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Gastroscopia: preparazione, svolgimento, quando farla

Dott.ssa Vanessa Dionne

Dott.ssa Vanessa Dionne


Medico Chirurgo

31 Luglio 2020 - Ultima modifica: 1 Aprile 2021

Grazie all’impiego di una speciale sonda, la gastroscopia permette di indagare la presenza di eventuali anomalie e lesioni all’interno di esofago, stomaco e duodeno.

La gastroscopia, chiamata anche esofago-gastroduodenoscopia (EGDs), è un esame medico invasivo che consente di osservare le superfici interne dell’esofago, dello stomaco e del duodeno.

Inserendo attraverso il cavo orale un tubo flessibile dotato di telecamera, il medico può rilevare la presenza di eventuali alterazioni della mucosa nel tratto gastrointestinale superiore, asportare gli eventuali polipi e prelevare piccole parti di tessuto (biopsia) per l’analisi al microscopio. Motivo per cui, la gastroscopia, svolge un ruolo di prevenzione contro neoplasie come il cancro allo stomaco.

Indice:

  1. Quando farla e come si svolge
  2. Preparazione e sintomi post-esame
  3. Gastroscopia transnasale

Gastroscopia: quando farla e come si svolge

La gastroscopia viene in genere prescritta qualora il paziente soffrisse di:

  • dolore e bruciore retrosternale
  • ematemesi (emissione di sangue dalla bocca)
  • melena (emissione di feci scure)
  • nausea e disfagia (difficoltà di deglutizione)
  • esofagite (infiammazione dell’esofago)
  • gastrite
  • ulcera gastrica o duodenale
  • esofago di Barrett (alterazione della parete dell’esofago)
  • neoplasie esofagee o gastriche
  • infezione da Helicobacter Pylori
  • anemia di natura da determinare

Per esplorare esofago, stomaco e duodeno, il medico utilizza un gastroscopio, un tubo flessibile dal diametro di 8-12 millimetri circa, dotato di telecamera e di una luce a fibre ottiche all’estremità. Il paziente è steso sul fianco sinistro, con un boccaglio tra i denti (per proteggerli ed impedire che l'endoscopio venga morso, oltre che per facilitare il passaggio dello strumento dalla bocca) e - da qui - fatto scendere nell’esofago, nello stomaco e nel duodeno attraverso la gola. Grazie alla telecamera e alla sua fonte luminosa, lo strumento rimanda le immagini sul monitor collegato: in questo modo, il medico può rilevare in tempo reale eventuali alterazioni. Se lo ritiene opportuno, in presenza di infiammazioni della mucosa o di lesioni sospette, può immediatamente prelevare una porzione di tessuto affinché venga esaminata in laboratorio.

L’esame non è doloroso, ma può provocare un po’ di fastidio alla gola: per ridurre la spiacevole sensazione, spesso accompagnata dalla paura, è possibile utilizzare un anestetico locale spray o un sedativo per via endovenosa. Fondamentale è che il paziente sia rilassato, e che controlli il respiro in modo da tenere a bada la sensazione di nausea. La durata della gastroscopia, in genere, non supera i 15 minuti.

Gastroscopia: preparazione e possibili sintomi post-esame

Al paziente che deve essere sottoposto a gastroscopia viene chiesto di presentarsi all’appuntamento a digiuno da cibi solidi e liquidi da 6-8 ore. L’ultimo pasto, qualora l’esame dovesse essere svolto nel pomeriggio, dovrà essere molto leggero (tè e fette biscottate o grissini) e consumato entro le 7.00. Se ci fosse del cibo nei tratti superiori dell’apparato digerente, i risultati sarebbero infatti meno accurati. È bene che non si fumi nei momenti immediatamente precedenti, mentre i farmaci non devono di norma essere sospesi. È tuttavia consigliabile confrontarsi sempre con il proprio medico, specie se si assumono antiaggreganti piastrinici, anticoagulanti orali, antinfiammatori e antidolorifici.

Una volta terminato l’esame, il paziente viene in genere tenuto sotto osservazione per circa un’ora se sottoposto a sedazione. Talvolta può avvertire nausea, conati, senso di soffocamento, eruttazioni e una sensazione di gonfiore allo stomaco: una sintomatologia, questa, che scompare nelle 24 ore successive.

Importante è recarsi all’ospedale/ambulatorio accompagnati: i sedativi impiegati potrebbero rallentare i riflessi, rendendo pericolosa la guida. I primi cibi, meglio non caldi, possono invece essere assunti già 30 minuti dopo il termine dell’esame.

Gastroscopia transnasale

Un’alternativa alla gastroscopia tradizionale è rappresentata dalla gastroscopia transnasale. Meno fastidiosa, consente di visualizzare il tratto superiore dell’apparato digestivo attraverso l’endoscopio che - col suo diametro di 4 mm - viene inserito all’interno di una narice eliminando così il fastidio di avere un tubo flessibile in gola, e permettendo al paziente di deglutire normalmente.

La gastroscopia transnasale dura pochissimi minuti, e consente di visualizzare ciò che si vede con la gastroscopia tradizionale. Il medico può effettuare le biopsie, e il paziente può interagire con lui per tutto il tempo dell’esame. Non è richiesta la somministrazione di alcun sedativo: è sufficiente soffiare bene il naso ed eventualmente spruzzare uno spray decongestionante prima di procedere.