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Visita gastroenterologica: a cosa serve?

Dott. Carlo Zampori

Dott. Carlo Zampori

GASTROENTEROLOGIA
Medico Chirurgo specialista in Chirurgia dell'Apparato digerente ed Endoscopia Digestiva

25 Novembre 2021 - Ultima modifica: 30 Novembre 2021

La gastroenerologia è specialità medica che si occupa delle patologie a carico dello stomaco, dell’intestino e in generale di tutto l’apparato digerente. Ma come funziona una visita?

Reflusso, esofagite, ulcera, gastrite, sindrome dell’intestino irritabile, difficoltà di digestione. Sono molte le ragioni per cui si decide di fare una visita gastroenterologica. La gastroenterologia è la specialità medica che si occupa delle patologie a carico dello stomaco, dell’intestino e in generale di tutto l’apparato digerente. Ma come funziona una visita? Quali disturbi portano più frequentemente le persone dallo specialista ma soprattutto, quali sono i sintomi da non sottovalutare? 

Indice

  1. La visita dal gastroenterologo
  2. Esami e accertamenti diagnostici
  3. Come preparasi alla visita?
  4. L'intestino secondo cervello
  5. Il gonfiore addominale, sintomo comune di molte patologie

La visita gastroenterologica consiste nella puntuale valutazione da parte dello specialista dello stato generale di salute dell’apparato digerente del paziente. L’anamnesi, in cui il clinico raccoglie tutte le informazioni rilevanti sulla storia clinica del paziente, precede la vera e propria fase della valutazione diagnostica della sintomatologia che avviene tramite l’esame obiettivo e la palpazione diretta (quando possibile) dei seguenti organi interni:

  • esofago
  • stomaco
  • pancreas
  • fegato
  • cistifellea
  • intestino tenue
  • vie biliari
  • colon
  • retto
  • canale anale

L’esame obiettivo è la parte più importane della visita gastroenterologica e si articola in tre fasi:

  • Ispezione. Il paziente viene ispezionato nell’area dell’addome e negli arti inferiori, in cerca di rigonfiamenti che possono aiutare nell’identificazione di determinate patologie a carico degli organi interni.
  • Palpazione. L’addome del paziente viene premuto allo scopo di valutare se ci sono aree con maggior resistenza, gonfiori o dolori tipici di un’irritazione del peritoneo, ovvero la membrana che riveste internamente la cavità addominale e ricopre gli organi interni. Dopo una iniziale palpazione superficiale per controllare direttamente gli organi interni raggiungibili al tatto quali il colon, il fegato e la milza. Eventuali aumenti dimensionali o segni di infiammazione possono portare a cercare un riscontro oggettivo con maggiori accertamenti.
  • Percussione. La percussione permette di identificare le aree con differente quantitativo di gas all’interno dell’addome tramite la differenza di suono che segnala una differente densità del tessuto sottostante.

Al termine dell’anamnesi e dell’esame obiettivo, il gastroenterologo apprenderà le informazioni mediche rilevanti circa la sintomatologia riferita e le terapie in corso, l’esistenza di familiarità a determinate patologie gastroenterologiche, dello stile di vita adottato ed eventuali altre patologie in corso che possano avere un legame con i sintomi descritti dal paziente. A seconda del quesito clinico che emerge dalla valutazione, lo specialista potrà prescrivere alcune terapie o ulteriori accertamenti di ordine specialistico.

Esami e accertamenti diagnostici 

A seguito di una visita gastroenterologica, è possibile che avvenga da parte del clinico la prescrizione di esami utili a delineare un percorso terapeutico che porti alla risoluzione o la gestione della patologia in atto.

Ecco quali sono i principali accertamenti dai clinici richiesti:

  • Esami endoscopici fra cui la gastroscopia, la colonscopia e la colonscopia virtuale, la rettoscopia
  • Esami di laboratorio quali esame del sangue, esame delle urine e delle feci, esame parassitologico e altri
  • Radiografie e TAC
  • Ecografie

Come prepararsi alla visita gastroenterologica?

In attesa di effettuare la visita, non necessario che il paziente si sottoponga ad alcuna preparazione specifica. L’unica raccomandazione riguarda gli esami da portare con sé e l’eventuale documentazione relativa a esami gastroenterologici eseguiti precedentemente.

L’intestino secondo cervello

La scienza ha provato che esiste veramente una comunicazione tra il cervello e l’intestino, tanto da arrivare a definire simbolicamente l’intestino come un secondo cervello. Il testo “Il secondo cervello” è stato pubblicato nel 1998 dal dottor Micheal D. Gershon, professore della Columbia University, che è stato il primo scoprire l’esistenza del sistema nervoso enterico.

Si tratta di una rete di circa 500 milioni di neuroni con diverse funzioni che governa l'apparato digerente, controllando anche i movimenti della muscolatura liscia intestinale. Il "second brain" o "brain-in-the-gut” è indipendente dal sistema nervoso simpatico e parasimpatico. Il sistema merasimpatico gode di una autonomia unica tanto che l’intestino è risultato essere in grado di riprodurre emozioni in modo indipendente, rilasciando serotonina alla ricezione di stimoli legati a ciò che ingeriamo.

Il gonfiore addominale, sintomo comune di molte patologie

Il gonfiore addominale è fra le sintomatologie più ricorrenti riferite dalla popolazione giovane che si rivolge al gastroenterologo anche senza essere affetta da patologie che hanno apparentemente una vera e propria causa organica. In moltissimi casi il gonfiore a livello dell’addome è un disturbo banale associato ad errori alimentari e stile di vita scorretti; tuttavia, può essere anche la manifestazione di una vera e propria patologia in atto che può essere scoperta grazie ad una visita gastroenterologica.

Il rigonfiamento dovuto alla presenza di aria in eccesso può localizzarsi sia alla base dello stomaco che all’altezza dell’intestino. A livello dello stomaco la tensione addominale può dipendere da un senso di pienezza che il paziente percepisce soprattutto dopo pranzo per via dall’aria ingerita insieme al cibo, ad una masticazione troppo frettolosa e veloce.

Questa problematica, infatti, può essere strettamente collegata a un consumo eccessivo di bevande gassate che, se eliminate del tutto, portano alla risoluzione dei sintomi. Anche problematiche di tipo psicosomatico, alti livelli di cortisolo generati da ansia e stress, possono giocare un ruolo nell’insorgenza di questa sintomatologia.

Spesso si identifica con l’etichetta generica di sindrome del colon irritabile, patologia dalle molte sfaccettature in cui cause organiche e cause psicosomatiche sono spesso difficili da scindere. I sintomi, a seconda del soggetto possono andare dal semplice gonfiore addominale fino a disturbi più invalidanti come diarrea, stitichezza e vomito.

D’altra parte, questa sintomatologia può essere anche spia di disturbi più seri e funzionali come la dispepsia, la gastoparesi, la gastoenterite, la colite, il morbo di Crohn, la rettocolite ulcerosa, la fibrosi cistica, la peritonite e i calcoli alla cistifellea. Fra le condizioni più gravi troviamo infine l’ascite, la diverticolite, l’ostruzione intestinale, la giardiasi e i tumori dell’ovaio e del colon.