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Osteoartrite

Dott.ssa Iolanda Rutigliano

Dott.ssa Iolanda Rutigliano

REUMATOLOGIA
Specialista in malattie articolari infiammatorie e degenerative

18 Dicembre 2020 - Ultima modifica: 20 Giugno 2021

Indice:

  1. Introduzione
  2. Osteoartrite, che cos'è
  3. Le cause
  4. I sintomi
  5. La diagnosi
  6. La terapia

Introduzione

Malattia degenerativa che compromette la funzionalità delle articolazioni, l’osteoartrite è meglio nota col nome di artrosi.

Si tratta di una patologia decisamente diffusa: in Italia ne soffrono quattro milioni di persone (circa il 12,1%). In genere si manifesta tra i 40 e i 50 anni d’età, prevalentemente tra le donne. E se prima dei 40 anni è più frequente negli individui di sesso maschile per via di deformità o di traumi, dopo i 70 anni la malattia non fa più distinzione di sesso. Il suo impatto a livello globale è elevato: il 3% della popolazione subisce limitazioni capaci di compromettere la sua capacità lavorativa (sebbene la diffusione maggiore sia tra gli over 80, che ne soffrono in percentuali altissime).

Cronica e priva di una cura, l’osteoartrite colpisce la cartilagine delle articolazioni: questa, che ricopre le estremità delle ossa lunghe, si assottiglia fino a quando le ossa sottostanti fanno attrito sfregando l’una contro l’altra. In questo modo si infiammano provocando dolore e, in alcuni casi, deformazioni e invalidità.

Osteoartrite: che cos’è?

L'osteoartrosi è una patologia degenerativa, la più diffusa tra le patologie articolari.

Si verifica quando la cartilagine, per tutta una serie di concause, si logora e si assottiglia: usurandosi, i capi ossei contrapposti si toccano e subiscono dei danni. Due sono le tipologie di osteoartrite:

  • l’osteoartrite primaria non ha cause note e può colpire una sola articolazione (di norma il ginocchio o l’anca) o più articolazioni;
  • l’osteoartrite secondaria si instaura in articolazioni o segmenti ossei che sono già in sofferenza per un’altra malattia, ad esempio un’anomalia articolare presente sin dalla nascita, oppure un’infezione ossea o un trauma.

Che sia localizzata o generalizzata, e colpisca dunque un’unica articolazione o più di una, l’osteoartrite comporta molto spesso l’insorgenza di osteofiti. Tali escrescenze ossee, che somigliano a piccoli artigli, sono il primo segno di artrosi che dai raggi X viene evidenziato.

Ad essere maggiormente colpiti da osteoartrite sono:

  • le piccole articolazioni delle mani
  • le ginocchia
  • le anche
  • la colonna cervicale e lombare

Tessuto elastico, la cartilagine articolare è quasi del tutto priva di capillari e si compone d’acqua e sali minerali: proprio per questo suo aspetto, e per il fatto che il nutrimento dei condrociti avviene per diffusione, ha una capacità rigenerativa bassissima. È questa particolare tipologia di cartilagine il bersaglio colpito durante il processo di osteoartrite.

Osteoartrite: quali sono le cause?

Sebbene, come abbiamo visto, l’osteoartrite possa talvolta essere secondaria ad una condizione fisica precisa o ad un trauma (fratture, lussazioni, distorsioni ecc.), più spesso non ha una causa precisa. Col passare del tempo, e in presenza di determinati fattori di rischio, la cartilagine si usura e diventa ruvida.

L’articolazione, in risposta all’assottigliamento della cartilagine, stimola la produzione di collagene e proteoglicani. Il risultato è un gonfiore della cartilagine, che si riempie di liquidi ed è dunque più facilmente lesionabile. L’organismo “risponde” al danno creando gli osteofiti, per contrastare quella fragilità: tali formazioni, piccole e simili a delle spine, sono però generalmente dolorose perché, fuoriuscendo dall’osso sottostante la cartilagine, possono schiacciare i vasi sanguigni o i nervi causando dolore, formicolio e perdita della sensibilità. Quando poi l’osteoartrite si aggrava, può succedere che le articolazioni si irrigidiscono e si deformano.

Diversi sono i fattori di rischio che rendono una persona più soggetta a soffrire di artrosi:

  • età: oltre il 50% degli over 60 è colpito da osteoartrite mentre, dopo gli 80, la quasi totalità della popolazione ne soffre in modo più o meno serio;
  • sesso: sono le donne ad essere maggiormente colpite, sia per fattori ormonali che per la differenza di massa corporea, la genetica e il differente metabolismo tissutale;
  • sovrappeso e obesità;
  • microtraumi ripetuti, come succede tra chi pratica sport come il calcio (dove la rottura del menisco è frequente);
  • particolari professioni lavoratorive e sport, che sollecitano maggiormente una certa articolazione (artrosi di mani, gomiti e spalle in chi utilizza il martello pneumatico, artrosi del ginocchio nei minatori e nei camionisti/autisti, artrosi dell’anca nelle ballerine professioniste);
  • patologie che compromettono la funzionalità articolare o il metabolismo osseo;
  • infiammazioni articolari derivanti da condizioni patologiche quali l’artrite reumatoide.

Osteoartrite: con quali sintomi si manifesta?

L’osteoartrite è una malattia cronica e degenerativa che, nel momento in cui insorge e dunque nelle sue fasi iniziali, è asintomatica. Quando si avvertono i sintomi, vuol dire che la patologia è già in fase avanzata.

La sintomatologia dipende da quale articolazione è stata colpita, ma comprende sempre il dolore. Questo, inizialmente presente solo al compiersi di determinati movimenti, oppure durante la notte e al risveglio mattutino e dopo una lunga immobilità nel caso in cui ci sia un’infiammazione in corso, si accompagna a pochi minuti di rigidità articolare al risveglio. Tumefatte e dure a causa degli osteofiti, le articolazioni in genere sono dolenti al tatto. E, quando mosse passivamente, generano un rumore simile ad uno scroscio. Quando la patologia si aggrava ulteriormente, causa poi deformazioni più o meno gravi:

  • Osteoartrite della mano: l’ultima falange, inizialmente quella di indice e mignolo e poi tutte le altre, si flette e devia lateralmente.
  • Osteoartrosi dell'anca: in una prima fase si avverte un dolore profondo dopo un carico prolungato oppure acuto quando si sta in piedi, successivamente il paziente assume un’andatura zoppicante, la lunghezza dell’arto si riduce e compare una limitazione motoria anche molto seria.
  • Osteoartrite del ginocchio: il paziente avverte dolore quando scende le scale, quando si siede e quando si inginocchia, e può avere difficoltà nel spostare la rotula di lato o nello stendere la gamba sulla coscia.
  • Osteoartrite della colonna vertebrale: se viene colpita la zona cervicale il paziente avverte un dolore che si estende alla scapola e al braccio, associato a formicolii e difficoltà di movimento; se viene colpita la zona lombare e sacrale può scatenare lombosciatalgia, dolori e formicolio nella parte bassa della schiena fino alla coscia e alla gamba.
  • Osteoartrite del piede: dolore concentrato soprattutto alle ossa metatarsali e delle dita dei piedi.

Come si effettua la diagnosi di osteortrite?

Qualora si avvertisse un dolore ingravescente alle articolazioni è consigliabile rivolgersi al proprio medico. Sarà lui ad indirizzare il paziente dallo specialista, o a prescrivere direttamente esami ematochimici o strumentali.

L’osteoartrite viene diagnosticata con esami del sangue, volti principalmente a rilevare un eventuale stato infiammatorio, e, soprattutto, con una radiografia. Si tratta però di una metodica che non consente di visualizzare le alterazioni precoci della cartilagine.

Si rivela dunque molto utile anche la risonanza magnetica, sebbene raramente venga prescritta: quando il paziente si rivolge al medico in genere la malattia è già in fase avanzata, e la radiografia riesce ad individuare le alterazioni tipiche di malattia.

Terapia

Dall'osteoartrite non si può guarire: si tratta infatti di una patologia cronica e progressiva, che causa lesioni ossee e deformità non guaribili (mentre il dolore, che in fase acuta può essere immobilizzante, col tempo diminuisce).

Tuttavia, esistono diverse terapie che lo specialista può prescrivere per tenere sotto controllo i sintomi e numerosi comportamenti consigliati, per alleviare il dolore e perché l’articolazione funzioni al meglio:

  • attività fisica (esercizi posturali, stretching, ginnastica dolce in piscina);
  • perdere i chili in eccesso;
  • riposo delle articolazioni dolenti, ogni 4-6 ore ma evitando una prolungata immobilizzazione;
  • sedersi e sdraiarsi in modo corretto, evitando superfici troppo morbide, preferendo le sedie con la seduta alta e lo schienale rigido, avvicinando il sedile dell’auto al volante e posizionando sotto al materasso una tavola rigida;
  • indossare scarpe da ginnastica, anziché tacchi alti o scarpe rasoterra (eventualmente si possono inserire dei plantari);
  • fare esercizi di mobilizzazione in una piscina con acqua tiepida;
  • massaggi effettuati da fisioterapisti esperti;
  • impacchi caldi sull’articolazione dolente;
  • elettrostimolazione contro il dolore;
  • agopuntura.

Spesso, specie in caso di dolore molto forte, vengono prescritti al paziente comuni analgesici come il paracetamolo oppure - nei casi più severi - farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS): questi possono essere assunti per via orale oppure applicati per via topica, ma se ne sconsiglia l’uso prolungato per via dei loro effetti collaterali che includono gastrite e ulcere. Infine, è possibile effettuare iniezioni di acido ialuronico (in particolare nell’articolazione del ginocchio e dell’anca).

L’ultima possibilità, in caso di osteoartrite molto severa, è l’intervento chirurgico, volto a sostituire le articolazioni (in genere quelle di anca e ginocchio) con una protesi. Tuttavia, poiché la durata della stessa protesi non è eterna ma è di circa vent’anni, si tende a riservare l’operazione ai soggetti non più giovani e con un grado di dolore non responsivo ad alcun tipo di terapia.