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Risonanza magnetica addome: a cosa serve

29 Novembre 2021

La risonanza magnetica addome è un esame utile per individuare malattie agli organi addominali

La risonanza magnetica addome è una procedura diagnostica che permette di indagare gli organi che si trovano nell’addome. L’obiettivo è scoprire infiammazioni, alterazioni patologiche, forme tumorali. Non utilizza radiazioni ionizzanti, ossia i raggi X, ma si avvale dei campi magnetici e di una corrente a radiofrequenza. Questi provocano momentanee modificazioni agli atomi presenti nella struttura analizzata, dando luogo a immagini molto precise.

Indice

  1. Come funziona
  2. Quando il medico la prescrive
  3. All'addome inferiore e superiore
  4. Due metodi
  5. La preparazione
  6. Si svolge così
  7. Dopo l'esame
  8. Quando non si può fare

Risonanza magnetica addome: come funziona

Il sistema della risonanza magnetica è un metodo altamente sofisticato, che utilizza un’apparecchiatura che produce un campo magnetico. Quando la parte del corpo da esaminare entra in contatto con questo campo magnetico, gli atomi di idrogeno presenti nelle cellule dei tessuti della struttura si allineano, un po’ come soldatini messi in fila.

A questo punto, la struttura viene attraversata da una corrente a radiofrequenza, che provoca lo spostamento dei atomi di idrogeno. Questi infatti, cercando di ribellarsi all’attrazione del campo magnetico, ruotano su se stessi. Una volta che la radiofrequenza viene interrotta, gli atomi di idrogeno tornano nella loro posizione iniziale e così facendo rilasciano una grande quantità di energia. I rilevatori presenti nell’apparecchiatura catturano l’energia stessa, mentre il sistema la rielabora prima in forma di dati numerici, quindi come immagini in 3D.

Risonanza magnetica addome: quando il medico la prescrive

Questo esame è utile quando c’è la necessità di indagare lo stato di salute degli organi della cavità addominale. Può infatti visualizzare fegato, pancreas, colecisti, reni, surreni. Inoltre indaga gli organi che si trovano nella zona della pelvi, quindi vescica, con ureteri e uretra, ovaie e utero oppure prostata e vescicole seminali.

Il medico può suggerire di effettuare una risonanza magnetica addome quando altri indagini come per esempio l’ecografia non hanno dato risultati conclusivi. Oppure, la risonanza magnetica addome è utile per indagare la zona dopo interventi chirurgici complessi o terapie in conseguenza a eventuali patologie.

Risonanza magnetica addome: inferiore e superiore

La cavità addominale può essere considerata suddivisa, per convenzione, in due parti: superiore e inferiore. Nell’addome superiore sono localizzati gli organi che regolano il processo digestivo, quindi stomaco, fegato, pancreas, colecisti. Inoltre questa zona comprende i reni, gli organi gemelli deputati al filtraggio del sangue e i surreni o ghiandole surrenali.

Sono due piccole ghiandole che si trovano al di sopra dei reni stessi. Producono importanti ormoni necessari per la termoregolazione, le pulsazioni cardiache, l’attività gastrica e intestinale. La risonanza magnetica addome superiore visualizza queste strutture per individuare o escludere tumori, cisti benigne, forme infiammatorie.

Nella parte inferiore si trovano invece gli organi dell’apparato genito-urinario. La vescica è l’organo cavo che raccoglie, attraverso gli ureteri, il liquido filtrato dai reni, per poi espellerlo attraverso l’uretra. Utero e ovaie sono gli organi della fertilità femminile.

Le ovaie producono ormoni e fanno maturare gli ovociti, che una volta fecondati si impiantano nell’utero e ha inizio la gravidanza. La risonanza magnetica addome in questa zona individua alterazioni benigne e maligne di vescica, ureteri e uretra. Questi organi non sono sempre ben visualizzabili con l’ecografia. Anche utero, tube, ovaie sono ben visibili attraverso la risonanza. È quindi possibile scoprire fibromi, tumori, cisti e altre alterazioni che possono colpire questa zona.

Risonanza magnetica addome: due metodi

Esistono due sistemi per effettuare la risonanza magnetica addome: con mezzo di contrasto oppure senza. Il mezzo di contrasto è indicato per questo esame, perché permette una visualizzazione più chiara degli organi esaminati. Inoltre evita gli artefatti, ossia la comparsa di immagini indesiderate legate a movimenti, a un uso non corretto del macchinario o a una non perfetta selezione dei parametri nell’uso dell’apparecchiatura.

Risonanza magnetica addome: la preparazione

Senza mezzo di contrasto, la risonanza magnetica addome non richiede particolari preparazioni. Il paziente deve presentarsi in radiologia con eventuali esami eseguiti in sede addominale, essere idoneo all’esame stesso e firmare il consenso informato.

Inoltre deve prepararsi a trattenere il respiro alcune volte durante l’esame, secondo i suggerimenti dell’operatore. Infatti le apnee sono necessarie per immagini più precise. Alcuni centri suggeriscono, per eseguire la risonanza magnetica addome inferiore, di eseguire un clisma fleet almeno due ore prima dell’esame. Serve per liberare l’intestino da gas e scorie e avere quindi un risultato ancora più preciso.

Con il mezzo di contrasto

L’impiego del mezzo di contrasto richiede una preparazione un po’ più elaborata. Il paziente deve essere un candidato idoneo alla risonanza, deve portare con sé eventuali altri esami diagnostici già effettuati e firmare il modulo di consenso informato.

Infine la persona deve essere a digiuno da almeno 4 o 5 ore: è una condizione indispensabile per poter utilizzare il mezzo di contrasto. Infine si deve avere con sé l’esame del sangue con il dosaggio della creatinina, eseguito in tempi abbastanza recenti che saranno indicati dal centro.

A volte l’anamnesi della persona mostra una storia di allergia al mezzo di contrasto e non è possibile ricorrere a un altro esame. In questo caso è necessario seguire un trattamento preventivo a base per esempio di cortisonici e antistaminici, che saranno indicati presso il centro dove si esegue l’esame.

Risonanza magnetica addome: si svolge così

Per entrambe le modalità di esecuzione, il paziente una volta giunto al centro e fatta l’accettazione si reca presso il reparto di radiologia. Quindi toglie i propri indumenti e tutti gli oggetti in metallo. Resta in biancheria intima e indossa un camice monouso.

Se la risonanza magnetica addome si effettua senza mezzo di contrasto, la persona si sdraia a pancia in su sul lettino. Nel caso si impieghi il mezzo di contrasto, l’operatore inietta il mezzo di contrasto mentre la persona è distesa sul lettino in posizione supina.

La somministrazione avviene attraverso una cannula inserita in una vena del braccio e solitamente si utilizzano sostanze a base di gadolinio. L’operatore aziona l’apparecchiatura, parlando con il paziente attraverso un altoparlante. Può chiedere di restare immobile, di trattenere il fiato e fornire altre indicazioni.

Risonanza magnetica addome: dopo l’esame

La risonanza magnetica addome ha una durata di circa 30 minuti, a seconda del grado di collaborazione del paziente. Al termine, al persona si può rivestire e tornare a casa, se non ha avuto la somministrazione del mezzo di contrasto.

In caso contrario, deve restare ancora un po’ in reparto di radiologia per qualche minuto, per monitorare l’eventuale comparsa di reazioni allergiche. Per il ritiro del referto in genere si attende qualche giorno, ma presso alcune strutture è possibile attendere 30-40 minuti e richiedere il ritiro il giorno stesso. Questo succede di solito quando si ha urgenza di consultare i risultati dell’esame.

Risonanza magnetica addome: quando non si può fare

Gli esperti sconsigliano la risonanza magnetica addome nei primi mesi di gravidanza e suggeriscono metodiche alternative come l’ecografia. Gli effetti delle radiofrequenze e dei campi magnetici sul feto non sono ancora infatti studiati a sufficienza.

È da evitare anche nelle persone allergiche al mezzo di contrasto che non possono o non vogliono effettuare il trattamento preventivo. Le persone che portano protesi in metallo, pacemaker o altri dispositivi di questo tipo non possono sottoporsi all’esame. Oggi però esistono dispositivi compatibili con esami come la risonanza magnetica. Il radiologo deve fare accertamenti in tal senso prima di sottoporre la persona all’esame.