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Bradiaritmia

Dott. Federico Beretta

Dott. Federico Beretta


Medico Chirurgo

18 Dicembre 2020 - Ultima modifica: 30 Giugno 2021

Indice:

  1. Introduzione
  2. Bradiaritmia : che cos’è
  3. Le cause
  4. I sintomi
  5. La diagnosi
  6. Il trattamento
  7. La prevenzione

Introduzione

Con il termine bradiaritmia vengono definiti i disturbi della frequenza del battito cardiaco caratterizzati dalla riduzione dello stesso. La condizione può essere fisiologica o causata da un difetto nella generazione e/o nella conduzione dell’impulso elettrico cardiaco. I pazienti affetti da bradiaritmia hanno un numero di battiti cardiaci inferiore a 60 battiti al minuto. La bradicardia è definita critica quando il numero di battiti scende sotto i 45 bpm, compromettendo, a volte, la portata cardiocircolatoria.

Bradiaritmia: che cos’è

La bradiaritmia è un disturbo che interessa la genesi o la conduzione dell'impulso elettrico cardiaco. La condizione può essere causata da una malattia del nodo del seno atriale o da blocchi atrio-ventricolari. Più in generale, il termine viene utilizzato per indicare i disturbi del ritmo cardiaco in cui la frequenza scende sotto i 60 bpm.

Bradiaritmia: le cause

Una bradiaritmia può essere causata da diverse patologie fra cui la malattia del nodo del seno atriale. Nei pazienti affetti da questo disturbo sono presenti delle basse frequenze sinusali e possono verificarsi blocchi seno-atriali. La bradiaritmia può anche essere legata alla presenza di blocchi atrio-ventricolari che si verificano nei pazienti con alterazioni nei meccanismi di conduzione dell’impulso dagli atri verso i ventricoli. La patologia può essere classificata in tre gradi: nel primo gli impulsi atriali arrivano ai ventricoli in un tempo maggiore rispetto a quello fisiologico, nel secondo grado si verifica una conduzione intermittente con alcuni impulsi che arrivano e altri che vengono bloccati. Nel terzo grado (blocco completo) non viene condotto ai ventricoli nessun impulso atriale.

La bradiaritmia può essere causata anche dall’assunzione di alcuni farmaci, come i beta-bloccanti, droghe, calcio antagonisti e digossina, e dall’infarto del miocardio (in particolare della parete inferiore). Fra le cause troviamo inoltre la miocardite, un’infiammazione che può danneggiare l’intero sistema di conduzione, generando una bradicardia patologica. In alcuni casi la malattia è legata alla presenza di ipotiroidismo, ovvero una riduzione della funzione tiroidea, ad alterazioni elettrolitiche, soprattutto la diminuzione dei livelli di potassio. L’ipotermia, ossia l’abbassamento della temperatura corporea, in alcuni casi, può determinare una riduzione della frequenza cardiaca.

I disturbi del ritmo cardiaco possono essere determinati da patologie infettive come la brucellosi e la febbre tifoide. Queste infezioni, infatti, provocano un abbassamento della frequenza cardiaca, proprio come l’ipertensione endocranica, ovvero l’aumento della pressione all’interno della scatola cranica. La bradiaritmia può essere un sintomo della presenza di tumori dell’encefalo o meningiti.

Bradiaritmia: i sintomi

I sintomi della bradiaritmia variano in base alla gravità del disturbo. I pazienti affetti dalla patologia si stancano facilmente e respirano con difficoltà dopo uno sforzo. La malattia causa anche alterazioni visive come fosfeni (percezione di piccoli puntini luminosi) ed offuscamento della vista e stato confusionale provocato dalla scarsa ossigenazione degli organi. In alcuni casi il disturbo può essere asintomatico, risultando più difficile da individuare.

Bradiaritmia: la diagnosi

La diagnosi viene effettuata dallo specialista che sottopone il paziente ad una visita cardiologica accurata, valutando anche l’eventuale familiarità per patologie cardiache. Di solito, vengono effettuati alcuni approfondimenti come l’elettrocardiogramma e l’Holter ECG nelle 24 ore. Spesso viene richiesta un’ecografia con colordoppler per valutare eventuali anomalie del flusso intracardiaco e la morfologia delle pareti e delle valvole cardiache. A volte, infatti, queste possono indurre una riduzione della frequenza cardiaca. Utile, infine, un prelievo ematico, per determinare eventuali anomalie elettrolitiche oppure degli ormoni tiroidei. Diagnosticare la bradiaritmia non è sempre semplice, in particolare negli individui senza sintomi. Spesso sono necessarie diverse visite cardiologiche. Infine, è d’obbligo ricordare che molti pazienti che svolgono sport a livello agonistico presentano una bradicardia fisiologica, ossia tendono ad avere una frequenza cardiaca più bassa di quella media della popolazione senza che questo costituisca un rischio per la loro salute. Questo fenomeno, dunque, può anche essere fisiologico e degenerare solo nei casi di rallentamento estremo.

Come si cura la bradiaritmia?

A volte la bradiaritmia è causata da una terapia farmacologica. In questo caso è sufficiente interrompere l’assunzione dei medicinali per risolvere il problema. In base ai sintomi, all’entità del disturbo e alla sua sede il medico potrà consigliare l’impianto di un pacemaker.

Bradiaritmia: la prevenzione

La bradiaritmia solitamente è un segnale dell’invecchiamento dell’intero sistema elettrico del cuore. Per prevenire il disturbo è importante effettuare una valutazione aritmologica, in particolare in presenza di una familiarità per le patologie cardiache. Nei pazienti più a rischio si consiglia, in maniera particolare, l’adozione di uno stile di vita sano. Per prima cosa è importante evitare il fumo, non assumere quantità eccessive di alcolici e seguire una dieta sana ed equilibrata. Va inoltre praticata una regolare attività aerobica per mantenere il proprio peso corporeo ottimale e il proprio sistema cardiovascolare in buona salute.