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Iridociclite

Dott. Nicola Leuzzi

Dott. Nicola Leuzzi

OCULISTICA
Medico Chirurgo - Specialista in Oftalmologia

5 Febbraio 2021 - Ultima modifica: 25 Giugno 2021

Indice:

  1. Cos’è l’iridociclite
  2. Quali sono i diversi gradi di gravità
  3. Cause
  4. Sintomi e complicazioni
  5. Diagnosi
  6. Terapia
  7. Prevenzione

Cos’è l’iridociclite?

L’infiammazione dell’iride e del corpo ciliare viene chiamata iridociclite. Si tratta di un disturbo dell’occhio che può provocare molto dolore in chi ne viene colpito e che necessita di un trattamento urgente nel caso si inizino a ravvisare i sintomi. Questa condizione può essere contrassegnata da occhi rossi, dolore, alta sensibilità alla luce (fotofobia), lacrimazione agli occhi e riduzione della vista. Se viene colpito un solo occhio, una luce proiettata sull’altro che invece non è affetto da iridociclite può produrre un forte dolore nell’occhio malato.

Quali sono i diversi gradi di gravità

L’iridociclite può assumere tratti diversi di gravità a seconda che l’infiammazione coinvolga solo l’iride, la parte anteriore del corpo ciliare o entrambi. Si tratta di una delle infiammazioni più comuni dell’occhio. Può essere classificata in due modi: acuta, nel caso in cui l’episodio sia singolo, o cronica, nel caso perduri da più di tre mesi. Si tratta della forma più comune di uveite e tra le meno minacciose per la vista. Tuttavia, nei casi più gravi, può portare a complicanze serie come cataratta, glaucoma ed edema maculare cistoide. Queste complicanze possono essere prevenute se l’iridociclite viene diagnosticata e trattata in tempo. Una diagnosi tempestiva è essenziale per identificare condizioni patologiche oculari e sistemiche specifiche.

Cause

Il compito dell’iride è controllare e regolare la quantità di luce che entra nell’occhio attraverso la pupilla, ossia il cerchio scuro che si trova all’interno dell’occhio, agendo come il diaframma di una macchina fotografica. Proprio accanto all’iride c’è il corpo ciliare: si tratta di un anello di tessuto muscolare che circonda il cristallino dell’occhio. Il suo compito è aiutare a controllare la forma del cristallino e secernere l’umore acqueo, un fluido fondamentale per l’occhio perché fornisce il nutrimento necessario per funzionare. Le cause dell’uveite anteriore sono collegate talvolta a una specifica patologia (come nel caso delle malattie autoimmuni) altre volte non è possibile determinarle. In altre ancora, l’iridociclite avviene a causa di una lesione grave, come un colpo sull’occhio o una ferita profonda sullo stesso.

Qualsiasi condizione provochi danni o infiammazioni all’iride o al corpo ciliare può causare iridociclite. Tra questi troviamo:

  • Lesioni e traumi
  • infezioni
  • patologie autoimmuni come l’artrite

Esistono poi alcuni casi, in cui non vengono trovate cause apparenti per l’iridociclite. In genere questa è causata da eventi traumatici, corpi estranei negli occhi, patologie autoimmuni. Per quanto riguarda le lesioni, queste possono essere causate da un trauma provocato un oggetto contundente, una ferita che penetra nell’occhio, o un’ustione causata da una sostanza chimica. Anche gli incendi possono causare l’iridociclite.

Per quanto riguarda le infezioni, queste possono essere di natura virale come l’herpes. Quello più comune e che affligge molte persone, è l’herpes labiale. Anche malattie infettive causate da batteri possono essere collegate all’iridociclite. Tra queste la toxoplasmosi, l’istoplasmosi, la tubercolosi e la sifilide.

In altri casi l’iridociclite si verifica per una predisposizione genetica. Le persone che sviluppano alcune malattie autoimmuni, possono sviluppare un disturbo acuto. Tra queste troviamo l’artrite, ma anche patologie come la sarcoidosi, che comportano la produzione di cellule infiammatorie in varie aree del corpo, inclusi gli occhi. In casi più rari l’iridociclite è causata da farmaci (alcuni dei quali usati per trattare le infezioni da Hiv): solitamente l’interruzione di questi farmaci interrompe i sintomi dell’iridociclite.

In genere l’evento che ha scatenato questa patologia viene individuato abbastanza facilmente dal paziente, soprattutto in caso di traumi e lesioni, ai quali l’iridociclite è strettamente correlato. Individuare l’evento scatenante è fondamentale per una diagnosi e una cura che vada subito a debellare questo disturbo ed evitare complicazioni che possano mettere a repentaglio la funzionalità dell’occhio.

Sintomi e complicazioni

L’iridociclite può verificarsi in uno o entrambi gli occhi. Solitamente si sviluppa all’improvviso a seguito di una delle cause sopra indicate e può durare anche fino a tre mesi (iridociclite cronica). Segni e sintomi di questo disturbo includono:

  • arrossamento degli occhi
  • disagio o indolenzimento nell’occhio colpito
  • sensibilità alla luce
  • dolore
  • calo della vista (nei casi più gravi)

L’iridociclite che si sviluppa all’improvviso, nell’arco di pochi giorni o addirittura ore, è nota come iridociclite acuta. I sintomi che invece si sviluppano in maniera graduale o durano più di tre mesi, indicano una condizione cronica.

Diagnosi

Per diagnosticare l’iridociclite il medico oculista condurrà un esame completo. Questo include un esame esterno: il dottore usa una torcia per guardare le pupille, osservare la zona arrossata in uno o entrambi gli occhi. Poi procederà a controllare la nitidezza della vista utilizzando test standard che vengono usati in questi casi. Con l’uso di una lampada a fessura, controllerà poi l’interno dell’occhio per cercare i segni dell’iridociclite. Eseguirà poi un’oftalmoscopia per valutare le strutture oculari posteriori, di solito avvalendosi di un collirio per dilatare la pupilla.

Al fine di facilitare l’intervento del medico curante, è bene prepararsi prima della visita in modo da rendere la diagnosi più veloce. Ci sono alcuni accorgimenti e alcune cose che ci si può approntare prima di andare dall’oculista, affinché il trattamento possa iniziare prima possibile. Si consiglia quindi di fare un elenco di sintomi (anche quelli che sembrano non c’entrare nulla con il problema alla vista) e annotare quando sono cominciati. Fare una lista di tutti i farmaci, gli integratori e le vitamine che si assumono, comprese le dosi e le quantità. Fondamentale per il medico è anche conoscere la storia medica della famiglia e le informazioni sul paziente, inclusi i traumi e le lesioni più recenti. Ovviamente va comunicato se un familiare è affetto da una malattia autoimmune e quale sia.

Spesso l’infiammazione si accompagna a un calo della vista e inoltre l’utilizzo dei farmaci midriatici per dilatare la pupilla non consentiranno a prescindere una visione nitida: è bene quindi premurarsi prima di avere un accompagnatore dopo aver sostenuto la visita.

Terapia

Il trattamento dell’iridociclite è progettato per preservare la vista, alleviare il dolore e l’infiammazione. Nel caso sia causata da una patologia preesistente, è necessario trattare quella condizione affinché la cura abbia successo. L’iridociclite viene trattata con dei farmaci spesso in forma di collirio:

  • cortisonici in collirio spesso a base di prednisone acetato
  • midriatici che, dilatando la pupilla, mirano a ridurre il dolore, mettendo a riposo il muscolo ciliare

Nel caso i sintomi non si risolvano e l’iridociclite continui a peggiorare, il medico potrebbe decidere di cambiare trattamento e passare a forme di cura diverse. Una di queste è l’uso di farmaci per via orale, che cambiano a seconda delle condizioni generali e della gravità della patologia riscontrata nel paziente. Fortunatamente la maggior parte dei casi in pochi giorni dopo terapia prevalentemente locale. Molto importante è cominciare il trattamento il prima possibile per evitare danni alla vista. Per questo è fondamentale che la diagnosi sia tempestiva e che non appena si manifestino i sintomi il soggetto vada immediatamente dal medico oculista per cominciare la cura.

Prevenzione

A volte è possibile adottare dei comportamenti per prevenire una particolare patologia, in altri si può cercare di stare attenti e mantenerla sotto controllo, oppure recarsi dal medico non appena cominciano a comparire i sintomi. Nel caso dell’iridociclite, la possibilità di svilupparla aumenta in diverse occasioni. Queste si verificano nel caso si abbia una specifica alterazione genetica: è bene fare dei controlli periodici qualora vi sia familiarità per patologie autoimmuni. Ciò che si può fare è prestare attenzione all’eventuale comparsa dei sintomi e andare subito dal medico curante per evitare che la situazione degeneri e si possano avere danni alla vista.

Anche il fumo aumenta il rischio di iridociclite, pertanto uno stile di vita più sano aiuta a ridurre la possibilità di incorrere in questa patologia. Nel caso invece di lesioni o traumi, oltre a stare attenti nei comportamenti, è bene recarsi subito dal medico. Se trattata subito e non trascurata, l’iridociclite può guarire in pochi giorni.

Qualora la causa sia una patologia autoimmune la possibilità di recidiva è maggiore e abbastanza frequente.