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Fibroscopia: che cosa è e a cosa serve

9 Dicembre 2021 - Ultima modifica: 13 Dicembre 2021

La fibroscopia è un esame diagnostico che mutua il proprio nome dallo strumento con cui si esegue, il fibroscopio, ossia un endoscopio dall’aspetto di un sottile tubo, formato da fibre ottiche molto flessibili e munito di una videocamera collegata a un monitor.

Indice

Che cosa è la fibroscopia?

Durante l’esame, il fibroscopio viene inserito nella cavità interessata, restituendo, attraverso la visualizzazione di immagini trasmesse a video, una fotografia di dettaglio della zona capace di identificare eventuali anomalie. Questo tipo di esame può assumere un nome diverso a seconda della cavità coinvolta. Nel caso di visita otorinolaringoiatrica si può distinguere tra:

  • fibrolaringoscopia o fibroscopia laringea
  • fibrorinoscopia o fibroscopia nasale  
  • fibroendoscopia delle alte vie aerodigestive (quando vengono esaminate tutte le strutture dal naso all’ipofaringe)

La laringoscopia tramite fibroscopio permette di analizzare faringe, laringe e corde vocali, per valutare la funzionalità degli organi, la motilità delle corde vocali, la presenza o meno in queste zone di ulcerazioni, masse e infiammazioni.

Questo tipo di esame endoscopico si esegue inserendo attraverso la cavità nasale la fibra ottica: una volta in posizione, quest’ultima potrà esaminare minuziosamente faringe e laringe. E’ buona norma praticarla a stomaco vuoto o almeno due ore dopo l’ultimo pasto, ma questa non è una raccomandazione assoluta. Questa prestazione non richiede l’anestesia e non è dolorosa.

La rinoscopia, ossia l’ispezione delle cavità nasali, avviene attraverso l’introduzione del fibroscopio nel naso. Per evitare la nausea è un’indagine che va effettuata a stomaco vuoto o almeno  a due ore di distanza dall’ultimo pasto. Come la fibroscopia laringea, quella nasale è indolore e non necessita dell’anestesia.

Come si esegue la fibroscopia?

In linea generale non è richiesta al paziente alcuna preparazione specifica per sottoporsi a una fibroscopia. Nel caso in cui il soggetto dovesse avere un riflesso faringeo (nausea) particolarmente forte, l’otorinolaringoiatra provvedrà ad applicare localmente un anestetico topico sotto forma di spray.

Pur essendo quasi completamente indolore, questo esame comporta un leggero fastidio, generato dal lieve sfregamento che la fibra produce contro la mucosa nasale e/o faringea. Nella maggior parte dei casi l’esame è ben tollerato e per tale ragione può essere eseguito senza ricorrere all’anestesia.

Durante la fibroscopia al paziente sarà richiesto semplicemente di rilassarsi e respirare normalmente per consentire una migliore visione delle prime vie aeree.

Non vi sono controindicazioni all’esecuzione dell’esame nei bimbi in età pediatrica. La procedura è  simile a quella utilizzata per i soggetti adulti, l’unica differenza risiede nella dimensione del fibroscopio che risulta di dimensioni più contenute. Per il bambino, tipicamente, la fibroscopia è essenziale nella diagnosi delle patologie ostruttive nasali come l’ipertrofia adenoidea.

A cosa serve

Nello specifico la fibroscopia è utilizzata in soggetti che presentano disturbi a gola, naso, faringe e laringe. È comune ricorrere alla fibroscopia per la diagnosi di:

  • sinusite, malattia caratterizzata da infiammazione ai seni paranasali, cavità che si trovano dietro la fronte, le guance e gli occhi. Nasce come conseguenza di un'infezione da virus, funghi o batteri. Può essere di due tipi principali, acuta quando i sintomi permangono fino a un mese, oppure cronica quando dura per più di tre mesi.
  • ipertrofie dei turbinati, cioè dei tre ripiegamenti ossei posti all’interno di ciascuna cavità nasale (dotati di un’estremità anteriore detta testa, e una posteriore, detta coda). I turbinati hanno un ruolo essenziale nello svolgimento delle funzioni di condizionamento, riscaldamento, filtraggio e umidificazione dell’aria inspirata. Sono rivestiti da una mucosa di tipo respiratorio ampiamente vascolarizzata, in grado di modificare il proprio volume in risposta a stimoli esterni di varia natura (agenti irritativi, flogistici, traumi). Tuttavia, quando tale incremento di dimensioni si stabilizza nel tempo ostruendo più o meno completamente le fosse nasali, si instaura il quadro patologico conclamato di ipertrofia, che coinvolge più comunemente i turbinati inferiori e causa la tipica sensazione di “naso chiuso”
  • apnea del sonno, ossia l'interruzione dell'attività respiratoria regolare di una persona mentre dorme. Quando il fenomeno si verifica frequentemente si sviluppa una sindrome detta Sindrome delle Apnee nel Sonno (OSAS,  Obstructive Sleep  Apnoea Syndrome) che è una patologia caratterizzata da un insieme di sintomi e disturbi che sono provocati dalle ricorrenti interruzioni della respirazione durante il sonno. I sintomi più caratteristici di questa patologia sono: russamento, stanchezza diurna, incontinenza urinaria, scarsa capacità di concentrazione, umore instabile, colpi di sonno improvvisi, fauci secche al risveglio, dismnesie (cioè distiurbi della memoria)
  • tumori, in particolare la video-fibrolaringoscopia con “Narrow-Band Imaging” (acronimo NBI, imaging a banda stretta) rappresenta uno strumento molto utile nella diagnosi precoce di lesioni precancerose o di tumori allo stadio iniziale che colpiscono la laringe
  • polipi nasali, ossia formazioni semitrasparenti che possono costituirsi in qualsiasi parte della mucosa naso-sinusale a seguito di un processo infiammatorio della mucosa. Sono benigni ma possono giungere anche a ostruire le vie nasali qualora aumentino di dimensioni. Essi possono svilupparsi in diversi gradi. In una fase iniziale può verificarsi una perdita dell’olfatto e del gusto che può progredire in un’ostruzione nasale parziale o completa. A ciò può aggiungersi una sensazione costante di muco che si allevia soltanto soffiandosi il naso. Quando i polipi sono tanti o di grandi dimensioni, possono insorgere rinorrea, roncopatia, una sensazione di pressione alla fronte o anche mal di testa
  • deviazione del setto nasale
  • disfonia, cioè un disturbo caratterizzato da un’alterazione del timbro della voce, che può essere imputabile a varie cause organiche o funzionali della laringe e delle corde vocali. Nei bambini e negli adulti l’afonia cronica richiede una visita medica per diagnosticare qualsiasi disturbo della durata di più di 2 settimane, sia per escludere eventuali lesioni gravi sia per prevenire che la disfonia si trasformi in afonia cronica e provochi la totale perdita della voce
  • noduli alle corde vocali, una patologia che consiste nella formazione di piccole protuberanze o rigonfiamenti sul bordo delle corde vocali. La comparsa di questi noduli colpisce la chiusura glottica delle corde e si manifesta mediante un’alterazione del timbro di voce, la quale risulta rotta e più intensa. In genere i noduli alle corde vocali non sono problematiche, in quanto rispondono bene al trattamento, sia esso una rieducazione della voce o un intervento di tipo chirurgico
  • cisti
  • reflusso gastroesofageo, ossia la risalita dei succhi gastrici dello stomaco nell’esofago, il canale attraverso il quale liquidi e alimenti defluiscono dalla bocca allo stomaco. Quando i sintomi si presentano a più riprese nel corso di una giornata e si associano ad altri disturbi, si è in presenza di malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE).

Altre applicazioni meno comuni consistono nell’esplorazione di glottide e trachea, così come dei bronchi in pazienti che hanno una cannula tracheostomica.