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Dott. Federico Beretta

Dott. Federico Beretta


Medico Chirurgo

3 Febbraio 2021 - Ultima modifica: 27 Giugno 2021

Indice:

  1. Introduzione
  2. Cicatrici: cosa sono
  3. Tipologie
  4. Come si formano
  5. Ipertrofica, atrofica e cheloide
  6. I trattamenti
  7. I trattamenti chirurgici
  8. Prevenzione

Introduzione

Le cicatrici sono delle formazioni che compaiono quando la pelle subisce un processo infiammatorio, un trauma o un’ustione. Le lesioni della cute, infatti, vengono riparate dall’organismo attraverso un processo specifico che comporta la sostituzione dei tessuti del derma e dell’epidermide con del tessuto fibroso. In questo modo si forma una cicatrice che, inizialmente, avrà colore roseo e sarà rilevata rispetto al piano cutaneo. Con il tempo, poi, tenderà ad appiattirsi, ad indurirsi e assumerà un colore biancastro.

Esistono diverse tipologie di cicatrici che sono legate ad alcuni fattori come la predisposizione soggettiva del paziente, l’area del corpo colpita, le caratteristiche del processo infiammatorio o del trauma. Queste provocano conseguenze non solo fisiche, ma anche psicologiche, in particolare quando si presentano in zone che possono mettere a disagio il paziente.

Cicatrici: cosa sono?

Quando la pelle subisce un trauma la lesione della cute viene riparata tramite un processo che può portare alla formazione di una cicatrice. Normalmente una cicatrice ha un aspetto liscio, con un colore rosso-rosato che gradualmente si schiarisce. Sulla superficie sono assenti pori ghiandolari e peli. Può apparire infossata, rilevata o piana, ed è formata da fibre di collagene con poche cellule denominate fibroblasti. La forma invece ricalca la lesione che l’ha provocata.

La cicatrizzazione può avere luogo in modo normale oppure con una produzione irregolare di tessuto fibroso. In quest’ultimo caso si parla di cicatrice ipertrofica se il tessuto fibroso è eccessivo, mentre è atrofica quando è in difetto. Con il termine cheloide, invece, viene indicata una forma di cicatrizzazione patologica in cui il processo fibroso si espande e supera i confini della lesione originale.

Tipologie di cicatrici

Le cicatrici possono essere classificate in base al loro livello rispetto al piano cutaneo. In questo caso si parla di cicatrici piane, depresse o rilevate. Se prendiamo in considerazione il tempo di guarigione, invece, definiamo cicatrici immature o mature. Rispetto alla funzione, infine, le cicatrici possono essere senza limitazione funzionale o con limitazione funzionale. In quest’ultimo caso si parla di cicatrici retraenti che possono coinvolgere un’articolazione, determinando contratture e limitando il movimento articolare.

Come si formano le cicatrici?

Le cicatrici si formano in seguito al processo di riparazione di una ferita. Questo processo avviene passando attraverso una serie di fasi che si succedono e hanno lo scopo di riparare la lesione cutanea con del materiale fibroso.

La prima fase è l’emostasi durante la quale si verificano i fenomeni di aggregazione piastrinica e di attivazione dei fattori della coagulazione. L’emorragia provocata dalla lesione viene quindi arrestata.

La seconda fase è quella infiammatoria che ha lo scopo di circoscrivere la ferita ed eliminare i possibili patogeni. Nella zona si concentrano dunque alcune cellule come i granulociti neutrofili e i macrofagi. Durante i giorni successivi al trauma l’area colpita si presenta gonfia e arrossata.

Nella fase proliferativa il coagulo di sangue che si è formato durante l’emostasi viene sostituito con del tessuto fibroso più resistente. In questo stadio avviene una proliferazione di cellule epiteliali che causa la formazione del tessuto di granulazione.

L’ultima fase è quella di maturazione in cui la ferita viene coperta con una cicatrice chiara e fibrosa.

Esistono tre modalità di guarigione di una ferita.

  • Quella per prima intenzione si verifica quando i margini della ferita appaiono netti e accostati fra loro. Questo è il caso di lesioni da taglio in cui i lembi vengono suturati e il risanamento è piuttosto rapido, quasi invisibile dal punto di vista estetico.
  • La guarigione per seconda intenzione invece avviene quando i bordi della ferita non sono allineati, c’è del tessuto infetto e perdita di sostanza. In questo caso è necessario un lungo periodo di ripresa e la cicatrice è abbastanza visibile.
  • La guarigione per terza intenzione si presenta in caso di cicatrici chirurgiche che nel processo di riparazione hanno avuto una riapertura totale oppure parziale.

Cicatrici: ipertrofica, atrofica e cheloide

Quando la cicatrizzazione non si verifica nel modo corretto si formano dei tipi particolari di cicatrici:

Cicatrice ipertrofica – durante il processo di cicatrizzazione si verifica una produzione eccessiva di tessuto fibroso. La formazione è circoscritta alla zona della lesione e di solito regredisce in modo spontaneo in circa 12 mesi.

Cicatrice atrofica – la mancanza di collagene causa una cicatrice avvallata che può facilmente riaprirsi e provocare sanguinamento.

Cheloide – la cicatrice è a forma di cordone, con limiti netti e ramificazioni. L’area è liscia, ma dolente con una espansione superiore all’area iniziale della lesione. Ha una evoluzione cronica e tende a crescere nel corso degli anni. Queste cicatrici compaiono con maggiore frequenza nei pazienti con una età inferiore ai 30 anni, in seguito a ustioni o interventi chirurgici. La loro formazione è legata alla predisposizione genetica e a fattori ormonali e immunologici. Di solito il cheloide si presenta dopo qualche mese rispetto all’evento traumatico. Inizialmente compaiono papule e placche con un colore rosa-rosso e una consistenza dura. Queste formazioni ricoprono interamente l’area lesionata. In seguito, si crea una cicatrice ipertrofica che inizia a crescere estendendosi, provocando prurito, alterazione della sensibilità e dolore. Generalmente i cheloidi si formano sui lobi oculari, sulle guance, sulle braccia, nella parte alta del dorso, sulla spalla o sul petto al livello dello sterno.

Come trattare le cicatrici?

Le cicatrici sono permanenti. Il loro aspetto, però, può essere migliorato grazie a trattamenti ed interventi chirurgici. Fra le cure più efficaci c’è il massaggio della cicatrice che, se ripetuto per più volte al giorno dal momento in cui inizia il processo di riparazione, può aiutare a rendere la formazione meno evidente.

Possono risultare utili anche creme e cerotti a base di vitamina E e quercetina per riequilibrare lo stato della cute e migliorare l’esito cicatriziale. Il medico può consigliare anche l’uso di medicazioni specifiche che comprimono la lesione. Questi trattamenti risultano utili in caso di cheloidi e cicatrici ipertrofiche. Per schiarire il colore della cicatrice si possono usare anche gel in silicone o pomate, mentre per ridurne il volume sono utili le iniezioni di cortisonici.

Esistono inoltre trattamenti laser sia ablativi che non. Nel primo caso viene levigata la superficie, mente nel secondo il laser a radio-frequenza agisce sui tessuti migliorandone il trofismo. Se la cicatrice è molto evidente e in aree che creano disagio dal punto di vista estetico è possibile intervenire con la dermoabrasione. Questa pratica viene eseguita in anestesia locale e comporta una levigatura della cicatrice, uniformandola al resto della pelle. Al termine della seduta e durante tutto il ciclo di trattamenti è fondamentale limitare l’esposizione diretta al sole, utilizzando sempre creme solari dotate di un alto fattore di protezione.

Un altro trattamento efficace è la crioterapia che punta a rimuovere il tessuto cicatriziale tramite delle ustioni a freddo controllate. Per la cura delle cicatrici vengono consigliati inoltre peeling chimici e fillers. I primi vengono effettuati usando sostanze acide (come l’acido glicolico) che rimuovono lo stato cutaneo superficiale, i secondi prevedono una infiltrazione con collagene e acido ialuronico per migliorare l’aspetto della pelle.

Cicatrici: i trattamenti chirurgici

Le cicatrici si possono trattare anche chirurgicamente con lo scopo di renderle meno evidenti. La microchirurgia estetica, ed esempio, prevede il prelievo di piccoli cilindri di tessuto che vengono sostituiti con cute sana asportata da altre parti del corpo. Sono necessarie più sedute per ottenere un buon risultato. In alternativa è possibile effettuare l’escissione intralesionale o completa della cicatrice. Le plastiche Z o a W sono invece tecniche chirurgiche che consentono di cambiare l’aspetto della cicatrice, modificando la flessibilità e la posizione.

Cicatrici: prevenzione

La prevenzione è fondamentale quando si parla di cicatrici. Con un trattamento adeguato la maggior parte delle cicatrici possono diventare meno evidenti con il tempo. In particolare, è importante trattare nel modo giusto le lesioni che derivano da interventi chirurgici o da traumi sulle articolazioni. La prima cosa da fare è lavare accuratamente la pelle lesionata con acqua e sapone, in modo delicato. La ferita va poi protetta con una medicazione che va cambiata ogni giorno. Se si contatta il medico è possibile valutare l’uso di una medicazione avanzata, ad esempio siliconica o idrogel. In alternativa, può risultare utile l’uso di vaselina per mantenere sempre umida la ferita e impedire che si formino grosse croste che impiegano molto tempo per guarire. In seguito, la pelle va protetta con crema solare per evitare la formazione di discromie. I pazienti che hanno la tendenza a sviluppare cicatrici ipertrofiche dovrebbero evitare di sottoporsi a delle procedure particolarmente cruente come piercing e tatuaggi.