione, questa, che aiuta a tenere sotto controllo anche il prurito che - se particolarmente intenso - può causare insonnia in chi soffre di dermatite atopica.

In casi da lievi a moderati, dal 2018 in Italia si utilizza un farmaco di nuova concezione a base di dupilumab, anticorpo monoclonale umano in grado di inibire contemporaneamente l’interleuchina-4 e l’interleuchina-13, citochine infiammatorie coinvolte più di tutte nella patogenesi della dermatite atopica.

Al di là della terapia prescritta dal medico, è importante che chi soffre di dermatite atopica lavori sulle sue abitudini di vita, adottando comportamenti che possano alleviare i sintomi e prevenire l’insorgenza delle riacutizzazioni. Nello specifico, è importante:

  • usare detergenti delicati per il bagno e per la doccia;
  • non dimenticare di applicare l’emolliente prescritto;
  • diluire sostanze antisettiche come l’ipoclorito di sodio nell’acqua utilizzata per lavarsi, un paio di volte alla settimana (anche quotidianamente, nei neonati);
  • non immergersi nell’acqua troppo calda, né restare immersi troppo a lungo (5 minuti è il tempo massimo);
  • evitare detergenti e cosmetici contenenti proteine potenzialmente allergizzanti, come i prodotti a base di frutta secca;
  • per il neonato, è consigliabile utilizzare oli da bagno;
  • evitare l’esposizione (per quanto possibile) al fumo di sigaretta, l’inquinamento atmosferico, gli acari della polvere, il polline;
  • mantenere una temperatura fresca in camera da letto;
  • evitare il contatto con animali domestici.

Dermatite atopica: l’impatto sulla vita

Secondo lo studio “Comorbidities and the impact of atopic dermatitis”, condotto nel 2019 dal Dottor Jonathan I Silverberg, tra gli adulti affetti da dermatite atopica:

  • il 39% evita le interazioni sociali
  • il 43% riporta un impatto sulle proprie attività
  • il 25% pensa di avere una salute media o scarsa
  • il 17% si ritiene molto o in qualche modo insoddisfatto della propria vita

Tra le conseguenze più diffuse della dermatite atopica troviamo infatti disturbi che inficiano la qualità della vita della persona:

  • disturbi del sonno
  • dolore alla pelle
  • ansia e depressione

L’impatto della dermatite atopica sulla vita del paziente si fa più elevato, qualora soffrisse in concomitanza anche di altre patologie: asma, allergie alimentari, febbre da fieno, esofagite eosinofila (malattia infiammatoria cronica dell'esofago).

Un altro studio, condotto nel 2016 da un gruppo di ricercatori danesi (“Quality of life and disease severity in patients with atopic dermatitis”), ha evidenziato come le persone affette da dermatite atopica abbiano spesso problemi nella vita quotidiana. Non solo: quando a soffrirne sono i bambini, anche le loro famiglie ne sono influenzate negativamente. Nello specifico, i ricercatori si sono concentrati su 250 persone con un’età media di 26 anni, utilizzando come indicatore l’Indice della Qualità della Vita in Dermatologia (DLQI). Dei malati presi in esame, il 45,6% soffriva anche di asma, il 46,8% di raffreddore da fieno, il 61,9% aveva una sensibilizzazione nei confronti di uno o più allergeni diffusi nell’aria. Nei soggetti con la forma più grave di dermatite atopica il punteggio ottenuto analizzando il questionario DLQI indicava una Qualità di Vita più scadente: 5,3 il punteggio ottenuto nella forma lieve, 8,59 nella forma moderata e 11,94 nella forma grave. A soffrire maggiormente dell’impatto sulla vita della DA sono risultati le donne e i soggetti con localizzazione della dermatite sul volto.