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Gastrite: sintomi, cause e cura

Dott. Carlo Zampori

Dott. Carlo Zampori

GASTROENTEROLOGIA
Medico Chirurgo specialista in Chirurgia dell'Apparato digerente ed Endoscopia Digestiva

24 Novembre 2021 - Ultima modifica: 30 Novembre 2021

Quando lo stomaco è interessato da una infiammazione intensa, prolungata e ricorrente delle pareti gastriche (flogosi) si parla di gastrite. Questa patologia, a seconda dei suoi sintomi, della frequenza con cui manifestano o della sua intensità, può essere acuta o cronica. La gastrite acuta è una violenta infiammazione delle mucose che rivestono le pareti dello stomaco ma si può risolvere in un tempo breve eliminando alla radice i comportamenti scorretti che hanno momentaneamente scatenata.

Nella forma cronica invece i sintomi si presentano in modo più dolce e graduale ma possono degenerare in una malattia in grado di protrarsi per un lungo lasso di tempo prima di aggravarsi. Questa seconda forma è spesso riconducibile a infezioni originate dalla colonizzazione delle pareti dello stomaco da parte di un batterio conosciuto come helicobacter pylori, il quale però non sempre dà origine a questo disturbo.

Altri fattori, come la compresenza di patologie quali l’Aids, il morbo di Crohn, i disturbi autoimmuni, l’insufficienza renale ed epatica possano favorire la variante cronica della gastrite. Rilevante è anche il ruolo giocato dall’abuso di alcol, fumo e farmaci antidolorifici della categoria FANS (antinfiammatori non steroidei) e i fattori psicopatologici legati alla gestione dell’emotività.

Le sottocategorie più comuni di gastrite acuta sono:

  • Gastrite acuta
  • Gastrite emorragica o erosiva
  • Gastrite acuta ischemica
  • Gastrite acuta da radiazioni
  • Gastrite acuta infettiva 

Le forme più consuete di gastrite cronica sono:

  • Gastrite cronica atrofica 
  • Gastrite cronica da FANS
  •  Gastrite cronica infettiva
  • Gastrite psicosomatica

Indice

  1. Sintomi, cause ed esami diagnostici
  2. Cure e trattamenti
  3. Predisposizione, fattori di rischio e prevenzione
  4. L'importanza della alimentazione

Sintomi, cause ed esami diagnostici

A seconda della causa scatenante possono presentarsi diverse forme di gastrite. Una sintomatologia lieve può risolversi tramite la correzione di alcuni comportamenti alimentari scorretti, le forme più aggressive e persistenti, tanto più se si cronicizzano, vanno invece affrontate con terapie farmacologiche mirate e talvolta aggressive atte a evitare complicazioni come l’ulcera gastrica.

Fra i sintomi che indicano la presenza di infiammazione gastrica c’è la semplice sensazione di bruciore all’altezza dello stomaco (dette anche pirosi gastrica o acidità di stomaco) ma anche forme di alitosi, inappetenza, aerofagia, dispepsia, crampi addominali, meteorismo o episodi di vomito. I sintomi, quindi, possono arrivare a interessare anche l’area intestinale.

Lo specialista a cui ci si rivolge è il gastroenterologo, che effettuerà una visita specialistica dividendo i fattori eziopatologici da quelli più diretti e specifici. In cosa consiste una visita gastroenterologica? Durante l’incontro lo specialista consiste fa una puntuale valutazione dello stato generale di salute dell’apparato digerente del paziente.

L’anamnesi, in cui il clinico raccoglie tutte le informazioni rilevanti sulla storia clinica del paziente, precede la vera e propria fase della valutazione diagnostica della sintomatologia che avviene tramite l’esame obiettivo e la palpazione diretta (quando possibile) degli organi interni.

A quel punto, di formulare una diagnosi, possono rendersi necessari ulteriori accertamenti diagnostici. Oltre al test per individuare la presenza dell’helicobacter pylori, lo specialista potrà prescrivere test diagnostici quali le comuni analisi di laboratorio (esame del sangue, delle feci e delle urine), il test del respiro (breathe test) per capire se c’è una intolleranza al lattosio, l’endoscopia gastrica, la biopsia gastrica e la radiografia dell’apparato digerente superiore.

Cure e trattamenti

Per individuare il trattamento più appropriato, lo specialista analizzerà le cause che hanno portato il soggetto a sviluppare la gastrite.  Per la cura della gastrite acuta è in genere sufficiente una consulenza dietologica che consenta di modificare le abitudini alimentari scorrette e gli stili di vita errati a tavola.

In primis bisognerà che il paziente sia disposto a moderare il consumo di sostanze acide come il caffè, l’alcol e il tabacco, andando se possibile ad eliminare completamente il vizio del fumo dalla sua routine quotidiana. Anche l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei, senza gastroprotettore e con frequenze troppo elevate, è da ridurre al minimo, laddove sia possibile.

Nel caso della gastrite acuta, oltre ad intervenire su abitudini e stili di vita, inserendo comportamenti salutari e una dieta bilanciata all’insegna della tradizione mediterranea, sarà necessario intervenire con l’assunzione di un antibiotico in grado di sradicare il batterio che ha dato origine alla patologia, in aggiunta a specifici farmaci gastroprotettori e inibitori della pompa protonica. 

Gastrite: predisposizione, fattori di rischio e prevenzione

Ci sono persone che più di altre rischiano di ammalarsi di gastrite. In primis c’è un fattore legato all’età anagrafica, perché parete gastrica tende a indebolirsi man mano che l'età avanza. D’altro canto, le abitudini scorrette e gli abusi possono innescare una maggior predisposizione a sviluppare forme più o meno gravi di gastrite, a partire come abbiamo visto dalla compresenza di altre patologie.

Sicuramente chi soffre di alcolismo ha una altissima probabilità prima o poi di ammalarsi, visto che l’alcol esercita una azione corrosiva sulle pareti dello stomaco. Anche l’abuso di caffè (più di 2 o 3 al giorno) è fra i fattori che possono scatenare la sintomatologia acuta.

Chi soffre di reflusso gastroesofageo o di ulcera gastrica, inoltre, ha più probabilità di sperimentare i sintomi della gastrite, se non altro per la familiarità e la vicinanza di queste due patologie, entrambe correlate a una eccessiva presenza di succhi gastrici acidi nello stomaco.

Sono infine più predisposti a sviluppare la gastrite psicosomatica i soggetti che soffrono di disturbi d’ansia, chi ha una forte emotività che fatica a controllare e chi ha tratti psicopatologici che si traducono in sintomi somatici.

Gastrite: l’importanza dell’alimentazione

In attesa di ricevere il referto del medico specialista può essere utile tenere sotto controllo la sintomatologia della gastrite con una dieta che non vada a stimolare la naturale acidità dello stomaco. L’alimentazione più consigliata è anche quella più sana: ipolipidica, ipoglicemica e povera di sale e sostanze piccanti e speziate. Le quantità di cibo non devono mai essere troppo abbondanti anche perché è importante che i cibi risultino facilmente digeribili.

Eliminare il consumo di bevande che stimolano i succhi gastrici è molto importante. Vanno eliminate le bibite gassate e i succhi di frutta. Lo stile alimentare da seguire è quello prescritto dalla dieta mediterranea, che privilegia alimenti semplici, cotti con procedimenti non elaborati, farine integrali, legumi e carni magre e riduce al minimo il consumo di prodotti dolciari, soprattutto se di produzione industriale.