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Elettrocardiogramma (ECG): come si fa e cosa misura

Dott.ssa Vanessa Dionne

Dott.ssa Vanessa Dionne


Medico Chirurgo

17 Settembre 2020 - Ultima modifica: 1 Febbraio 2023

Un esame diagnostico fondamentale per valutare lo stato di salute del cuore: l’Elettrocardiogramma è sicuro, veloce e indolore.

Monitorare lo stato di salute del cuore è fondamentale per poter diagnosticare possibili anomalie che possono portare anche a gravi patologie. Tra gli esami strumentali a disposizione degli specialisti per verificare l’attività del cuore il primo è l’Elettrocardiogramma, conosciuto anche come ECG. Effettuato con l’elettrocardiografo, è un esame veloce, indolore e semplice da effettuare, ma che permette di registrare in modo dettagliato l’attività elettrica del cuore restituendone un’immagine grafica.

Utilizzato in particolare per il monitoraggio degli sportivi, l’Elettrocardiogramma è indicato sia a scopo diagnostico, sia per monitorare l’efficacia di trattamenti medici, sia invece per monitorare lo stato di salute del cuore in seguito ad un'intervento chirurgico.

Esistono diverse tipologie di ECG, ciascuna delle quali viene indicata per le esigenze specifiche del paziente.

Indice

  1. Elettrocardiogramma: che cos’è
  2. Elettrocardiogramma: procedura
  3. Strumenti e tipi di elettrocardiogramma
  4. Come leggere l’elettrocardiogramma

Elettrocardiogramma: che cos’è?

L’Elettrocardiogramma è un esame strumentale che ha l’obiettivo di misurare il ritmo e l’attività elettrica del cuore, riportandone un grafico dettagliato. Lo strumento che viene utilizzato è l’elettrocardiografo, il quale è dotato di elettrodi che vengono posizionati in diverse parti del corpo per registrare le variazioni durante la contrazione cardiaca e il successivo rilascio.

Prima di capire precisamente come viene effettuato un ECG e quali sono le diverse tipologie è importante conoscere il funzionamento del cuore.

La contrazione cardiaca è chiamata sistole, mentre il rilascio è chiamato diastole. Il cuore è un organo costituito da tessuto muscolare, il miocardio, ed è divisibile in 4 cavità:

  • Atrio destro
  • Atrio sinistro
  • Ventricolo destro
  • Ventricolo sinistro

Il miocardio riesce a generare gli impulsi per la contrazione degli atri e dei ventricoli, come se fossero veri e propri impulsi elettrici. La sorgente di questi è il nodo seno atriale (che si trova nell'atrio destro), il quale scandisce la frequenza cardiaca di contrazione, creando il cosiddetto ritmo sinusale, cioè il ritmo cardiaco.

L’Elettrocardiogramma quindi, permette al cardiologo che è lo specialista incarico dello svolgimento dell’esame e della sua lettura, di individuare possibili anomalie nel funzionamento dell’attività cardiaca.

L’ECG viene quindi utilizzato per rilevare una serie di anomalie e condizioni cliniche, tra cui:

  • le aritmie cardiache che sono alterazioni del ritmo sinusale. Solitamente il corpo umano a riposo ha un ritmo che va da 60 a 100 battiti al minuto;
  • angina pectoris, cioè il dolore al petto causato da una insufficiente ossigenazione del muscolo cardiaco;
  • la presenza di alterazioni strutturali di atri o ventricoli che generano la cardiomiopatia dilatativa, la cardiomiopatia ipertrofica, l’ipertrofia ventricolare;
  • ischemie o infarti del miocardio, in seguito a un restringimento delle arterie coronarie;
  • gli esiti di un pregresso infarto, il quale lascia segni sia a livello anatomico che funzionale;
  • la presenza di alterazioni della conduzione elettrica, come la sindrome del QT lungo e i blocchi di branca;
  • lo scompenso cardiaco, che avviene quando il cuore non è in grado di far arrivare il corretto quantitativo di sangue a tutti gli organi;
  • il funzionamento di un pacemaker;
  • l’effetto che hanno alcuni farmaci sulla attività cardiaca.

Come si svolge l’elettrocardiogramma?

La procedura per effettuare correttamente un ECG prevede che vengano applicati sulle braccia, sul torace e sulle gambe del paziente, il quale deve essere in uno stato normale di riposo, delle placche e delle piccole ventose (elettrodi). Attraverso questi supporti si registrano le variazioni le quali vengono tracciate su un supporto cartaceo e video.

Il tracciato poi deve essere controllato dallo specialista, che ne analizza i dettagli con l’obiettivo di escludere eventuali anomalie. Alcuni strumenti di ultima generazione restituiscono già in automatico il risultato dell’esame. Questo permette di avere una diapositiva precisa dello stato di salute del cuore del paziente, sia che si tratti di un semplice esame di routine ad esempio per gli sportivi, sia invece che si tratti di un monitoraggio costante a seguito di un intervento oppure di un trattamento farmacologico.

L’ECG è un esame indolore, rapido in quanto viene solitamente effettuato in pochi minuti e non è per nulla invasivo. Per tutta questa serie di motivi, non richiede alcun tipo di preparazione specifica da parte del paziente. 

Strumenti e tipi di elettrocardiogramma

La durata dell’ECG in realtà dipende anche dalla tipologia di esame che viene effettuato. L’Elettrocardiogramma infatti, non è sempre uguale, ma esistono 3 diversi tipi di esame:

  • ECG a riposo
  • ECG sotto sforzo
  • Holter cardiaco

L’Elettrocardiogramma a riposo viene effettuato con il paziente a riposo, steso su un lettino. Vengono applicati gli elettrodi con placche metalliche su braccia, torace e gambe, solitamente vanno da 12 a 15. Gli elettrodi possono essere applicati tramite gel, adesivo o ventose.

Nel momento in cui si inizia la registrazione del ritmo sinusale, il paziente deve rimanere fermo e non può parlare.

L’ECG registra quindi eventuali anomalie quando il cuore è a riposo (in alcuni soggetti infatti tali anomalie non sono visibili sotto sforzo). Al termine dell’esame, il paziente può tornare alla propria routine.

L’Elettrocardiogramma sotto sforzo è quello che viene solitamente effettuato durante le visite mediche sportive. Serve per individuare cardiomiopatie latenti o per definire quali sono i limiti per l’attività sportiva per le persone affette da scompensi coronarici.

Il ritmo sinusale registrato in questo caso è sotto sforzo, quindi al paziente viene chiesto di effettuare attività fisica durante l’esame, come ad esempio camminare su un tapis roulant o pedalare su una cyclette.

Gli elettrodi in questo caso vengono applicati solo sul torace e viene chiesto al paziente di aumentare gradualmente l’intensità dell’attività fisica. Questo è un esame che ha alcune controindicazioni, in particolare per le persone che soffrono di insufficienza cardiaca. Il cuore viene sottoposto a stress e pertanto è necessario affidarsi al parere del cardiologo, il quale indicherà la fattibilità o meno dell’esame, secondo la storia clinica del paziente.

La terza tipologia è l’Holter cardiaco che individua aritmie discontinue, le quali compaiono in modo irregolare e possono pertanto non essere rintracciabili durante un normale ECG. L’Holter viene effettuato con un elettrocardiografo portatile che deve registrare l' attività cardiaca per un minimo di 24 ore e per un massimo di 7 giorni.

Vengono quindi applicati sul torace del paziente 6-8 elettrodi collegati all’Holter portatile, il quale ha la dimensione di un cellulare. L’Holter funziona in modo continuo anche durante le ore notturne: il paziente deve proseguire con la sua quotidianità annotandosi però l’orario di inizio delle rispettive attività svolte. Ovviamente l’Holter non può essere bagnato e pertanto il paziente non dovrà fare la doccia durante l’esame.

Questo tipo di ECG viene utilizzato per individuare: aritmie, alterazioni discontinue del ritmo sinusale, ischemie e disturbi come il cardiopalmo, dolori al torace, perdita di coscienza e vertigini.

Come leggere l’elettrocardiogramma?

L’Elettrocardiogramma viene letto dal cardiologo, il quale identifica i 6 diversi tipi di onde (P,Q,R,S,T).

Ogni ciclo cardiaco inizia con un impulso che proviene dal nodo senoatriale (pacemaker cardiaco). Questo impulso attiva le due camere superiori del cuore (atri). L'onda P che ne deriva rappresenta la contrazione degli atri.

Successivamente l'impulso elettrico si sposta verso il basso e provoca la contrazione dei ventricoli (rappresentata dal complesso QRS sul tracciato ECG).

Infine la corrente elettrica si retrodiffonde dai ventricoli in direzione opposta e questo provoca il rilassamento dei ventricoli (onda T).

Le onde tutte insieme costituiscono il complesso PQRST, ciascuna onda è divisa da un intervallo R-R che identifica il ciclo cardiaco. Inoltre esistono altri intervalli, quali l'intervallo PR (distanza fra l’inizio dell’onda P e l’inizio del complesso QRS, rappresenta l’intervallo necessario perché la depolarizzazione atriale raggiunga i ventricoli) e l'intervallo QT (distanza fra l’inizio del QRS e la fine dell’onda T, rappresenta l’intera attività elettrica ventricolare).

Come si fa a capire se ci sono anomalie? Il cardiologo identifica che mancano uno o più di uno di questi elementi: in questo caso si tratta di una situazione anomala.

Per esempio se una persona ha un infarto del miocardio, dal grafico non emergeranno le onde R, S e T, mentre chi soffre di fibrillazione atriale non mostrerà le onde P e avrà intervalli PR irregolari.

Ovviamente, i parametri da monitorare sono talvolta complessi e gli specialisti seguono i rispettivi standard di riferimento per determinare la presenza di possibili situazioni di rischio.