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Urografia: a cosa serve

Dott. Vincenzo Napolano

Dott. Vincenzo Napolano

UROLOGIA
Medico chirurgo specialista in urologia e andrologia

19 Gennaio 2022 - Ultima modifica: 20 Gennaio 2022

L’urografia è un’indagine che serve per studiare l’apparato urinario. Ecco quando è necessaria e come si esegue

L’urografia è un’indagine che si avvale dell’utilizzo dei raggi X e di un apposito farmaco, il mezzo di contrasto, e che serve per studiare l’apparato urinario, ossia l’insieme degli organi che si occupano della formazione e dell’eliminazione dell’urina. Vediamo più nel dettaglio di che cosa si tratta, a che cosa serve e quando è utile eseguirla. 

Indice

Cos’è l’urografia

L’urografia è un esame diagnostico di imaging che permette di visualizzare gli organi dell’apparato urinario. Prevede l’utilizzo dei raggi X e di un mezzo di contrasto organoiodato, che il personale medico somministra per via iniettiva in una vena del braccio. In pochissimo tempo, il farmaco entra in circolo e, tramite i vasi sanguigni, raggiunge l’apparato urinario. È utile poiché “colora” i reni e le vie urinarie, che dunque risultano più visibili dal radiologo rispetto agli altri organi della cavità addominale e di conseguenza sono maggiormente valutabili. 

Come detto, oltre che dell’impiego del mezzo di contrasto, l’urografia si avvale del ricorso a un fascio di raggi X, che vengono emessi da un apposito apparecchio. Questi raggi vengono captati dagli organi del tratto urinario e assorbiti in maniera diversa a seconda delle diverse parti anatomiche incontrate. Quindi, fuoriescono dal corpo e raggiungono il sistema di rilevamento, collegato a un computer, che rielaborerà le immagini ottenute, fornendo una serie di “fotografie” dettagliate dell’apparato urinario

L’urografia può essere eseguita anche in associazione alla tomografia computerizzata (TC) o alla risonanza magnetica (MRI).

Urografia con contrasto, come si esegue

L’esame può essere svolto in ospedale o in un centro medico. In tutti i casi, comunque, in genere si esegue in regime ambulatoriale. Il paziente viene invitato a spogliarsi e a stendersi sul tavolo di un apparecchio radiologico, che emette il fascio di raggi X.

Solitamente, il personale aziona l’apparecchio sia prima sia dopo aver iniettato il mezzo di contrasto. In questo modo, si possono ottenere vari tipi di immagini. In particolare, quelle ottenute prima dell’iniezione aiutano a individuare l’eventuale presenza di calcoli radio-opachi, mentre quelle ottenute successivamente permettono di analizzare prima i reni, che eliminano gran parte del mezzo di contrasto, poi le vie urinarie dove l’urina radio-opaca si raccoglie e infine la vescica. La vescica viene valutata sia quando è piena sia dopo che è stata svuotata. Per questo, nell’attesa che la vescica si riempia, il paziente potrebbe essere invitato a uscire dalla sala radiologica e a tornare in un secondo momento. 

Durante la ripresa dei radiogrammi si può chiedere al paziente di trattenere il respiro. Il tecnico radiologo può anche applicare una compressione mirata all’addome, così da visualizzare meglio le alte vie escretrici.

A cosa serve l’urografia

L’urografia è uno degli esami che il medico può prescrivere per valutare gli organi dell’apparato urinario, quindi reni, vescica, uretere e/o uretra. Gli altri possono essere, per esempio, l’ecografia dell’apparato urinario, l’ecografia prostatica transrettale, la risonanza magnetica, la tac. 

Il medico impiega l’urografia soprattutto per diagnosticare e/o monitorare i calcoli renali, l’ipertrofia prostatica (ossia l’ingrossamento della prostata), i tumori dei reni e delle vie escretrici. Può essere consigliata anche in caso di ematuria, cioè di presenza di sangue nelle urine.

Urografia endovenosa, la preparazione 

L’urografia prevede una specifica preparazione, che può variare da ospedale a ospedale. Per esempio in alcuni casi, nei due-tre giorni precedenti l’esame occorre seguire una dieta priva di frutta, verdura, legumi, cereali, pane, pasta, riso, biscotti, grissini, fette biscottate, vino, dolci, liquori, acqua gassata. Sono permessi: latte, yogurt, formaggio, carne, pesce, brodo, omogeneizzati, succhi di frutta, uova, acqua naturale. Il giorno precedente, solitamente, bisogna assumere un lassativo al mattino e dalle ore 17 alle ore 21 bere abbondantemente, almeno 1,5 litri di acqua non gassata. Sospendere eventuali terapie a base di metformina, -bloccanti e ACE-inibitori, ovviamente parlandone prima con il medico. 

Il giorno dell’esame bisogna essere a digiuno da almeno 6-8 ore (si possono assumere liquidi anche zuccherati sino a 4 ore prima dell’esame). Inoltre, bisogna presentarsi con esiti recenti di glicemia e creatininemia. Il paziente verrà invitato a spogliarsi e a indossare un camice e a togliere tutti gli oggetti, come i gioielli, che possono interferire con i raggi X. 

A seconda del momento dell’esame, il personale chiederà di svuotare la vescica o di bere acqua. 

Spesso si richiede al paziente di essere accompagnato il giorno dell’esame poiché i farmaci impiegati durante l’esecuzione dell’esame potrebbero compromettere la capacità di guida per qualche ora. 

Informare il medico se c’è la possibilità di essere incinta e discutere con lui di eventuali malattie recenti, condizioni mediche, farmaci che si stanno assumendo e allergie, specialmente ai materiali di contrasto.

Urografia, cosa aspettarsi

L’urografia non è dolorosa, non è invasiva e non richiede anestesia, ma può comportare qualche disagio. La compressione esercitata dal medico sull’addome può essere lievemente fastidiosa, ma non pericolosa. Durante l’iniezione del mezzo di contrasto, inoltre, si può avvertire una sensazione di calore o un sapore metallico in bocca: si tratta di reazioni normali, che non devono preoccupare. Solo nelle persone allergiche al mezzo di contrasto possono comparire reazioni più serie. 

Complessivamente, la procedura dura circa un’ora, esclusi eventuali tempi di attesa per il riempimento della vescica. 

Alla fine dell’esame si può tornare a casa e riprendere la solita vita. 

Urografia, rischi e benefici

L’urografia è un esame che fornisce informazioni dettagliate e che è molto utile nella diagnosi e nel monitoraggio di diverse malattie dei reni e delle vie urinarie. Inoltre, è una procedura mini-invasiva e ben tollerata, che raramente dà luogo a complicanze. In presenza di calcolosi o ostruzione delle vie urinarie (idronefrosi), questo esame è indispensabile per decidere quale percorso terapeutico intraprendere. Rispetto ad altre metodiche, come la Tac e la risonanza magnetica è più veloce, meno costosa e meno fastidiosa. 

L’esposizione ai raggi X non determina radioattività del paziente, ma potrebbe aumentare il rischio di tumori. Tuttavia, occorre considerare che le quantità di raggi X utilizzate per eseguire le indagini diagnostiche sono modeste e sostanzialmente sovrapponibili alle quantità ricevute dalla radiazione naturale di fondo in sei mesi. Il beneficio ottenuto dall’essersi sottoposti all’indagine diagnostica (e quindi la possibilità di essere curati meglio) è in genere assai superiore al rischio di danno causato dall’indagine diagnostica. L’importante è che queste procedure vengano fatte solo quando sono davvero necessarie. Gli esami che usano i raggi X non sono quasi mai di routine, come possono esserlo invece le analisi del sangue o le ecografie. Per questo, bisogna sempre affidarsi ai pareri dei medici. 

Per quanto riguarda il mezzo di contrasto non bisogna temere: è innocuo e in ogni caso il corpo lo elimina naturalmente tramite l’urina.