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Polipectomia: che cos’è, preparazione e rischi

Dott. Nicola Pugliese

Dott. Nicola Pugliese

GASTROENTEROLOGIA

25 Novembre 2020 - Ultima modifica: 2 Aprile 2021

La polipectomia è una procedura endoscopica realizzata in corso di colonscopia al fine di rimuovere uno o più polipi, i quali presentano un certo rischio di evoluzione verso il carcinoma del colon.

Il tumore del colon-retto è uno dei tumori più comuni, insieme a quelli di mammella per le donne, polmoni e prostata. Nel corso degli ultimi anni è stato registrato un progressivo aumento dell’incidenza di tale patologia, associato però ad una riduzione della mortalità ad essa correlata, grazie soprattutto alla prevenzione e alla diagnosi precoce (Fonte: AIRC).

Anche le terapie sono sempre più mirate e personalizzate: questo consente un miglior decorso della malattia. Tra le attività di prevenzione attuabili, vi è la polipectomia: una procedura endoscopica che consiste nell’asportare polipi, evidenziati in corso di colonscopia.

Indice

  1. Polipectomia: che cos’è
  2. Quando si effettua
  3. Rischi e complicanze
  4. Preparazione
  5. Tempo di recupero post-procedura

Polipectomia: che cos’è?

La polipectomia consiste nell’asportazione di polipi da qualsiasi tratto dell’apparato digerente, inclusi il colon ed il retto, che rappresentano gli ultimi tratti dell’intestino.

La procedura viene realizzata in corso di colonscopia.

I polipi sono formazioni di natura benigna che si formano all’interno dell’intestino, in particolare nel colon e nel retto, e sono più frequenti dopo i 50 anni di età. Trattandosi di formazioni benigne, viene da chiedersi perché debbano essere asportate: studi hanno dimostrato che alcuni polipi, chiamati adenomi, possano andare incontro ad un’evoluzione maligna, in un arco temporale medio di 5-10 anni, trasformandosi in carcinomi. Il percorso evolutivo quindi è da adenomi a carcinomi.

Polipectomia: quando si effettua?

Le caratteristiche di un polipo vengono osservate in corso di colonscopia: quando i polipi mostrano caratteristiche tali da far sospettare un adenoma, si procede con la polipectomia.

Inoltre, i polipi di per sé possono causare alcuni disturbi tra cui sanguinamento e, se particolarmente voluminosi, occlusione intestinale, motivi per cui diviene necessario asportarli.

La polipectomia viene solitamente effettuata in regime ambulatoriale o di Day Hospital e non richiede pertanto un ricovero di più giorni. Il paziente viene posizionato sul fianco sinistro e viene generalmente sedato: la sedazione ha l’obiettivo di rendere la procedura meno fastidiosa. Pur trattandosi infatti di una tecnica mininvasiva, alcuni pazienti particolarmente sensibili necessitano di sedazioni più importanti per migliorarne la tollerabilità.

In seguito, il medico introduce nell’orifizio anale l’endoscopio, uno strumento tecnologicamente avanzato, flessibile e dotato di luminosità, che consente di avere una perfetta visione del colon. Durante l’esame si procede con l’insufflazione di una certa quantità di anidride carbonica al fine di distendere le anse intestinali per meglio visualizzare la superficie interna del viscere. L’endoscopio, quindi permette di raggiungere il polipo e osservarne la morfologia.

Ne esistono due tipi principali:

  • i polipi peduncolati
  • i polipi sessili

Se il polipo è molto grande, lo specialista può iniettare un farmaco vasocostrittore che diminuisce la possibilità di emorragia o applicare delle clips.

Fondamentale, in ogni caso è la rimozione completa del polipo, perché il rischio è che si riformi: altrettanto importante è effettuare un esame istologico in seguito alla sua rimozione. Tale esame, infatti permette di capire la natura stessa del polipo e quindi il rischio di evoluzione maligna, in base al quale si definisce il successivo follow-up endoscopico.

In generale si tratta di un intervento definitivo, ma in alcuni casi può rendersi necessaria una seconda seduta.

Polipi intestinali e polipi dell’utero: differenze

Non sono da confondere i polipi intestinali con i polipi uterini, questi ultimi possono nascere nel tratto cervicale o endometriale. Si tratta di formazioni frequenti in donne al di sopra dei 35 anni di età e anche questi possono essere peduncolati o sessili. Anche in questo caso, i polipi vengono rimossi tramite polipectomia, ma la rimozione non è sempre necessaria: qualora non causino disturbi, possono essere semplicemente monitorati attraverso ecografie periodiche.

In genere i polipi possono essere asintomatici e vengono diagnosticati attraverso:

  • ecografia transvaginale
  • isteroscopia
  • isterosalpingografia

Anche in questo caso, il monitoraggio è fondamentale per effettuare una diagnosi precoce di eventuali patologie a carattere evolutivo.

Polipectomia: rischi e complicanze

In generale, la polipectomia è una tecnica sicura, ma come in tutti gli interventi ha dei rischi e delle potenziali complicanze. Primo tra tutti il rischio di emorragia che però in gran parte dei casi si autolimita o può essere arrestata per via endoscopica.

Un'altra complicanza legata alla procedura è la perforazione intestinale, la quale si verifica in una percentuale di casi estremamente bassa. In base alle caratteristiche del quadro clinico, può richiedere un approccio conservativo (osservazione in regime di ricovero, terapia antibiotica orale o, più spesso, endovenosa) oppure un intervento chirurgico.

Il disturbo principale legato alla colonscopia è sicuramente il gonfiore addominale che può protrarsi anche per diverse ore dopo la procedura. In alcuni casi il paziente trae giovamento dal posizionamento di una sonda rettale che facilita l’evacuazione dei gas.

Preparazione

La preparazione per la polipectomia è analoga a quella della colonscopia: di fatto essa può essere eseguita anche durante una colonscopia programmata per motivi di screening.

Il paziente deve seguire una dieta specifica nei 3-4 giorni precedenti all’intervento: non deve consumare frutta e verdura, non deve assumere scorie. Durante le 6 ore precedenti la procedura il paziente deve mantenersi a digiuno; è permesso fare una leggera colazione solamente nel caso in cui la procedura sia programmata per il pomeriggio.

Il giorno prima della procedura il paziente deve iniziare la preparazione intestinale al fine di ottenere un’adeguata pulizia del colon mediante l’assunzione di lassativi disciolti in un certo quantitativo di acqua. Di recente introduzione nella pratica clinica sono le preparazioni a basso volume, le quali consentono di ottenere una pulizia ottimale dell’intestino utilizzando un solo litro di preparazione.

Il medico curante comunicherà anche l’eventuale sospensione di medicinali assunti in via regolare, qualora dovessero creare problemi durante l’intervento, tra cui anticoagulanti o antiaggreganti. In generale comunque è sempre consigliato attenersi alle indicazioni del medico che effettuerà l’intervento, il quale redigerà una scheda dettagliata per effettuare una corretta preparazione.

Tempo di recupero post-operazione

Al termine dell’intervento, pur essendo effettuato in Day Hospital, il paziente viene tenuto in osservazione per un tempo variabile in base alla situazione clinica, all’età, alle caratteristiche e alle possibili complicazioni insorte durante l’intervento.

L’asportazione di polipi di grandi dimensioni (superiori al centimetro) potrebbe richiedere tra le 24 e le 48 ore di osservazione.

In seguito alla dimissione, il paziente deve mantenersi a riposo per le 24 ore successive e deve evitare l’attività fisica o gli sforzi per almeno 4 giorni. Per quanto riguarda la dieta, nelle 24 ore successive all’intervento il paziente deve assumere cibi liquidi, mentre per 48 ore non deve assumere cibi piccanti, alimenti solidi o ricchi di scorie.

In caso di stitichezza l’unica soluzione è attendere che l’intestino si riempia nuovamente, è sconsigliabile invece assumere lassativi.

Nel caso di febbre e vomito invece è consigliabile rivolgersi al proprio medico o alla struttura che ha effettuato l’intervento.