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Dott.ssa Lucrezia Fago

Dott.ssa Lucrezia Fago


Medico Estetico

19 Gennaio 2021 - Ultima modifica: 7 Luglio 2021

Idice:

  1. Introduzione
  2. Tipologie
  3. I segni tipici
  4. Le cause
  5. Diagnosi
  6. I trattamenti

Introduzione

Il melasma è un disturbo della pelle dovuto ad una ipermelanosi.

La pelle di ognuno di noi ha un suo colorito tipico che, geneticamente, è diverso da quello di tutti gli altri. Tale colorito è dato da una quantità media di melanina presente che corrisponde al nostro fototipo.

Il melasma consiste in un’iperpigmentazione a zone (tipiche e caratteristiche) che si traduce nella formazione di macchie visibili.

Le macchie del melasma sono in genere color caffè o tendenti al grigio, dalla forma irregolare, e sono più frequenti nella cosiddetta zona T (fronte, naso e mento) oltre che sugli zigomi e sul labbro superiore. Sono macule diverse dai nei perché non solo non sono in rilievo, ma si presentano in genere molto piccole per poi ingrossarsi nel tempo (macchie vicine tendono ad unirsi e a formarne di più grandi). Sono asintomatiche e peggiorano tipicamente dopo esposizione solare proprio perché quelle zone, più ricche di melanina, tendono ad abbronzarsi più delle altre. Oltre che sul volto, possono apparire anche su altre zone quali braccia e collo.

Le più recenti ricerche mediche restituiscono dati molto interessanti a proposito della malattia. I soggetti maggiormente colpiti da melasma sono quelli di sesso femminile e in età fertile o durante la gravidanza. Questo perché la disfunzione sembra derivare direttamente dall’azione di particolari ormoni come gli estrogeni e dall’assunzione di alcuni farmaci anticoncezionali. Possono incidere anche la genetica e l’appartenenza ad alcune etnie. Ne sono più colpite le etnie con la pelle dalle tonalità più scure e maggiormente esposte alla luce solare (etnie africane e gruppi isolani). In minor numero, ne risentono anche gli uomini.

Tipologie di melasma

Ad oggi sono state individuate quattro diverse tipologie di melasma. Nei casi più lievi, le macchie vengono individuate, studiate e classificate dal dermatologo a seguito di un’indagine dermatoscopica utilizzando la luce di Wood. Diverso è nei casi più accentuati, dove gli accumuli di melanina sono visibili anche ad occhio nudo.

Il melasma epidermico è il primo tipo e corrisponde alla manifestazione più lieve. È allo stadio iniziale e le macchie sono di colore marrone chiaro, depositate nello strato più superficiale della cute (l’epidermide, per l’appunto). I follicoli piliferi restano intatti.

Quando l’indagine dermatoscopica restituisce la figura di un reticolo pigmentario di colore azzurro-grigio, significa che stiamo osservando la casistica del melasma dermico. I macrofagi contenenti melanina si depositano in questo caso nel derma più superficiale (il derma è lo strato cutaneo appena sotto l’epidermide ed è diviso in due parti, una superficiale e una più profonda).

Si parla di melasma misto quando invece le macchie di colore scuro si presentano hanno origine sia a livello dell’epidermide che il del derma superficiale.

Nel melasma del fototipo di pelle V e VI, le lesioni sono ben visibili alla luce del giorno.

Viene invece diagnosticato melasma con teleangectasia quando l’iperpigmentazione interessa anche l’area vascolare.

I segni tipici del melasma

Come già accennato, il melasma non è una disfunzione della le cui uniche conseguenze sono un forte disagio estetico e conseguentemente psicologico.

Il segno tipico di un accumulo di melanina è la formazione di macchie sulla pelle, di colore caffè, marrone scuro o tendenti al grigio. In genere sono tonalità che si notano a causa del contrasto con la vicina cute sana.

Le macchie, che appaiono agli stadi iniziali come molto piccole, si possono successivamente unire a formarne di più grandi. Sono spesso irregolari, non solo per forma, ma anche per colorazione interna, poiché la melanina non si deposita mai uniformemente in tutti i punti.

È facile accorgersi della presenza di melasma poiché le macchie erompono in genere sul viso dove le aree preferite restano gli zigomi, la zona T (fronte, naso, mento) e il labbro superiore di solito tipicamente in gravidanza e, a differenza di altre macchie cutanee, si scuriscono con l’esposizione al sole. Il melasma può estendersi anche collo e braccia, anche se più raramente.

Cause

Alla base della comparsa del melasma c’è una iperproduzione localizzata di melanina solitamente su base ormonale, genetica o secondaria ad altre patologie sistemiche.

Rimanendo nella sfera ormonale, non è raro che il melasma sia conseguenza dell’elevata produzione di estrogeni, dell’assunzione della pillola anticoncezionale o di un ciclo mestruale irregolare. Esiste anche un tipo particolare di melasma che ha assunto un proprio nominativo: il cloasma (o maschera gravidica) è il melasma tipico della gravidanza.

La presenza di macchie dalla troppa melanina può essere sensibilmente peggiorata da un’eccessiva esposizione ai raggi UVA e alla luce solare. Prendendo il sole, le macchie si abbronzano ancora di più, favorendo lo squilibrio cromatico con il resto della pelle. In pratica le macchie diventano ancora più scure e si notano maggiormente. Lo stesso può fare l’assunzione di farmaci fotosensibilizzanti.

Melasma: come si effettua la diagnosi?

Diagnosticare la presenza di melasma è abbastanza semplice. Una prima visita dal proprio medico di base saprà dare, dietro attenta osservazione, una veloce diagnosi già dall’esame obiettivo e da una breve anamnesi. Dell’esame specialistico vero e proprio se ne occupa il dermatologo, con il compito di osservare il cambiamento nella pigmentazione cutanea e classificare il singolo caso nella tipologia di melasma più adatto.

Anche per il melasma, la prima fase di anamnesi comprende la raccolta delle informazioni cliniche del paziente e l’osservazione diretta dei sintomi.

A fronte di melasma lieve, l’esame obiettivo consiste nell’osservazione con luce di Wood, una tecnica particolare che evidenzia macchie e lesioni cutanee a diversi livelli di profondità, dividendo attentamente quelle posizionate nell’epidermide da quelle negli strati inferiori del derma. La luce di Wood è il test più utile se si intende individuare a che profondità è arrivata la melanina.

Il medico, dopo un’osservazione con la luce di Wood, può decidere di intraprendere una esaminare la lesione in dermatoscopia, per una diagnosi differenziale con il melanoma. Questa ulteriore accortezza è riservata ai casi più dubbi o sospetti.

A seguito della diagnosi, sarà compito del medico stabilire i metodi di intervento più opportuni, rassicurando il paziente sul fatto che il melasma non sia contagioso e non possa evolvere in tumore della pelle.

I trattamenti contro il melasma

Come abbiamo visto, il melasma è spesso frutto di periodi e cambiamenti ormonali passeggeri nella nostra vita. È questa la motivazione per cui molte volte la malattia regredisce o si risolve da sé. Il cloasma o melasma gravidico dovrebbe scomparire spontaneamente dopo il parto e lo stesso discorso vale per il melasma causato da metodi contraccettivi che termina da sé dopo la loro sospensione. Per guarire il melasma di tipo ormonale, bisogna invece agire direttamente curando lo squilibrio ormonale che lo ha causato.

In generale, in commercio esiste oggi un’ampia gamma di trattamenti contro il melasma, la maggior parte dei quali sfruttano l’azione topica di alcuni principi attivi. Sono disponibili numerose creme, pomate e lozioni da applicare direttamente sull’area di interesse, a base di arbutina, Vitamina C, acido glicolico e acido retinoico. Si tratta di creme per schiarire la pelle, disponibili solo dietro prescrizione medica. Possono migliorare momentaneamente la situazione ma se non viene risolta la causa le macchie sono destinate a ricomparire.

L’ampliamento delle tecnologie usate nel ramo medico e del benessere ha permesso l’arrivo di nuovi metodi di cura per il melasma. Essi si basano sull’utilizzo di particolari tipi di peeling profondi che agiscono riducendo l’iperpigmentazione. Queste tecniche contrastano l’azione della melanina e ripristinano un colorito della pelle il più possibile normale. Il principio reagente più utilizzato è l’idrochinone, con azione esfoliante e inibitore della melanina, in grado di aumentare e velocizzare la rigenerazione delle cellule buone su quelle malate.

Il primo passo verso la prevenzione del melasma resta comunque un’esposizione solare consapevole e l’utilizzo costante di filtri solari. La protezione solare non è solo utile contro il melasma, ma previene anche l’insorgenza di tumori cutanei. Si consiglia anche di evitare lampade, in quanto raggi UV diretti sulla pelle sono sempre a lungo andare nocivi.

Anche il make-up è sempre più impegnato nella risoluzione (o meglio nel camuffamento) del melasma. Sono tanti i dermatologi e i make-up artist che consigliano alle pazienti di affidarsi a tecniche di camouflage della pelle e, dunque, ad un trucco che vada a coprire velocemente e direttamente la differenza cromatica data dalle macchie.