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Mal di schiena

Sinonimi: Lombalgia

Dott. Nicola Pugliese

Dott. Nicola Pugliese


Medico Chirurgo

13 Novembre 2020 - Ultima modifica: 10 Giugno 2021

Indice:

  1. Introduzione
  2. Il mal di schiena acuto
  3. Il mal di schiena cronico
  4. Le cause
  5. I sintomi
  6. Come viene diagnosticato
  7. Come prevenirlo

Introduzione

Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), il mal di schiena è la prima causa di disabilità al mondo. Un disturbo comunissimo che, secondo le stime, interessa il 40% delle persone.

C’è però dolore e dolore: essendo una patologia multifattoriale, dovuta a numerosissime cause e non dipendente dall’età, il mal di schiena (nome corretto: lombalgia) può manifestarsi con diversi gradi di intensità e durare da pochi giorni fino a mesi interi. Si parla infatti di lombalgia acuta quando si esaurisce entro 6 settimane, di lombalgia sub-cronica quando si protrae per 6-12 settimane e di lombalgia cronica quando la si avverte ancora dopo 12 settimane.

Spesso associato a sovrappeso, stile di vita sedentario e movimenti sbagliati, il mal di schiena viene in genere definito dai pazienti come un dolore circoscritto ad una zona generalmente ampia e, solitamente, non nasconde nessun’altra patologia. Il dolore può irradiarsi per tutta la lunghezza della colonna vertebrale, talvolta arrivando anche ai glutei. Nel caso invece di dolore acuto concentrato in un punto ben specifico della colonna vertebrale, potrebbe nascondere altre problematiche quali la frattura di una vertebra.

La principale differenza, quando si parla di mal di schiena, sta nella definizione di acuto o recidivante.

Il mal di schiena acuto

Molto spesso, quando si soffre di mal di schiena, una specifica causa non viene individuata né ricercata: questo perché, nella maggior parte dei casi, il dolore è dovuto a sforzi eccessivi, posizioni scorrette, sovrappeso, scadente tono muscolare. Solamente quando il trattamento conservativo non lo allevia e compaiono sintomi “preoccupanti” (perdita di peso, febbre), il paziente è solito rivolgersi al medico di base così da indagarne le motivazioni.

Il mal di schiena più diffuso è però il mal di schiena di tipo acuto, che si esaurisce in breve tempo ed è causato da fattori non gravi. È un dolore molto frequente specie nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 40 anni, generato da movimenti scorretti in termini di sollevamento, torsione o flessione anteriore del tronco. In questo caso il mal di schiena può comparire (anche in modo molto forte) subito dopo l’evento traumatico oppure la mattina successiva, e generalmente peggiora col movimento (ad esempio quando si solleva una gamba, ci si siede oppure si sta in piedi).

Le cause della lombalgia acuta sono molteplici:

  • Danno a carico dei muscoli o dei legamenti della schiena (strappo, contrattura, stiramento)
  • ernia del disco (fuoriuscito del nucleo polposo da un disco intervertebrale)
  • gravidanza
  • sciatalgia (infiammazione del nervo sciatico)
  • cruralgia (infiammazione del nervo crurale)
  • sacroileite (infiammazione dell’articolazione sacroiliaca)
  • stenosi spinale (restringimento del canale vertebrale)
  • frattura vertebrale (a causa di una caduta o dell’osteoporosi)
  • scoliosi
  • ipercifosi
  • artrite a carico della colonna vertebrale
  • infezioni della colonna vertebrale
  • malattie dell’apparato genitale femminile
  • tumori vertebrali

Ha maggiore possibilità di sviluppare un mal di schiena acuto chi pratica sport, chi svolge un lavoro che prevede il frequente sollevamento di carichi, chi subisce un incidente automobilistico o una caduta accidentale, ma anche chi ha uno stile di vita molto sedentario.

Il mal di schiena cronico

Se il mal di schiena acuto è una patologia molto comune e in genere risolvibile con il riposo (o con l’eliminazione della causa scatenante), il mal di schiena cronico è invece una patologia recidivante e invalidante che può compromettere la qualità della vita della persona.

Per essere definita cronica, la lombalgia deve protrarsi per almeno 12 settimane. È in genere un dolore meno forte rispetto a quello della lombalgia acuta, ma tende a non sparire mai oppure a sparire per poi ricomparire subito dopo, e porta spesso con sé altre problematiche, dai disturbi del sonno alla depressione.

A volte la lombalgia cronica nasce da una lombalgia acuta che non passa (e le cause sono dunque le medesime), altre volte nasconde una patologia che può essere anche molto seria. Sebbene sia perlopiù causata da problemi articolari, da un invecchiamento del disco intervertebrale o da un’infiammazione, in rari casi può originarsi infatti per via di un’infezione o di un tumore.

Mal di schiena: le cause

Le cause del mal di schiena sono davvero numerose, ed è per questo motivo che si consiglia sempre di consultare il medico qualora non passasse nel giro di qualche giorno. Eseguendo tutte le analisi del caso si può infatti andare ad individuare per tempo la sua causa.

In genere causato da traumi, posture errate e movimenti scorretti, il mal di schiena può originarsi anche in chi è affetto da specifiche malattie:

  • artrite idiopatica giovanile
  • artrite psoriasica
  • artrite reumatoide
  • artrosi
  • brucellosi
  • cistopielite
  • ernia del disco
  • idronefrosi
  • linfogranuloma venereo
  • malattia di Lyme
  • mieloma multiplo
  • Morbo di Scheuermann
  • osteoporosi
  • radicolopatia
  • sacroileite
  • sindrome della Cauda Equina
  • sindrome di Marfan
  • sindrome fibromialgica
  • siringomielia
  • Spondilite anchilosante
  • spondilolistesi
  • spondilosi cervicale
  • stenosi spinale
  • tumori del midollo spinale

Meno frequentemente, possono comportare mal di schiena:

  • alluce valgo
  • amiloidosi
  • artrite reattiva
  • artrosi cervicale
  • colpo di frusta cervicale
  • corpo luteo emorragico
  • emoglobinuria parossistica notturna
  • endometriosi
  • fibrodisplasia ossificante progressiva
  • herpes genitale
  • malattia infiammatoria pelvica
  • miastenia gravis
  • mielopatia
  • morbo di Paget
  • osteite
  • osteocondrosi
  • osteoma osteoide
  • osteomielite
  • piede cavo
  • piede piatto
  • polimialgia reumatica
  • poliomielite
  • porfiria
  • sindrome da decompressione
  • sindrome di Ehlers-Danlos
  • sindrome di Reiter
  • stenosi cervicale
  • stenosi lombare
  • torsione annessiale

 Mal di schiena: i sintomi

Il sintomo primario del mal di schiena è, ovviamente, il dolore a livello lombare. Tuttavia, la persona può avvertire anche:

  • formicolio o bruciore a livello lombare
  • difficoltà di movimento nella fase acuta del dolore
  • rigidità lombare
  • zoppia

Come viene diagnosticato il mal di schiena e cosa può fare il paziente

Per effettuare una corretta diagnosi del mal di schiena è necessario comprenderne le cause per per intraprendere la cura adeguata, evitando così la cronicizzazione e le recidive.

Il medico andrà a chiedere al paziente la localizzazione del dolore e la sua durata, così da distinguere tra una condizione diffusa (che ha quindi origine da un tessuto più profondo) e una localizzata in punti precisi dove probabilmente si è creata una lesione. Attraverso l’esame obiettivo andrà a capire se il paziente soffre di sciatalgia (quando il dolore si irradia lungo la gamba) o se è collegato invece a qualche altro disturbo, magari a livello renale o intestinale. In genere, solo nel caso in cui non passi con il riposo, o con i trattamenti conservativi prescritti, lo specialista andrà ad ordinare esami diagnostici come una radiografia oppure, in casi particolari, una risonanza magnetica.

Come prevenzione generale, la prima regola è quella di non stare troppo a letto né in posizione sdraiata. Infatti, riprendere il prima possibile una moderata attività fisica, aiuta a prevenire le ricadute e a far calmare il mal di schiena.

Se il dolore insorge invece dopo uno sforzo è probabile che la causa sia un “colpo della strega", una contrattura violenta dei muscoli che si trovano in prossimità delle vertebre. In questo caso, il paziente avverte un forte dolore e rimane bloccato nella posizione assunta, data l'impotenza funzionale dei muscoli interessati (l'intensità del dolore stesso e la paura di peggiorare la situazione possono alimentare l’impotenza). In questi casi, restare piegati e cercare di raggiungere il divano o il letto può alleviare il dolore. Solo dopo aver scaricato il peso del corpo dalla colonna vertebrale si può tentare di raddrizzare la schiena attraverso movimenti molto lenti e respirando profondamente. Il consiglio è quello di restare a letto, alzandosi solo se strettamente necessario e sempre con molta attenzione, mettendosi prima a sedere sul letto, quindi facendo scendere lentamente le gambe fino a toccare con i piedi il pavimento e sollevandosi in piedi pian piano, sorreggendosi con le mani al bordo del letto. Insieme al riposo il medico prescriverà cure farmacologiche adeguate.

Nel caso invece di tutte quelle altre patologie come l’ernia del disco o le malattie più gravi, i sintomi variano in base a diversi fattori e non sono diagnosticabili se non tramite adeguati controlli (radiografia, tac, risonanza magnetica). È dunque sempre meglio rivolgersi ad un medico ed effettuare controlli periodici soprattutto nella situazione in cui il mal di schiena non cessi dopo qualche settimana.

Mal di schiena: come prevenirlo

Assumere e mantenere una postura corretta è fondamentale per poter migliorare e prevenire l'insorgere del mal di schiena. Solo un corretto atteggiamento posturale può consentire una distribuzione del peso più uniforme su ogni parte della colonna, evitando lo stiramento dei muscoli.

Ad esempio, se si sta in piedi occorre mantenere la testa alta con lo sguardo dritto e non a terra, in modo che il collo possa conservare una postura eretta e il peso della testa sia ben distribuito su tutta la colonna. Quando la schiena comincia a dolere dopo un periodo passato in piedi allora molto probabilmente è il sintomo di qualcosa che non va come dovrebbe: piegare le gambe può aiutare in queste situazioni, perché aiuta a decomprimere le vertebre, e i muscoli dorsali e lombari possono allungarsi e distendersi.

Per le donne, anche indossare scarpe con un tacco più alto di 5 cm può contribuire al dolore, data la postura errata che queste inducono.

Per chi svolge uno stile di vita sedentario o, diversamente, un lavoro d'ufficio, stare seduti in modo scorretto può essere fonte di dolori alla schiena. Per questo la scrivania o il tavolo da lavoro non devono essere né troppo alti né troppo bassi rispetto al busto e le spalle, per non costringere a inclinazioni in avanti o all’indietro; inoltre, la sedia deve essere regolabile in altezza, per consentire ai piedi di poggiare bene a terra, e deve avere uno schienale leggermente curvato all'altezza della regione lombare della colonna vertebrale così da poter sostenere la zona.

Chi studia o legge per lunghi periodi di tempo deve poggiare il libro su di un leggio, mentre chi trascorre molto tempo davanti ad un computer deve sistemare il monitor ad un'altezza tale da poter tenere la testa in una posizione comoda, e tenere i gomiti leggermente spostati in avanti rispetto al baricentro così da non scaricare il peso sulle spalle.

In ogni caso, chi mantiene a lungo la stessa posizione è bene che interrompa l’attività che sta svolgendo a intervalli regolari alzandosi dal tavolo e camminando, stirando le braccia e allungando la schiena all'indietro.

Per prevenire le lombalgie o le loro recidive, la cosa migliore è eseguire una ginnastica appropriata, fatta di esercizi mirati e non troppo faticosi che permettano di rinforzare il tono muscolare della zona dorsale e addominale per renderle più elastiche e più resistenti a eventuali sforzi. Anche le tecniche di stretching si rivelano utili in tal senso, così come i massaggi.

Seppure la causa del mal di schiena sia in genere dovuta alla degenerazione di un disco o a malattie articolari, svolgere un'attività fisica dolce, come passeggiare, nuotare o eseguire semplici esercizi di ginnastica, dando così maggior vigore alla muscolatura e ai legamenti connessi alle vertebre, eviterà l'aggravarsi della condizione. Parimenti, in caso di sovrappeso, è utile cercare di perdere i chili di troppo attraverso sia l’attività fisica sia una corretta e adeguata alimentazione.