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Distorsione del piede

Dott. Roberto Novizio

Dott. Roberto Novizio


Medico Chirurgo

18 Dicembre 2020 - Ultima modifica: 26 Giugno 2021

Indice:

  1. Introduzione
  2. Distorsione del piede: che cos’è
  3. Quali sono le cause
  4. Sintomi più comuni
  5. Diagnosi e trattamento
  6. Prevenzione e riabilitazione

Introduzione

La distorsione del piede o della caviglia è uno degli infortuni maggiormente diffusi tra gli sportivi.

La distorsione è un trauma che coinvolge la capsula e i legamenti di un’articolazione e in questo caso il legamento maggiormente danneggiato è quello collaterale. Sebbene la rottura del piede o della caviglia avvenga solo in una minoranza dei casi di distorsione, è molto importante non sottovalutare questo trauma e prendere i dovuti accorgimenti sia per prevenirlo, sia anche per trattarlo.

Non sono solo gli sportivi infatti ad essere soggetti alla distorsione del piede, ma può avvenire anche in caso di semplici gesti quotidiani come scendere dal letto, fare le scale, camminare su un terreno sconnesso, o ancora quando si appoggia il piede per fermare la bici.

Le caviglie vengono ogni giorno sottoposte a numerosi stress che possono anche trasformarsi in traumi qualora il piede venga posizionato in modo non corretto, oppure si carichi di peso eccessivo.

Distorsione del piede: che cos’è?

Per capire come prevenire la distorsione al piede o come curarla, è fondamentale sapere di che cosa si tratta.

La distorsione interessa la capsula e i legamenti di un’articolazione, e nel caso della distorsione alla caviglia si tratta del legamento collaterale. Ma quando avviene una distorsione?

Quando la caviglia è costretta a fare un movimento improvviso e brusco che va oltre i limiti fisiologici di movimento, ed è causato da una leva o da una torsione. L’articolazione e, quindi, la caviglia compiono un movimento innaturale che genera la perdita di contatto tra i capi articolari, con la possibile lacerazione dei legamenti.

Quali sono le cause che possono portare a una distorsione?

Le cause che portano alla distorsione del piede sono numerose e, sebbene l’incidenza sia maggiore tra gli sportivi, ci sono tantissime altre situazioni in cui si può incorrere in questo trauma.

Il movimento che genera con maggiore incidenza la distorsione è sicuramente la “storta”. Si tratta infatti di un movimento brusco e improvviso che genera l’inversione dell’articolazione unita ad una flessione della pianta del piede.

Questo avviene con maggiore frequenza durante la pratica sportiva, quando il piede è sottoposto a numerose sollecitazioni e movimenti improvvisi, ma non solo.

Ecco quali possono essere altre situazioni pericolose:

  • quando si cammina su un terreno sconnesso che può essere sterrato, oppure asfaltato ma con irregolarità;
  • quando si ferma la bici, lo scooter, il monopattino o una skateboard e non si appoggia in modo corretto il piede, caricandolo di peso;
  • quando si salgono o si scendono le scale e anche in questo caso non si appoggia il piede sulla superficie nel modo corretto;
  • utilizzando calzature non idonee e in particolare i tacchi alti;
  • in presenza di squilibri muscolari;
  • alterazioni articolari;
  • situazioni di obesità o sovrappeso.

Tra gli sport invece più predisposti a questo tipo di trauma ci sono il volley, il basket, il calcio, il rugby e la corsa.

Sintomi più comuni

Veniamo ora ai sintomi più comuni che riguardano una distorsione del piede. In questo caso la sintomatologia è chiara e facilmente identificabile. Come prima cosa si rileva un dolore acuto nel punto interessato dal trauma e questo dolore si acuisce quando si sposta il peso sulla caviglia. Si può manifestare inoltre gonfiore nell’area interessata, in alcuni casi possono comparire ecchimosi ed ematomi. In generale si ha una limitazione dei movimenti. In alcuni casi più rari possono esserci anche versamenti articolari.

Diagnosi e trattamento

La diagnosi della distorsione al piede avviene tramite degli specifici esami strumentali. Come prima cosa è fondamentale effettuare una corretta diagnosi dello stato della caviglia, in modo da poter intervenire ed evitare quindi un peggioramento della situazione o ulteriori distorsioni nei mesi successivi.

Non appena il piede ha subito il trauma, la prima cosa da fare è una valutazione obiettiva da parte di un medico o di un ortopedico. Gli esami strumentali di imaging infatti non possono restituire un’immagine precisa della situazione nel momento in cui la caviglia si trova in uno stato di forte infiammazione e gonfiore.

Il consiglio è quindi quello di sottoporsi ad ulteriori accertamenti dopo 4-5 giorni dal trauma. Il primo esame da effettuare è la radiografia, la quale può essere fatta subito dopo il trauma se c’è il sospetto di frattura, in caso contrario è consigliabile attendere qualche giorno.

Un altro esame utile ai fini della diagnosi è la risonanza magnetica che però, può essere effettuata solo a partire da 10-15 giorni dopo il trauma. La RM è utile nei casi in cui si ipotizza la necessità di ricorrere ad un intervento chirurgico.

Il medico quindi come prima cosa farà un esame obiettivo in cui valuterà:

  • le dinamiche dell’incidente;
  • la mobilità della caviglia;
  • l’aspetto e il livello di dolore;
  • la storia clinica del paziente.

Se non si ha la possibilità di effettuare una radiografia, il medico potrà scongiurare l’ipotesi di una frattura affidandosi ai criteri di Ottawa i quali affermano che:

  • se si percepisce dolore alla palpazione del malleolo, del metatarso o dell’osso navicolare è probabile che ci sia una frattura;
  • se il paziente non riesce a fare in modo autonomo 4 passi, è probabile che ci sia una frattura.

Per individuare lesioni ossee quindi l’esame diagnostico più preciso è la radiografia, mentre per individuare lesioni a carico dei tessuti molli, il medico potrà prescrivere in un secondo momento una ecografia oppure una risonanza magnetica.

La distorsione del piede va trattata in modo immediato, ancor prima che il medico possa effettuare la diagnosi. Più si è tempestivi e maggiori sono le possibilità di attutirne il dolore e l’infiammazione.

In questo caso quindi il primo trattamento da fare è assoluto riposo: il paziente che ha subito questo trauma deve mettersi a riposo ed evitare di mettere il peso corporeo sulla caviglia. Poi va applicato subito del ghiaccio e va elevato l’arto.

La crioterapia va applicata durante tutto l’arco della giornata per cicli di 15-20 minuti con intervalli di 30-60 minuti. Contestualmente l’arto va bendato stretto e va sollevato. È molto importante effettuare il bendaggio nel modo corretto: il piede infatti deve essere stretto ma non in modo eccessivo, per permettere la normale circolazione del sangue.

Se si tratta di una distorsione non lieve, si consiglia di accompagnare questa terapia con l’assunzione di farmaci antinfiammatori non steroidei: questi possono essere assunti per via orale o applicati in modo topico sotto forma di gel.

Questi trattamenti, se applicati subito dopo il trauma e per i 4-5 giorni successivi, possono portare ad un pieno recupero funzionale della caviglia, qualora il trauma non abbia ovviamente causato fratture o lesioni ai tessuti molli di una certa rilevanza.

Prevenzione e riabilitazione

Quando il trauma è moderato o severo, il pieno recupero funzionale non può essere ripristinato solamente con la terapia criogenica, il bendaggio e l’utilizzo di antinfiammatori. In questo caso è necessario seguire una specifica terapia riabilitativa che può durare da un minimo di 2-3 settimane fino a diversi mesi, a seconda della gravità della situazione.

La terapia deve ovviamente essere condotta da un fisioterapista, il quale potrà realizzare un programma specifico di esercizi volti a migliorare la mobilità articolare.

Una delle terapie più diffuse è quella basata sugli esercizi propriocettivi con allenamenti che migliorano l’equilibrio e la mobilità, andando a correggere l’appoggio del piede.

Insieme alle terapie in palestra è buona prassi proseguire con degli esercizi di mobilità anche in autonomia, su base quotidiana, come ad esempio camminare per 30 minuti al giorno seguendo una postura corretta.

Qualora fossero richieste terapie fisiche, invece, gli specialisti possono prescrivere trattamenti con:

  • ultrasuoni
  • laser
  • ionoforesi
  • terapia TENS

Malgrado non esistano sistemi di prevenzione specifici, ci sono però alcune buone abitudini da seguire che aiutano l’organismo ad evitare o ad attutire questo trauma distorsivo.

Tra queste sicuramente ci sono:

  • l’utilizzo di calzature idonee, comode e che facilitino la camminata;
  • praticare sempre riscaldamento prima di effettuare attività fisica e con la corretta mobilità articolare;
  • mantenere un buon peso forma in modo da evitare ogni possibile sollecitazione delle caviglie;
  • evitare allenamenti troppo intensi e in generale, rispettare i tempi di recupero del proprio fisico;
  • utilizzare un tutore o calzature specifiche per proteggere i movimenti bruschi e le sollecitazioni della caviglia.

In ogni caso, il consiglio è quello di rivolgersi immediatamente ad uno specialista che saprà indicarti le terapie, le pratiche riabilitative e di prevenzione più corrette per il tuo caso.