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Quando fare la prima visita andrologica

Dott. Vincenzo Napolano

Dott. Vincenzo Napolano

UROLOGIA
Medico chirurgo specialista in urologia e andrologia

19 Marzo 2022 - Ultima modifica: 20 Luglio 2022

È consigliabile, secondo quanto riferisce la Società Italiana di Andrologia (SIA), fare la prima visita dall'andrologo intorno ai 18/20 anni e successivamente verso i 35 anni

Quando andare dall'andrologo? Spesso si ricorre alla visita andrologica, solo quando ormai il problema si è manifestato, dimenticandosi quindi di fare prevenzione. Capita per qualsiasi visita o patologia, così anche nel caso dell'andrologo. È sempre molto importante intervenire per tempo, così da evitare che le eventuali disfunzioni diventino croniche.

Indice

Chi è l'andrologo?

Ma chi è l'andrologo? Generalmente la figura è confusa con quella dell'urologo. L'andrologo è lo specialista con cui so possono affrontare tutte le tematiche riguardanti l’organo sessuale maschile.

Per definizione un andrologo è un urologo specializzato nel trattamento delle condizioni relative alle disfunzioni sessuali e alla fertilità nei maschi. La specializzazione di andrologia conferisce all’andrologo una maggiore esperienza sul sistema riproduttivo maschile.

Quando andare dall’andrologo

È consigliabile, secondo quanto riferisce la Società Italiana di Andrologia (SIA), fare la prima visita dall'andrologo intorno ai 18/20 anni e successivamente verso i 35 anni. Dopo i 50 anni, invece, è assolutamente indispensabile. Spesso, tuttavia, come anticipavamo sopra, questo consiglio è disatteso a tutti e tre gli stadi d'età.

È opportuno fare un primo check dall'andrologo, in modo da evitare che si verifichino problemi poi difficili da risolvere. Un semplice esame, lo spermiogramma ad esempio, consente di far luce su eventuali disturbi della fertilità.

Le patologie di cui si occupa l'andrologo

Le malattie di cui si occupa l'andrologo per poter effettuare diagnosi e stabilire un'eventuale cura o terapia da seguire sono:

Soffermandoci sull'infertilità, in particolare, e visto che oggi si tende a fare figli ad un'età più avanzata, il fattore tempo è fondamentale per evitare che patologie banali diventino irreversibili. Ad esempio solo per rarissimi casi esiste la terapia medica dell’infertilità.

È emerso che per un ragazzo su dieci è fondamentale un piccolo intervento chirurgico non urgente per le patologie riscontrate (varicocele, idrocele, ernia inguinale, frenulo corto, fimosi). Ancora un ragazzo su 100 presenta testicoli di volume estremamente ridotto per cui si rende necessaria una visita più approfondita per verificare la presenza di malattie più gravi.

Altro dato su cui riflettere è che solo il 33% dei diciottenni maschi usa sempre il profilattico; pochi di loro hanno una conoscenza approfondita di cosa siano le malattie a trasmissione sessuale e ancora di più sono impreparati sull’argomento sessualità. I giovani, nonostante la tecnologia permetta oggi di informarsi su ogni tema molto più rapidamente, hanno infatti le stesse idee di quelli di 10 anni fa.

In cosa consiste la visita?

Durante il controllo specialistico, l'andrologo effettua un semplice esame fisico dell'uomo per controllare le condizioni generali di salute e distribuzione pilifera, lo sviluppo dei genitali, la consistenza e la sensibilità dei testicoli, infine la misura del pene e lo stato delle mammelle. In caso di possibili dubbi, alla fine della visita lo specialista potrà consigliare al paziente delle analisi più approfondite quali esami ormonali, delle urine e del liquido seminale, spermiogramma per verificare la fertilità del seme, spermicoltura per la presenza di germi nello sperma, ecografia scrotale con ecocolordoppler dei testicoli.

Al di là delle visite regolari di prevenzione ci sono alcuni 'sintomi' che devono suggerire ai genitori del ragazzino o all'uomo stesso la necessità di un controllo, come ad esempio la comparsa di fastidio nell'area genitale o la presenza di un’assimetria del volume testicolare.

Diagnosi

Per quanto rimangano raccomandate le visite preventive a 18, 20,35 e 50 anni, l’andrologo è spesso interpellato sulla base di una diagnosi del medico di base. Il medico di base ha un ruolo determinante in questi casi, perchè a differenza di uno specialista, conosce meglio il paziente e può essere la persona giusta per portare alla luce un problema andrologico.

Spesso si può rivelare un falso allarme e un semplice colloquio, anche accompagnato da una breve visita che può chiarire eventuali dubbi come ad esempio sulle dimensioni del pene, frenulo breve o se il glande è adeguatamente scoperto. Solo se dopo la visita del medico curante dovesse ravvisarsi un problema di tipo andrologico, lo stesso potrà indirizzare il paziente verso una struttura andrologica o uno specialista.