Cos’è l’ortopedia e cosa studia?
L’ortopedia – dal greco antico “ὀρϑός”, dritto, e “παῖς”, bambino – significa letteralmente “rendere dritto il bambino”, in quanto – quando fu coniata, nel 1741 – era la pratica che aveva come obiettivo quello di correggere eventuali deformità che i bambini presentavano dalla nascita.
Attualmente la parola ortopedia non è più utilizzata con il suo significato d’origine, e ora identifica quella branca della medicina che si occupa di studiare e trattare le patologie inerenti all’apparato locomotore nella sua interezza.
Chi è e cosa fa l’ortopedico?
Lo specialista in ortopedia è una figura professionale che – in seguito ad aver conseguito la laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e chirurgia, della durata complessiva di sei anni – ha proseguito i propri studi accademici con la specializzazione in Ortopedia e Traumatologia della durata di cinque anni, alla quale si accede esclusivamente dopo aver superato positivamente un concorso nazionale.
In seguito all’abilitazione medica egli sarà in grado – durante le sue visite specialistiche – di individuare e fornire il corretto trattamento per patologie, malformazioni e problemi funzionali inerenti all'apparato scheletrico e alle strutture ad esso associate: muscoli, tendini, legamenti e nervi.
Le principali patologie con cui un ortopedico ha a che fare durante la sua carriera medica sono problemi congeniti o funzionali del sistema muscolo scheletrico, traumi o fratture anche derivanti da attività sportiva, problemi articolari, osteoporosi o tumori ossei.
Che differenza c’è tra ortopedico e osteopata?
Come anticipato, l’ortopedico è lo specialista che si occupa dell’apparato scheletrico e annessi, intervenendo – se necessario – anche chirurgicamente. Il medico osteopata – diventato tale grazie ad un corso formativo della durata di sei anni – si occupa della cura dell’apparato muscolo-scheletrico unicamente tramite manipolazioni manuali, al fine di reintegrare il corretto funzionamento del sistema muscolare e articolare.
Come si svolge una visita ortopedica?
Nel momento in cui il paziente chiede di sottoporsi ad una visita ortopedica, dovrà prontamente comunicare il motivo di tale richiesta, sia che si tratti di difficoltà o limitazione nel compiere delle semplici attività motorie, sia che si tratti di un dolore muscolare o articolare, accompagnato o meno da deformità o infiammazione.
Lo specialista ortopedico procederà inizialmente ad un’analisi preliminare tramite manovre manuali di valutazione, per poi procedere all’analisi approfondita della zona interessata dalla patologia, se necessario tramite la richiesta di esami specifici quali l’ecografia, i raggi X, la risonanza magnetica o la tac. Potrà inoltre richiedere di eseguire esami di laboratorio o esami endoscopici in artroscopia. In ogni caso, prima di proporre al paziente un qualsiasi intervento chirurgico – a meno che questo non sia stato ritenuto urgente o strettamente necessario – l’ortopedico cercherà una risoluzione al problema tramite approcci meno invasivi, attraverso – quindi – la prescrizione di farmaci da somministrare per via orale o tramite iniezione, la riabilitazione o la fisioterapia. Se questo approccio non dovesse portare ad una risoluzione soddisfacente della patologia, solo allora prenderà in considerazione di proporre al paziente un intervento chirurgico.