PB Salute Logo

Sinonimi: Mosche volanti

Dott. Nicola Leuzzi

Dott. Nicola Leuzzi

OCULISTICA
Medico Chirurgo - Specialista in Oftalmologia

15 Dicembre 2020 - Ultima modifica: 21 Giugno 2021

Indice:

  1. Introduzione
  2. Quali sono i sintomi
  3. Cause
  4. Fattori di rischio
  5. Come fare la diagnosi
  6. Rischi e complicazioni
  7. Terapie e rimedi
  8. Miodesopsie e chirurgia

Introduzione

Le Miodesopsie, conosciute anche come “mosche volanti”, consistono nella visione di corpi fluttuanti causate da problematiche all’umor vitreo, la zona dell’occhio tra retina e cristallino. All'interno del campo visivo di chi soffre di questa condizione si presentano dei corpi che possono assumere forme di punti, ombre, mosche e fili in grado di creare fastidi o essere precursori di patologie più serie.

 Le miodesopsie si presentano naturalmente o in seguito a fenomeni degenerativi del corpo vitreo (contenuto nella camera vitrea presente all’interno dell’occhio).

Il nome di Miodesopsie deriva dal greco, con òpsis che significa "visione" e myōdes che significa "simile a mosche". Infatti questa patologia consiste nel vedere delle forme simili a mosche.

I sintomi principali delle Miodesopsie sono rappresentati proprio da queste forme semi trasparenti che possono portare ad alcune difficoltà nella vita quotidiana.

Le miodesopsie si presentano naturalmente o in seguito a fenomeni degenerativi del corpo vitreo (contenuto nella camera vitrea presente all’interno dell’occhio). Molte persone ne soffrono e anche se non è da considerarsi una vera e propria patologia possono essere precursori di condizioni più serie soprattutto se dovessero aumentare improvvisamente e progressivamente.

Quali sono i sintomi

Il principale sintomo delle miodesopsie è come già accennato, l'apparizione di forme e corpi mobili all'interno degli occhi. Le forme e le tipologie di macchie percepite dal paziente che soffre di questa patologia possono essere cerchi, linee, ragnatele, mosche, puntini, cerchi e molto altro.

Le condizioni ideali per vederle coinvolgono una superficie omogenea e molto luminosa, come un cielo terso, una parete chiara, un foglio o il bianco della neve, perché con la luce che colpisce la retina dell'occhio vengono proiettate queste ombre.

Cause

Le cause delle miodesopsie sono molte, ma le figure e le ombre caratteristiche di questa condizione appaiono a causa di uno specifico processo. Per comprendere tale procedimento è necessario approfondire prima la composizione dell’occhio e nello specifico del corpo vitreo, l'area che maggiormente viene colpita da questa patologia.

Il corpo vitreo è l'area posta tra il cristallino dell'occhio e la retina. Il corpo è composto da un materiale, appunto, definito umor vitreo. Questo è per il 99% costituito da acqua mentre per il restante 1% da altre sostanze: acido ialuronico, collagene, proteine solubili, zuccheri, fibrille vitreali e cellule vitree.

Il corpo vitreo dovrebbe essere trasparente e creare un'immagine quando un oggetto viene colpito dalla luce che sia speculare sulla retina. Nonostante quest’area solitamente sia quindi trasparente, esistono delle eccezioni e delle imperfezioni che possono portare a frammenti delle fibre di collagene.

Questi frammenti che interessano le fibrille vitreali creano quindi i sintomi delle miodesopsie, come le ombre e i puntini sulla retina. Queste forme sono quindi causate dalla proiezione dell'ombra di questi filamenti che si trovano all'interno del liquido, quindi dell'umor vitreo.

Questo fenomeno è particolarmente visibile quando si guarda un oggetto colpito dalla luce o quando, mantenendo salda la testa nella medesima posizione, si sposta lo sguardo in alto e in basso. In quest’ultimo caso c’è un mescolamento dell’umor vitreo che porta ancora di più questo fenomeno a manifestarsi.

Fattori di rischio

Sono molte le cause delle miodesopsie ma una è la più frequente: l'avanzamento dell'età. Col trascorrere degli anni è più probabile che si disidrati il liquido che compone il vitreo e che la struttura di fibre di collagene si disgreghi o si danneggi, portando all'apparizione delle prime ombre. Per questo motivo moltissimi pazienti che soffrono di questa patologia sono coloro che hanno un’età superiore ai 50 e ai 60 anni e due anziani su tre oltre i 70 anni ne presentano i sintomi. Il deterioramento della componente gelatinosa dell'occhio porta i frammenti a creare le ombre, soprattutto se si guardano superfici chiare come un foglio di carta.

Le miodesopsie sono spesso presenti nei soggetti affetti da miopia e vanno prese in maggiore considerazione poiché in questi soggetti possono essere più frequentemente precursori di problemi più gravi a livello della retina.

Tra gli altri fattori di rischio delle miodesopsie ci sono:

  • attività sportiva intensa
  • esposizione al sole o a fonti di calore per molto tempo
  • scarsa idratazione
  • traumi e colpi alla testa in seguito a incidenti o colluttazioni
  • problematiche legate al metabolismo e disordini alimentari

Come fare la diagnosi

Il primo modo, per diagnosticare le miodesopsie o altre patologie degli occhi è necessario recarsi presso il medico di base. Grazie a una prima visita, il dottore potrà infatti comprendere quale sia la soluzione migliore e soprattutto stabilire la gravità della situazione, in modo da fornire anche una ricetta per una visita di emergenza in ospedale o presso un oculista specializzato.

Sia il medico di base che uno specialista provvederanno quindi ad un'anamnesi più approfondita. Ad esempio, è possibile che vengano poste domande su problemi di vista del paziente o in famiglia, malattie pregresse ed eventuali farmaci assunti, presenza di casi in famiglia e molti altri dettagli che potranno aiutare il medico a individuare la causa di questi disagi.

In caso di comparsa improvvisa di questa condizione o progressivo peggioramento è necessario effettuare sempre una visita oculistica completa, in particolare se dovessero esserci anche dei sintomi aggiuntivi quali la presenza di “lampi luminosi” (fotopsie) o improvvisa amputazione del campo visivo. Il Medico Oculista valuterà lo stato del segmento posteriore dell’occhio e l’integrità della retina.

Rischi e complicazioni

Nella maggior parte dei casi questo fenomeno si presenta naturalmente con l'invecchiamento o con la miopia. In questi casi le mosche volanti non sono preoccupanti e possono essere controllate con visite periodiche da un oculista specializzato.

In alcuni casi però le miodesopsie possono associarsi a un distacco posteriore del vitreo, ovvero la separazione del vitreo dalla retina a cui normalmente è adeso. Questo processo può avvenire normalmente con l’età ma in alcuni casi in maniera traumatica provocando delle trazioni e possibili lacerazioni della retina. Risulta quindi importante sottoporsi a esame del fondo oculare al fine di escludere questa eventualità e le possibili conseguenze.

In altri casi le miodesopsie possono essere conseguenze di patologie infiammatorie della retina e del corpo vitreo.

Terapie e rimedi

Sono molti i trattamenti per le miodesopsie e i rimedi naturali. Sicuramente il primo modo per curare questa patologia è prevenirla con una corretta idratazione giornaliera, attraverso visite periodiche di controllo presso un oculista, a partire già dai 40 anni di età. In questo modo sarà possibile individuare subito i sintomi delle miodesopsie già agli inizi, soprattutto nel caso in cui siano causati dall'avanzamento dell'età.

Inoltre, diversi studi hanno dimostrato come una dieta corretta e ricca di antiossidanti possa prevenire l'apparizione di questi sintomi. Ad esempio, un'alimentazione ricca di beta-carotene, vitamina E, vitamina C, rame e zinco può ridurre la probabilità che i sintomi appaiono laddove siano già presenti in un occhio. Altri elementi nutritivi fondamentale per la prevenzione di questa malattia sono poi i vegetali verdi, la frutta fresca, l'omega-3 3 gli acidi grassi polinsaturi.

Come già evidenziato fondamentale è l'idratazione: bere molta acqua e assumere molti sali minerali aiuta a ridurre l’entità di questa condizione.

Miodesopsie e chirurgia

Il ruolo della chirurgia è marginale e riservato a casi molto severi e si avvale di tecniche di microchirurgia quali la vitrectomia. L’intervento consiste nella rimozione totale o parziale dell’umor vitreo mediante microsonde inserite all’interno del bulbo oculare.

In presenza di voluminosi corpi mobili vitreali centrali e distanti da retina e cristallino ci si può avvalere di tecniche di parachirurgia, ovvero l’utilizzo dello YAG laser che ha lo scopo di frammentare e diradare eventuali grossolane fibrille vitreali occupanti l’asse ottico.