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Elettroneurografia: a cosa serve

Professor Mauro Silvestrini

Professor Mauro Silvestrini

NEUROLOGIA
Presidente dell’Italian Stroke Association (ISA) e Direttore della Clinica Neurologica Azienda Ospedaliero Universitaria, Ospedali Riuniti di Ancona

26 Gennaio 2022 - Ultima modifica: 1 Febbraio 2022

L’elettroneurografia o ENG è un metodo che determina la velocità con cui un nervo trasmette e conduce i segnali elettrici. Viene usato per valutare la conduzione nervosa e lo stato di muscoli e nervi

L’elettroneurografia o ENG è un metodo di indagine utilizzato per testare la conduzione dell’impulso nervoso a livello dei nervi periferici: serve, dunque, per determinare la velocità con cui un nervo trasmette e conduce i segnali elettrici (la cosiddetta velocità di conduzione nervosa). Inoltre, misura la qualità con cui lo stimolo nervoso elettrico viene trasmesso a un determinato muscolo (la conduzione neuromuscolare). Aiuta, quindi, a valutare l’integrità dei nervi e la loro capacità di condurre gli stimoli elettrici. Per decenni, ha rappresentato un metodo diagnostico fondamentale per valutare i disturbi dei nervi periferici. Ancora oggi, i medici lo usano per la diagnosi delle neuropatie, ossia le malattie del sistema nervoso periferico, delle miopatie, cioè le malattie dei muscoli, e delle sindromi miasteniche, che sono malattie caratterizzate da una compromissione della trasmissione neuromuscolare. 

Indice

Elettroneurografia, cos’è 

L’elettroneurografia, detta anche studio della conduzione nervosa, misura la capacità di un nervo di condurre l’impulso nervoso dal sito di stimolazione al sito di misurazione. In pratica, durante questa procedura, si eccita elettricamente un nervo periferico per un breve periodo di tempo. In relazione al comportamento di risposta del muscolo innervato è possibile analizzare le proprietà di conduzione nervosa. 

I nervi sono le strutture nervose che hanno il compito di trasmettere gli impulsi nervosi dal sistema nervoso centrale alla periferia e viceversa. Si distinguono in nervi motori, sensitivi e misti. I nervi con funzione motoria conducono gli impulsi dal sistema nervoso centrale ai muscoli scheletrici e alle ghiandole. Quelli con funzione sensitiva, invece, trasportano il segnale captato dai recettori dei distretti periferici (come quelli cutanei) fino al sistema nervoso centrale. I nervi con funziona mista sono, allo stesso tempo, nervi motori e nervi sensitivi.

Come si svolge

Più nel dettaglio, l’esame consiste nello studio dei potenziali evocati dalla stimolazione elettrica dei nervi periferici, sia motori sia sensitivi. Si avvale dell’utilizzo di stimolatori ed elettrodi. In genere, gli operatori applicano due elettrodi sulla pelle: uno serve per portare lo stimolo elettrico al nervo e l’altro per registrare l’impulso nervoso che viene attivato in risposta allo stimolo elettrico. La velocità con cui viene trasmesso l’impulso rappresenta la velocità di conduzione nervosa, mentre la risultante attività nervosa è definita come potenziale d’azione. Questo potenziale d’azione può essere motorio o sensitivo a seconda delle fibre che vengono analizzate. 

In pratica, si inviano degli impulsi elettrici verso i nervi, che reagiscono di rimando. Sulla base dei potenziali ottenuti si possono calcolare vari parametri, come ampiezza, velocità di conduzione, latenza, risposte riflesse. Questi parametri vengono poi confrontati con i valori normali, per capire lo stato della conduzione nervosa del paziente. 

Esame elettroneurografico, come funziona

Questo esame sfrutta una particolare proprietà delle cellule nervose e muscolari: quella di reagire a uno stimolo, detta eccitabilità. Tutte le cellule possiedono un potenziale di membrana negativo. In presenza di uno stimolo, però, la permeabilità della membrana delle cellule eccitabili, come quelle nervose appunto, si modifica e, a causa dell’ingresso di ioni positivi nella cellula, si crea una breve depolarizzazione. Come conseguenza di questo cambiamento nel potenziale di membrana, si verifica la trasmissione degli impulsi nervosi e la contrazione dei muscoli. Anche uno stimolo elettrico esterno, come quello impiegato dall’elettroneurografia, può indurre la depolarizzazione e l’eccitazione delle cellule nervose e muscolari. Una lesione al nervo o un difetto nella sua funzionalità riducono l’eccitabilità.

L’intensità e la durata dello stimolo elettrico necessario a eccitare un nervo dipendono dall’eccitabilità del nervo stesso. L’analisi del tipo di stimolo che serve per eccitare il nervo può quindi fornire una prima e utile indicazione di danno al nervo. 

A cosa serve l’elettroneurografia

Questo esame analizza la conduzione nervosa nelle fibre più veloci e di dimensioni più grandi, per cui non può essere utilizzato come unico test per la diagnosi della neuropatia delle piccole fibre. Può comunque essere utile per diagnosticare o valutare malattie come:

  • le neuropatie periferiche (come quelle diabetiche, ma non solo), che in genere sono caratterizzate da una ridotta velocità di conduzione del nervo, che può essere rivelata dall’ENG. Tuttavia, come detto, nelle neuropatie periferiche “pure” che interessano solo le fibre più piccole, l’ENG potrebbe anche dare risultati normali;
  • le mononeuropatie, ossia le neuropatie periferiche che interessano solo uno o pochi nervi. In questo caso l’ENG potrebbe rilevare una riduzione della velocità di conduzione attraverso il segmento di nervo danneggiato;
  • le patologie neuromuscolari, quali la miastenia gravis e la malattia di Lambert-Eaton; 
  • le malattie dei motoneuroni, ossia le malattie dei neuroni motori. In genere, i risultati dell’esame si alterano solo in fase avanzata di malattia;
  • le radicolopatie, cioèle compressioni dei nervi nella colonna vertebrale. Nelle aree colpite, la trasmissione nervosa può risultare alterata. 

Nel caso di miopatie o distrofie, che interessano solamente il muscolo, è probabile che l’ENG risulti normale. 

Elettroneurografia, è dolorosa?

L’elettroneurografia non è un esame doloroso e, in genere, è ben tollerato dalle persone. Tuttavia, alcuni pazienti lo giudicano leggermente fastidioso. Le piccole scosse elettriche, infatti, possono essere percepite poco piacevoli, specie da parte dei soggetti più sensibili, impressionabili o delicati. Al termine dell’esame, però, è possibile tornare a casa autonomamente e riprendere le normali attività. 

Non è necessario seguire particolari procedure di preparazione all’esame. Non serve nemmeno il digiuno. 

Che differenza c’è fra elettromiografia ed elettroneurografia

Nella maggior parte dei casi, l’elettroneurografia non viene prescritta da sola, ma in associazione ad altre indagini che aiutano a valutare in maniera più approfondita e completa la conduzione nervosa e lo stato di muscoli e nervi. Per esempio, può essere associata all’elettromiografia. Si tratta di indagini che, non di rado, possono essere richieste dallo specialista neurologo quando l’esame neurologico evidenzia un deficit a carico del sistema nervoso periferico e/o dei muscoli.

Se l’elettroneurografia è lo studio dei potenziali evocati dalla stimolazione elettrica dei nervi periferici sia motori sia sensitivi, l’elettromiografia (o EMG) analizza i potenziali elettrici che si generano a seguito della contrazione delle fibre muscolari. Per eseguire quest’ultima indagine gli operatori utilizzano un piccolo ago, introducendolo con delicatezza nei muscoli da esaminare, per valutare l’attività elettrica sotto sforzo e non. Anch’essa non è particolarmente dolorosa. L’EMG è una delle indagini principe per la diagnosi del tunnel carpale