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Foro maculare

Dott. Nicola Leuzzi

Dott. Nicola Leuzzi

OCULISTICA
Medico Chirurgo - Specialista in Oftalmologia

5 Febbraio 2021 - Ultima modifica: 22 Giugno 2021

Indice:

  1. Foro maculare: che cos’è
  2. Quali sono le cause e i fattori di rischio del foro maculare
  3. Riconoscere i sintomi
  4. Diagnosticare il foro maculare
  5. La terapia più adeguata
  6. La prognosi

Foro maculare: che cos’è?

Quando si parla di foro maculare, ci si riferisce da un vero e proprio foro, un buco, all’interno della macula: la zona centrale della retina con funzione di visione centrale.

La macula – o macula lutea – si presenta come una macchia di colore giallo dalle dimensioni di 5,00-5,50 mm di diametro che – ad una distanza di circa 4 mm dal nervo ottico – viene a formarsi presso la zona della retina dove si concentra la maggior acuità visiva, quella in cui i dettagli vengono focalizzati in maniera migliore. Di conseguenza, la presenza del foro maculare, oltre ad interrompere la normale continuità della superficie della retina, è causa di gravi disturbi alla vista.

Non tutte le condizioni di foro maculare hanno però la medesima gravità, quest’ultima dipende dalle dimensioni dell’apertura della macula, quindi da quanto il foro interessi la superficie retinica. Gli stadi di gravità sono i seguenti:

  • Stadio I - foro maculare con distacco foveale

Allo stadio I, il foro maculare è caratterizzato da un’alterazione della regione interessata dalla fovea (una delle 4 regioni riconosciute all’interno della macula). Nonostante costituisca lo stadio meno grave del foro maculare, se non trattato, almeno nella metà dei casi rischia di andare incontro ad un peggioramento. Nell’altra metà dei casi, invece, regredisce spontaneamente.

  • Stadio II - foro maculare a spessore parziale

Allo stadio II la perdita di tessuto retinico a livello maculare è parziale e pertanto il foro viene definito lamellare. Se l’acuità visiva è bassa c’è l’indicazione al trattamento altrimenti nel 70/80% dei casi potrebbe incorrere in uno spontaneo peggioramento.

  • Stadio III - foro maculare a tutto spessore

Il III stadio rappresenta la peggior condizione del foro maculare, nel quale si riscontra un sollevamento completo della retina attorno alla zona dell’apertura maculare e la perdita di tessuto retinico a livello maculare è completa sino all’epitelio pigmentato retinico. I pazienti che riscontrano un foro maculare al III stadio lamentano gravi problemi alla vista e – se non sottoposti alle adeguate terapie – l’acuità visiva rimane molto bassa

Chi soffre di foro maculare, in genere ravvisa la patologia a danno di un occhio soltanto; in tal caso si è di fronte a foro maculare monolaterale. In rari casi, però, la patologia potrebbe colpire contemporaneamente entrambi gli occhi; in tal caso si è di fronte a foro maculare bilaterale.

Quali sono le cause e i fattori di rischio del foro maculare

Il foro maculare è una patologia oculare che, in genere, colpisce pazienti con più di 60 anni di età; in particolare appartenenti al sesso femminile in proporzione di 2:1.

Una delle cause cui è possibile attribuire la formazione del foro maculare è il distacco posteriore dell’umore vitreo con conseguente trazione vitreomaculare. L’umore vitreo – o corpo vitreo – è quella sostanza incolore dal volume costante che, anteriormente, funge da sostegno per cristallino e, posteriormente, funge da sostegno per la retina. Con l’avanzare dell’età, l’umore vitreo tende a perdere la sua turgida consistenza, ritirandosi e fungendo sempre meno da sostegno per la retina: questo processo è noto con il nome di “distacco posteriore del vitreo”. Questo distacco può, di conseguenza, determinare il fenomeno della “trazione vitreomaculare” nel momento in cui, l’umore vitreo stesso, si distacca dalla retina e porta con sé parte di quest’ultima assieme alla macula. Se la perdita di volume avviene in modo repentino, quasi violenti, retina e macula possono subire un trauma, strappandosi o subendo una lesione più o meno importante.

Il foro maculare può essere anche secondario ad altre condizioni, come ad esempio la retinopatia diabetica, un’affezione tipica dei pazienti diabetici caratterizzata da un danneggiamento del sistema vascolare della retina. Altre possibili cause sono rintracciabili in una forte miopia, nel distacco della retina, nel trauma della retina o in presenza di condizioni di edema maculare cistoide o di pucker maculare. Tuttavia, non sempre si può riconoscere una causa univoca nella formazione del foro maculare.

Foro maculare: riconoscere i sintomi

In genere – a meno che non si tratti di un trauma violento – il foro maculare si presenta al paziente con una lieve sintomatologia, che tende ad essere sottovalutata. Con il passare del tempo, se la patologia al primo stadio non regredisce in maniera spontanea, l’apertura sulla macula tende ad espandersi e, in linea con la sua espansione, il paziente ravviserà l’acuirsi della sintomatologia che consiste in:

  • visione centrale offuscata e/o distorta
  • Impossibilità di vedere correttamente le linee rette che, alla vista, appaiono ondulate
  • difficoltà a leggere testi di piccole dimensioni
  • ridotta capacità di vedere oggetti e persone sia a breve che a grande distanza
  • ridotta capacità di riconoscere i dettagli
  • peggioramento ulteriore della vista e incremento dell’offuscamento visivo
  • visione di una o più macchie nere al centro del campo visivo

Il dolore non fa parte della sintomatologia conosciuta e associata al foro maculare. Se il paziente dovesse lamentare dolore, molto probabilmente la patologia di cui è affetto non corrisponde al foro maculare

Diagnosticare il foro maculare

Quando un paziente inizia ad avvertire alcuni dei sintomi – anche lievi – tra quelli sopra citati, è bene che prenda velocemente contatto col proprio medico oculista al fine di intervenire tempestivamente se quest’ultimo giungesse alla diagnosi di foro maculare. Solo intervenendo per tempo si potrebbe riuscire a recuperare completamente le precedenti facoltà visive.

Per eseguire una diagnosi di foro maculare, l’oculista farà immediatamente ricorso ad alcuni esami specialistici tra cui un esame del fondo oculare, una tomografia ottica computerizzata e, nel caso questa condizione fosse secondaria a una patologia vascolare o infiammatoria oculare, anche una fluorangiografia retinica.

L’esame del fondo oculare permette di visualizzare quelle che sono le strutture interne del bulbo oculare mediante l’utilizzo di alcuni colliri per dilatare la pupilla.

La tomografia ottica computerizzata è un esame in grado di fornire scansioni molto precise dei vari elementi che compongono l’occhio: cornea, retina, macula e nervo ottico. Non invasivo e non doloroso, si esegue grazie ad uno strumento che emette un fascio laser privo di radiazioni nocive per il paziente.

La fluorangiografia retinica è una procedura che permette di analizzare eventuali patologie vascolari a carico dell’occhio. Mediante l’iniezione in vena di un colorante non tossico – la fluoresceina – sarà possibile scattare delle vere e proprie fotografie del flusso sanguigno circolante all’interno dei vasi sanguigni oculari.

Una volta eseguite le indagini strumentali, l’oculista sarà in grado di formulare una diagnosi precisa e di somministrare al paziente la terapia più adeguata alle sue condizioni cliniche.

Foro maculare: la terapia più adeguata

Per il trattamento del foro maculare, la terapia somministrata al paziente potrebbe comprendere o la vitrectomia o l'iniezione di ocriplasmina.

Si tratta di vitrectomia quando il paziente viene sottoposto alla rimozione chirurgica totale o parziale dell’umore vitreo. Durante l’operazione, dalla durata complessiva di 2 o 3 ore, l’oculista provvederà anche alla sistemazione della lesione presente sulla macula, ricollocando la retina nella sua naturale posizione.

Con l’iniezione di ocriplasmina, invece, si favorisce naturalmente la separazione non violenta tra l’umore vitreo e la retina, riducendo la necessità di ricorrere in seguito alla chirurgia. L’indicazione al trattamento più adatto è fornita esclusivamente dal medico oculista che ne valuterà l’opportunità e l’efficacia in base agli esami strumentali effettuati.

Prognosi

In seguito all’operazione sarà necessario attenersi scrupolosamente a quelle che sono le indicazioni terapeutiche disposte dall’oculista per evitare che i risultati ottenuti con la chirurgia possano essere compromessi. In genere il recupero visivo è lento e progressivo nel corso di diversi mesi.