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Aterosclerosi

Dott. Federico Beretta

Dott. Federico Beretta


Medico Chirurgo

22 Novembre 2020 - Ultima modifica: 3 Luglio 2021

Indice:

  1. Introduzione
  2. Un problema delle arterie
  3. Comportamenti dell'aterosclerosi
  4. I sintomi
  5. La diagnosi
  6. I farmaci
  7. Quando le medicine non sono sufficienti
  8. Angioplastica
  9. I fattori di rischio
  10. Stile di vita
  11. Il diabete
  12. Alimentazione

Introduzione

L’aterosclerosi è una patologia degenerativa a carico delle pareti delle arterie, la presenza di questa condizione porta ad infiammazione ed irrigidimento di queste strutture, causando molte problematiche di salute anche gravi. È tristemente nota per la sua capillare diffusione, legata a molti fattori di rischio fra cui spicca una dieta ricca di grassi saturi. Vediamo nel dettaglio cosa sia esattamente l’aterosclerosi, come si forma, quali sono le possibili terapie e come prevenirla.

Un problema delle arterie

L’aterosclerosi è una malattia la cui prevalenza aumenta all’aumentare dell’età e si manifesta e che comporta un irrigidimento delle pareti arteriose con perdita di elasticità e formazione di ateromi o placche aterosclerotiche. Queste placche sono formate da diverse componenti tra cui, in massima parte, lipidi, compreso il colesterolo. Quando la quantità di lipidi circolante è troppo elevata, questi creano una infiammazione di basso grado a livello delle pareti arteriose. Le cellule dell’immunità che vengono richiamate nella sede del danno posso fagocitare i lipidi in eccesso creando un’ostruzione meccanica al flusso sanguigno. La placca può presentare delle zone calcifiche e -nei casi più gravi – aree necrotiche. Benché se ne senta parlare spesso con leggerezza, l’aterosclerosi è una malattia degenerativa che non va assolutamente sottovalutata e che può essere prevenuta grazie miglioramenti nello stile di vita.

Come si comporta l’aterosclerosi

Per capire in maniera più approfondita quanto sia pericolosa questa malattia degenerativa, cerchiamo di spiegarvi al meglio quali sono i suoi effetti sul nostro organismo. Se le placche formate sono instabili, posso rompersi, liberando in circolo delle concrezioni che possono andare interrompere il flusso sanguigno di un determinato distretto. La placca grande ed instabile può generare un’embolia.

Alcuni sintomi dell’aterosclerosi

Non è facile individuare i sintomi dell’aterosclerosi, perché potrebbero non essere così evidenti. Anche se nell’immaginario comune l’aterosclerosi è associata a pazienti anziani, i livelli molto elevati di colesterolo nel sangue, uniti ad altri fattori di rischio come il diabete o il fumo di sigaretta, possono predisporre i soggetti in età più giovane al successivo sviluppo della patologia. Benché possa essere asintomatica, l’aterosclerosi può manifestarsi con episodi acuti di infarto o ischemia. Alcuni segnali che fungono da campanello d’allarme sono:

  • dolore toracico
  • dispnea
  • sudorazione
  • nausea
  • vertigini
  • palpitazioni
  • aritmie
  • debolezza muscolare
  • paresi facciale
  • vertigini
  • visione offuscata
  • intorpidimento di braccia, gambe e volto
  • mal di testa
  • perdita di coscienza
  • difficoltà a parlare e concentrarsi
  • pallore degli arti, freddi al tatto
  • impotenza

Come si diagnostica l’aterosclerosi

Di solito la diagnosi di aterosclerosi viene sospettata quando uno o più sintomi facciano pensare alla sua insorgenza. Si procede, quindi, con un’anamnesi completa della storia clinica del paziente e con esami specifici, come ad esempio la ricerca di rumori patologici all’auscultazione del flusso sanguigno nei vasi arteriosi. Vengono poi prescritti degli esami del sangue, che vanno ad indagare il profilo lipidico e l’eventuale iperglicemia. A completamento dell’iter diagnostico, possono essere prescritti esami di imaging come l’ecodoppler o altri esami strumentali come l’elettrocardiogramma. A seconda dei risultati, è possibile che il medico vi consigli di eseguire ulteriori e più approfondite indagini come la TAC, l’angiografia con risonanza magnetica ed altri.

I farmaci per l’aterosclerosi

Oltre a modificare il proprio stile di vita (come vedremo più avanti), per contrastare la progressione dell’aterosclerosi è possibile utilizzare dei farmaci. Fra questi, si annoverano i farmaci per gestire i fattori rischio come quelli deputati al trattamento dell’ipercolesterolemia, utili a ridurne i livelli di colesterolo nel sangue e a contrastare la formazione di placche aterosclerotiche. La scelta finale del farmaco è a discrezione del medico curante ma, solitamente, si utilizzano farmaci come Gemfribozil, Simvastatina, Colesevelam e, se il rischio di degenerazione embolica è elevato, farmaci anticoagulanti come la cardioaspirina. Particolarmente efficaci per contrastare la formazione o il peggioramento della patologia sono i farmaci antipertensivi come i betabloccanti, gli ACE inibitori, i calcioantagonisti e diuretici.

Quando le medicine non sono sufficienti

Nei casi più gravi di aterosclerosi, è possibile intervenire sulla malattia per mezzo della chirurgia. A seguito dello studio accurato dalla vostra situazione di salute e del decorso della patologia, il medico potrebbe proporre un’endoarterectomia (rimozione della placca per via chirurgica), una terapia trombolitica, un’angioplastica o il confezionamento di un bypass arterioso. In particolare, l’angioplastica serve a ridurre o eliminare il restringimento del lume causato dall’aterosclerosi.

Cos’è l’angioplastica e cosa aspettarsi dall’operazione

Fra gli interventi più comuni per trattare l’aterosclerosi troviamo l’angioplastica. In cosa consiste esattamente e come prepararsi a questo esame. In caso di angioplastica con posizionamento di stent endoarterioso, viene inserito un piccolo catetere in un’arteria periferica, in modo da raggiungere il tratto stenotico. All’interno della guida è presente un palloncino che viene gonfiato per comprimere la placca contro la parete dell’arteria e, successivamente, viene posizionato lo stent. Questo, composto da una piccola rete metallica ridurrà le possibilità che la placca possa formarsi nuovamente. Benché sia un’operazione chirurgica, l’angioplastica è annoverata fra le procedure minimamente invasive e con minimi rischi per il paziente. Viene eseguita quasi sempre in anestesia locale e la degenza è di 24 o 48 ore.

I fattori di rischio

Purtroppo, l’insorgenza dell’aterosclerosi dipende da alcuni fattori di rischio modificabili, particolarmente diffusi nella popolazione occidentale, e da altri sui quali non è possibile intervenire attivamente. L’età è il principale fattore di rischio non modificabile. Un altro fattore appartenente a questa categoria è il sesso: quello femminile risulta protetto, almeno fino all’insorgenza della menopausa, grazie all’azione degli ormoni. Infatti, negli uomini l’età di insorgenza è inferiore rispetto alle donne. Vediamo invece di seguito tutte quei fattori su cui possiamo intervenire.

Attenzione allo stile di vita

Il principale (ed unico) intervento che possiamo mettere in atto per ridurre la possibilità di sviluppare questa patologia è attenersi ad un corretto stile di vita. Chi ha il vizio del fumo di sigaretta, ad esempio, deve sapere che va incontro ad un aumento dello stress ossidativo che favorisce la comparsa dell’aterosclerosi e ne aggrava il decorso. Smettere di fumare non è positivo solo per la salute polmonare, ma anche per limitare gli effetti negativi sulla parete dei vasi arteriosi. Ovviamente, corrono rischio maggiore anche i soggetti che soffrono di ipercolesterolemia, ipertensione e obesità: tutti aspetti legati ad un’alimentazione scorretta e ad una scarsa attività fisica. Uno stile di vita eccessivamente sedentario è pericolo: la giusta attività fisica riduce la pressione arteriosa e migliora il profilo lipidico del soggetto, migliorando le condizioni cardiocircolatorie e, più in generale, il benessere dell’organismo.

Tieni sotto controllo il diabete

Chi soffre di diabete rischia maggiormente di sviluppare questa malattia degenerativa. Alti livelli di glicemia aumentano il rischio cardiovascolare ed espongono il soggetto allo sviluppo di una patologia più grave.

Alimentazione curata, rischio minore

Ricollegandoci a quanto detto fino a questo momento, non possiamo non dedicare un piccolo spazio a delle semplici regole per avere una sana alimentazione. Insieme alla giusta quantità di esercizio fisico e all’adozione di uno stile di vita meno sedentario, una dieta equilibrata può aiutare a contrastare l’insorgenza dell’aterosclerosi. Una dieta sana è una dieta povera di grassi saturi, che vede il consumo quotidiano di frutta, cereali integrali e verdura e che aiuta a mantenere il giusto peso evitando il sovrappeso e l’obesità. La dieta mediterranea risulta idonea a questo scopo: grazie all’utilizzo degli oli vegetali (come l’olio d’oliva) preferito rispetto burro, all’olio di palma o alla margarina. Altri preziosi alleati sono frutta e verdura, con particolare attenzione però al consumo di frutta secca, molto ricca di grassi. Il consumo di carne deve essere limitato a tagli magri e carni bianche, non più di due volte a settimana, mentre sono consumabili liberamente legumi e soia. Come in tutte le diete, si raccomanda il consumo di pesce almeno tre volte a settimana, ad eccezione dei crostacei che vanno limitati. Gli zuccheri sarebbero da abolire e si raccomanda di limitarne al massimo il consumo, così come per gli alcolici e i carboidrati raffinati come quelli contenuti nella pasta non integrale e nel pane bianco.