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Bronchite: sintomi, cause e cure

Dott.ssa Monica Slongo

Dott.ssa Monica Slongo

CHIRURGIA GENERALE
Medico chirurgo specialista in medicina dell'emergenza urgenza

10 Aprile 2022 - Ultima modifica: 11 Aprile 2022

La bronchite è da considerarsi tra le patologie più comuni dell’apparato respiratorio. Essa è rappresentata dal processo infiammatorio della mucosa che riveste i bronchi, le strutture ad albero che trasportano l’aria da e verso i polmoni.

I bronchi originano dalla biforcazione della trachea in due aree principali, una destinata al polmone destro e l’altro al polmone sinistro. I bronchi si ramificano poi in condotti di misura via via inferiore all’interno dei polmoni fino ai così detti bronchioli.

I bronchi svolgono una funzione essenziale per il processo respiratorio. Nell’inspirazione l'aria, attraverso il naso, la faringe, la trachea e i bronchi, giunge negli alveoli polmonari dove avviene lo scambio dei gas in essa contenuti (soprattutto ossigeno) con i capillari che circondano gli alveoli.

Nell’espirazione l'aria, povera di ossigeno e arricchita di anidride carbonica, fa lo stesso percorso a ritroso.

Le pareti interne dei bronchi svolgono un’azione protettiva poiché producono muco con l’obiettivo di imprigionare polvere e altre particelle potenzialmente irritanti, in modo che non possano arrivare fino al polmone.

Quando particelle estranee fanno il loro ingresso nei bronchi, attraverso l’aria inspirata, generano un’irritazione di tutta la regione causando una produzione di muco superiore alla norma. Il muco in eccesso viene poi eliminato con la tosse.

I sintomi più comuni della bronchite sono la tosse, con o senza produzione di muco (catarro), le difficoltà respiratorie, il respiro sibilante e il senso di oppressione al torace.

Indice

  1. Sintomi
  2. Cause
  3. Cura

Sintomi

La bronchite può essere di due tipologie distinte:

  • acuta, generalmente causata da un’infezione virale
  • cronica, per effetto di danni alla vie aeree causati dal fumo di sigaretta o  da inquinanti atmosferici

Tipicamente nella bronchite acuta l'infiammazione è causata da un virus che ha già colpito le prime vie aeree, come laringe e trachea, e si estende ai bronchi. Responsabili dell’infezione possono essere:

  • virus comuni, come quelli del raffreddore o dell'influenza
  • virus più difficili da trattare come quello respiratorio sinciziale o adenovirus. Il sintomo più significativo in questo caso è la difficoltà respiratoria, che si traduce in respiro sibilante, fiato corto, tosse, disturbi del sonno e senso di oppressione toracica.

I sintomi principali da bronchite acuta sono

  • tosse 
  • produzione di catarro (espettorato) 
  • difficoltà a respirare 
  • debolezza

in aggiunta ai disturbi generati dal raffreddore o dall’influenza. I sintomi comunemente scompaiono spontaneamente nel corso di 2-3 settimane.

La bronchite cronica è un’infiammazione dei bronchi che permane nel tempo, rendendoli costantemente irritati. Si tratta, quindi, di una patologia più grave rispetto alla forma acuta, causando tosse e catarro persistenti per almeno 2-3 mesi e rimanifestandosi con cadenza annuale.

In relazione ai sintomi più comuni della bronchite cronica, si possono annoverare:

  • eccessiva produzione di muco 
  • tosse 
  • difficoltà respiratorie

Si noti inoltre come il trattamento della bronchite cronica sia utile ad alleviarne i disturbi ma non sufficiente a guarirla, se non vengono contestualmente eliminate le fonti di irritazione bronchiale (soprattutto il fumo).

Cause

Come già accennato la bronchite acuta è comunemente di origine virale. Principalmente è generata dagli stessi virus responsabili del raffreddore o dell’influenza.

La trasmissione dei virus avviene tramite via aerea (le goccioline di saliva, emesse con la tosse, restano in sospensione nell’aria) oppure toccando naso e bocca con mani non igienizzate. 

Più di rado la forma acuta è generata da batteri. Una bronchite batterica si sviluppa con maggiori probabilità in caso di epidemia, quando, cioè, molte persone ne sono affette contemporaneamente in una stessa regione.

Nella maggior parte dei casi, i soggetti affetti da bronchite acuta migliorano entro pochi giorni (anche se la tosse può permanere svariate settimane).

La bronchite cronica è causata tipicamente dall’esposizione per lunghi periodi ad agenti irritanti come il fumo di sigaretta (sia esso attivo o passivo), inquinanti atmosferici e sostanze tossiche.

Quando la bronchite è cronica

La forma cronica è una condizione seria, che può durare nel tempo e condurre ad una malattia progressiva (con trend peggiorativi nel tempo), definita bronchite cronica ostruttiva o broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), e all’insufficienza respiratoria.

L’eliminazione del fumo attivo e passivo può migliorare o addirittura risolvere la bronchite cronica. La costrizione dei bronchi, imputabile all'asma, spesso viene associata alla bronchite e può generare tosse. In chi riporta questa condizione, l'esito della spirometria è normale, se la costrizione bronchiale è contenuta o circoscritta.

Esiste poi una forma di broncopneumopatia cronica ostruttiva rappresentata dalle così dette bronchiectasie, ossia dilatazioni irreversibili dei bronchi (in certi casi eredità di polmoniti esperite in età infantile).

Esse danno luogo a veri e propri serbatoi di muco, generando il rischio di colonizzazione batterica e quindi di nuove infezioni capaci a loro volta di produrre ulteriori danni alle vie aeree stesse.

Nei polmoni si possono sviluppare patologie che cominciano anche solo con tosse irritativa, per poi generare, col tempo, un affanno durante piccoli sforzi.

Un esempio è l'interstiziopatia, malattia generata dall'indurimento del traliccio che sostiene gli innumerevoli alveoli polmonari (gli acini nei quali assorbiamo l’ossigeno). In questo caso la ragione della tosse può essere indagata attraverso una TAC toracica.

Cause extrarespiratorie della bronchite

Esistono poi cause di natura extrarespiratoria che, se non identificate e opportunamente trattate, possono prolungare la bronchite o indurre episodi di recidiva.

Un esempio è il reflusso gastroesofageo, talora agevolato dalla risalita di succhi gastrici all'altezza della bocca dello stomaco per la presenza di un'ernia iatale.

In casi simili possono essere consigliati una radiografia del torace, una visita otorinolaringoiatratica o l'intervento del gastroenterologo, fino alla gastroscopia. 

Se dagli esami del sangue emergono certe irregolarità immunologiche, si deve invece ricercare, come condizione predisponente alla bronchite ricorrente, un'ostruzione cronica del naso.

Altri fattori che agevolano la comparsa di bronchite persistente possono essere:

  • un'anemia cronica
  • ipotiroidismo, ossia un’insufficiente attività della tiroide
  • una dieta priva di proteine da tanto tempo.

Cura

Il trattamento della bronchite varia a seconda che si sia in presenza di bronchite acuta o cronica. 

La prima, di fonte virale, generalmente guarisce spontaneamente nel giro di alcuni giorni; è sufficiente riposare e assumere liquidi, ricorrere, quando necessario, ad antinfiammatori, antipiretici e mucolitici per alleviare i sintomi.

Se dopo alcuni giorni sono ancora presenti febbre oltre i 38°, difficoltà respiratoria, produzione di muco verdastro o con tracce ematiche, oppure se la tosse perdura oltre le 3 settimane, è opportuno rivolgersi al proprio medico per i dovuti approfondimenti e il corretto trattamento.

Per quanto riguarda la bronchite cronica, non esiste una cura risolutiva (a meno di non eliminare anche le cause sottostanti), ma per attenuare la sintomatologia possono essere utilizzati alcuni farmaci come mucolitici per eliminare il muco, broncodilatatori e corticosteroidi per ridurre l’infiammazione.

Ciò che invece rileva nella forma cronica di bronchite è la modifica di talune abitudini responsabili dell’irritazione costante dei bronchi, ossia smettere di fumare ed evitare di esporsi ad agenti inquinanti, in modo da non peggiorare o in alcuni casi giungere alla risoluzione del disturbo.

La bronchite acuta è una malattia di origine virale quindi gli antibiotici non dovrebbero essere prescritti dal medico in quanto incapaci di contrastare il virus. Possono tuttavia essere prescritti a persone a rischio di sviluppare infezioni batteriche come:

  • soggetti con patologie cardiache, polmonari, renali ed epatiche
  • persone molto anziane 
  • individui con un sistema immunitario compromesso o fibrosi cistica.